Le pronunce disciplinari del CNF non sono atti amministrativi (ma sentenze)

Le pronunce del consiglio nazionale forense, in sede d’impugnazione dei provvedimenti in materia disciplinare resi dal consiglio dello ordine, non sono atti amministrativi, ma decisioni di natura giurisdizionale, in quanto provenienti da un organo che esercita, in detta materia, come in quella della iscrizione agli albi professionali, funzioni di giudice speciale, mediante un procedimento di […]

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La prescrizione dell’azione disciplinare (non) è rilevabile d’ufficio

Nel giudizio disciplinare a carico di avvocato, l’eccezione di prescrizione dell’azione disciplinare non è proponibile, per la prima volta, in sede di legittimità, avverso la decisione del Consiglio nazionale forense, trattandosi di eccezione di merito che postula indagini di fatto. Cassazione Civile, sentenza del 26 giugno 2003, n. 10162, sez. U- Pres. Grieco A- Rel. […]

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Il preteso vizio della motivazione in fatto della sentenza del CNF non è deducibile in Cassazione

Il riesame in sede di legittimità delle decisioni disciplinari del Consiglio nazionale forense può avvenire soltanto nei limiti segnati dall’art. 56 del R.D.L. 27 novembre 1933, n. 1578, (convertito in legge 22 gennaio 1934, n. 36), e dall’art. 111 Cost., nel cui ambito non è compreso il sindacato sulla sufficienza o congruità della motivazione, secondo […]

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La correlazione tra contestazione dell’addebito e decisione disciplinare

In tema di procedimento disciplinare a carico degli avvocati, l’indagine volta ad accertare la correlazione tra addebito contestato e decisione disciplinare non va effettuata alla stregua di un confronto meramente formale tra contestazione e sentenza perché, vertendosi in tema di garanzie e di difesa, la violazione di tale principio non sussiste quando l’incolpato, attraverso l’”iter” […]

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Motivazione delle sentenze del CNF e limiti di sindacato della Corte di Cassazione

Il sindacato delle sezioni unite della corte di cassazione, sulla motivazione delle pronunce del consiglio nazionale forense in materia disciplinare, se comprende i vizi di motivazione di cui all’art. 360 n. 5 Cod. proc. civ., non può essere esteso alla valutazione delle prove, né agli apprezzamenti sulla gravità dell’offesa arrecata dai fatti accertati al prestigio […]

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La sospensione dall’esercizio professionale disposta dal COA non viola il diritto al lavoro dell’incolpato

Il potere dei consigli dell’ordine degli avvocati e procuratori di infliggere, in esito a procedimento disciplinare ed a norma degli artt 40 e 43 del R.D.L. 27 novembre 1933 n. 1578, la grave sanzione della sospensione dall’esercizio professionale non implica, in relazione alla natura amministrativa dell’attività di detti consigli, alcuna violazione del diritto di difesa […]

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La delibera di apertura del procedimento disciplinare non è una pronuncia implicita sulla colpevolezza

In tema di procedimento disciplinare a carico di avvocato e procuratore, il provvedimento con il quale il consiglio dell’ordine deliberi l’apertura del procedimento medesimo non implica, neppure implicitamente, alcuna pronuncia sulla colpevolezza del professionista, ma costituisce mero atto preliminare della decisione, da adottarsi dopo l’espletamento dell’istruttoria ed in esito al dibattimento. Tale provvedimento, pertanto, non […]

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La mancata lettura in udienza della decisione del COA

In tema di procedimento disciplinare a carico di avvocato e procuratore, la mancata lettura in udienza della decisione del consiglio dell’ordine, come prescritto dall’art. 472 Cod. proc. pen., non determina, in difetto di espressa comminatoria di legge, nullità del procedimento medesimo. Cassazione Civile, sentenza del 25 ottobre 1979, n. 5573, sez. U- Pres. ROSSI G- […]

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Il preteso vizio della motivazione in fatto della sentenza del CNF non è deducibile in Cassazione

Il riesame in sede di legittimità delle decisioni disciplinari del Consiglio nazionale forense può avvenire soltanto nei limiti segnati dall’art. 56 del R.D.L. 27 novembre 1933, n. 1578, (convertito in legge 22 gennaio 1934, n. 36), e dall’art. 111 Cost., nel cui ambito non è compreso il sindacato sulla sufficienza o congruità della motivazione, secondo […]

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L’illecito disciplinare può anche non integrare illecito civile e o penale

In tema di procedimenti disciplinari a carico di avvocati, l’illeceità dei comportamenti deve essere valutata solo in relazione alla loro idoneità a ledere la dignità e il decoro professionale, a nulla rilevando che i suddetti comportamenti non siano configurabili anche come illeciti civili e/o penali; la relativa valutazione è apprezzamento proprio del giudice di merito […]

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