Il Consiglio dell’Ordine di Parma ha formulato il quesito in oggetto, teso ad appurare se un laureato in legge che per 18 anni abbia svolto le funzioni di Giudice di Pace, possa essere iscritto all’Albo Avvocati; la domanda ipotizza astrattamente che l’incarico suddetto possa essere equiparato a quello di vice pretore onorario e si pone il problema se l’attuale disciplina dettata dall’art. 2 L. 31.12.12 n. 247 debba ritenersi integralmente sostitutiva di quella regolamentata dall’art. 30 R.D.L. 27.11.33 n. 1578, “con particolare riferimento all’ipotesi di cui alla lettera f) del richiamato art. 30”.

La risposta della Commissione Consultiva, non può che essere negativa, non essendovi ragione o motivo per discostarsi dalla costante giurisprudenza del CNF e delle SS.UU. della Cassazione, secondo la quale le funzioni del Giudice di Pace non sono equiparabili a quelle del magistrato inquadrato nell’ordine giudiziario. Si è affermato che “attesa la tassatività delle eccezioni […]

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Tre quesiti del COA di Sondrio sulla pratica forense

Il COA di Sondrio chiede il parere della Commissione Consultiva del CNF in ordine alle seguenti problematiche: i) durata dell’efficacia del certificato di compiuta pratica; ii) applicabilità retroattiva del D.P.R. 137/2012 per i tirocini iniziati precedentemente alla sua entrata in vigore; iii) possibilità del Praticante che non abbia superato gli esami entro il termine massimo […]

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L’Associazione Avvocati Calcio chiede di sapere se l’Avvocato iscritto nell’Albo possa “legittimamente (anche in assenza di specifica previsione da parte della FIGC) assistere calciatori e società legati alla FIGC da vincolo o affiliazione, prestando opera di consulenza e assistenza nella stipula del contratto di prestazione sportiva o cessione tra società dei diritti di prestazione sportiva del calciatore in pieno rispetto delle norme previste dall’ordinamento forense”, e se a tal fine sia tenuto all’iscrizione nel relativo Registro tenuto presso la FIGC e disciplinato dal Regolamento pubblicato dalla stessa FIGC con C.U. n. 189/A del 26 marzo 2015. L’Associazione chiede altresì di sapere se l’avvocato che in tal modo eserciti tale attività possa farlo con libertà di forme contrattuali e se sia tenuto a depositare presso la medesima Federazione il mandato ricevuto dal cliente.

Premette il richiedente che il richiamato regolamento, nel sostituire il previgente Regolamento FIGC in tema di procuratori sportivi, non riproduce la previsione di cui all’art. 5 di esso, che esplicitamente sottraeva gli avvocati dall’obbligo di ottenere la licenza rilasciata dalla FIGC, ai fini di esercitare l’attività di procuratore sportivo. Vale rilevare, peraltro, che questa Commissione […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina pone il seguente quesito: se la mancata adozione del regolamento ministeriale previsto dall’art. 41, comma 13, legge n. 247/2012, sospenda l’applicabilità di tutto l’art. 41 (eccezion fatta che per la previsione di durata del tirocinio in diciotto mesi), ovvero abbia effetti sulle sole modalità di svolgimento del tirocinio.

La risposta al quesito va articolata sulla scorta degli artt. 48 e 65 della legge n. 247/2012. La prima norma ha infatti sospeso l’applicabilità delle norme in materia tirocinio ed esame di Stato per i primi due anni successivi all’entrata in vigore della legge: quindi, fino al 2 febbraio 2015. La seconda ha previsto che […]

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Il COA di Cagliari chiede se vi sia la conservazione in capo al C.O.A. di un margine valutativo, seppur minimo e nei limiti che seguono, sugli “esposti” disciplinari, posto che l’art. 50, comma 4 L.F., così recita: “(…) Quando è presentato un esposto o una denuncia ad un Consiglio dell’Ordine, o vi è comunque una notizia di illecito disciplinare, il Consiglio deve (…)”.

L’art. 50 c. 4 L. 247/2012 ricollega l’insorgere dell’obbligo di trasmissione al C.D.D. (e quindi trasmettere immediatamente gli atti) al momento nel quale il C.O.A. “deve darne notizia all’iscritto” e non a quello successivo in cui pervengono le deduzioni difensive dell’incolpato. La frase ricompresa tra le virgole “invitandolo a” individua meramente l’obbligo per il C.O.A. […]

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Il COA di Milano chiede di sapere: 1) se la posizione dell’avvocato stabilito sia soggetta a termine, ovvero lo stesso possa rimanere iscritto a tempo indeterminato nella sezione speciale; 2) se l’avvocato stabilito che agisce d’intesa solo con l’avvocato A possa collaborare anche con l’avvocato B, sostituendolo anche in udienza; 3) se l’attività di cui al n. 2 possa essere validamente considerata ai fini del rilascio della dispensa dalla prova attitudinale

Con riferimento al primo quesito, si osserva che il D. Lgs. n. 96/2001, nel disciplinare l’esercizio “permanente” e “stabile” della professione forense da parte dell’avvocato iscritto in altro Stato membro dell’UE che intenda esercitare il diritto di stabilimento, non pone alcun limite temporale all’iscrizione nella sezione speciale dell’Albo riservata agli avvocati stabiliti. Il passaggio dalla […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Rovereto pone il seguente quesito: se il praticante avvocato che abbia maturato i requisiti per l’abilitazione al patrocinio prima del 2 febbraio 2015, ma abbia presentato la relativa domanda in data successiva, abbia diritto ad esercitare il patrocinio legale secondo le modalità previste dall’art. 8 R.D.L. n. 1578/1933, ovvero se si debba applicare nei suoi confronti la nuova previsione recata dall’art. 41, comma 12 della legge n. 247/2012.

La Commissione osserva come sia pacifico che la domanda di ammissione al patrocinio da parte del praticante sia stata presentata allorquando, decorso il 2 febbraio 2012 il termine di moratoria biennale delle nuove norme previsto dall’art. 48 della legge n. 247/2012 in tema di disciplina transitoria della pratica professionale, era apparentemente divenuto applicabile l’istituto del […]

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Il COA di Sciacca formula quesito in relazione ai parametri applicabili alla determinazione del compenso dell’avvocato per la prestazione resa in qualità di componente di una commissione di collaudo di un’opera pubblica. Riferisce il COA, in particolare, di essere investito di una richiesta di visto di congruità redatta dall’avvocato in relazione a tale attività e richiede parere, contestualmente, in ordine alla propria competenza ad apporre il suddetto visto di congruità.

Quanto alla legittimazione del COA richiedente ad emettere il visto, è sufficiente richiamare l’art. 29, comma 1, lett. l) della legge n. 247/12 che, nell’enumerare le competenze del COA, fa generico riferimento alla possibilità di dare “pareri sulla liquidazione dei compensi spettanti agli iscritti”, senza effettuare alcuna distinzione in ordine alla natura dell’attività in relazione […]

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