L’interruzione della prescrizione dell’azione disciplinare

Il termine di prescrizione dell’azione disciplinare, ai sensi dell’art. 51, r.d.l. 157871933, è fissato in cinque anni dalla consumazione del fatto disciplinarmente rilevante e si interrompe a seguito della notifica all’incolpato della delibera di apertura del procedimento disciplinare ovvero del compimento di altri atti propulsivi del procedimento, come la delibera di rinvio a giudizio dell’incolpato. […]

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L’astensione facoltativa per gravi ragioni di convenienza

L’esistenza di un giudizio (pendente o anche già definito) tra l’incolpato ed il suo giudice disciplinare può integrare il requisito delle “gravi ragioni di convenienza” che legittima l’astensione facoltativa ex art. 51, co. 2, cod.proc.civ. (Nella specie, l’avvocato sottoposto a procedimento disciplinare dal proprio COA di appartenenza, lo aveva citato in causa, ottenendone peraltro la […]

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Procedimento penale e prescrizione dell’azione disciplinare

Con riguardo all’azione disciplinare nei confronti di avvocati o procuratori, la prescrizione quinquennale, di cui all’art. 51 del R.D.L. 27 novembre 1933 n. 1578, è interrotta dall’instaurazione del procedimento disciplinare, e non corre fino alla sua conclusione, in applicazione dei principi generali posti dall’art. 2945 secondo comma cod. civ., restando a tal fine ininfluente la […]

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I limiti deontologici all’accordo con il cliente sul proprio compenso professionale

Ferma restando la disciplina dettata dall’art. 2233 c.c., che pone come fonte primaria nella determinazione dei compensi l’accordo tra le parti, le somme concordemente pattuite tra professionista e cliente non possono derogare al principio di proporzionalità tra attività svolta e compensi richiesti, come enunciato nell’art. 43 cdf (e ribadito nel successivo art. 45 CDF), che […]

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I limiti all’impugnazione delle sentenze del CNF per vizio di motivazione

Ai sensi dell’art. 56 del R.D.L. n. 1578 del 1933, convertito nella legge n. 36 del 1934, e dell’art. 111 Cost., le decisioni del Consiglio nazionale forense in materia disciplinare sono ricorribili per cassazione soltanto per incompetenza, eccesso di potere e violazione di legge, per cui il rimedio non è esperibile per denunziare l’inadeguatezza, l’insufficienza […]

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Intervista giornalistica e pubblicità deontologicamente vietata: rilevanza dell’elemento soggettivo

In ipotesi di rilascio di interviste agli organi di stampa da parte dell’avvocato, non può comportare violazione deontologica l’intervista apparsa su un quotidiano quando si esclude “l’intenzionalità” dell’incolpato di farsi pubblicità in violazione delle norme deontologiche. Consiglio Nazionale Forense (Pres. f.f. Vermiglio, Rel. Tacchini), sentenza del 28 dicembre 2012, n. 204 NOTA: In senso conforme, […]

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La competenza disciplinare alternativa dei COA nel caso di illecito commesso a mezzo stampa

La competenza a procedere disciplinarmente nei confronti di un professionista spetta, in via alternativa (in base al criterio della prevenzione), tanto al COA in cui è iscritto l’avvocato quanto al COA nel cui territorio sia stato compiuto il fatto oggetto di indagine, luogo quest’ultimo che -nel caso di illecito commesso a mezzo stampa- va individuato […]

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I limiti deontologici alla pubblicità professionale

La pubblicità informativa è consentita nei limiti fissati dal Codice Deontologico Forense, sicché può essere svolta con modalità che non siano lesive della dignità e del decoro propri di ogni pubblica manifestazione dell’avvocato ed in particolare di quelle manifestazioni dirette alla clientela reale o potenziale. Consiglio Nazionale Forense (Pres. f.f. Vermiglio, Rel. Tacchini), sentenza del […]

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