Procedimento disciplinare: l’incolpato può eleggere un solo domicilio (e prevale l’ultimo)

In caso di plurime elezioni di domicilio, l’ultima elezione comporta la revoca di quelle precedenti, in quanto l’incolpato può avere un solo domicilio e ogni mutamento, ritualmente comunicato all’autorità procedente, comporta necessariamente la revoca della precedente dichiarazione/elezione, anche in mancanza di una espressa dichiarazione in tal senso. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Logrieco, rel. De […]

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L’oggetto di valutazione nel procedimento disciplinare è il comportamento complessivo dell’incolpato

In ossequio al principio enunciato dall’art. 21 ncdf (già art. 3 codice previgente), nei procedimenti disciplinari l’oggetto di valutazione è il comportamento complessivo dell’incolpato e tanto al fine di valutare la sua condotta in generale, quanto a quello di infliggere la sanzione più adeguata, che non potrà se non essere l’unica nell’ambito dello stesso procedimento, […]

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Corrispondenza tra addebito contestato e pronuncia disciplinare: il divieto di decisioni a sorpresa

La difformità tra contestato e pronunziato (nella specie, esclusa) si verifica nelle ipotesi di c.d. “decisione a sorpresa”, ovvero allorchè la sussistenza della violazione deontologica venga riconosciuta per fatto diverso da quello di cui alla contestazione e, dunque, la modificazione vada al di là della semplice diversa qualificazione giuridica di un medesimo fatto, ditalché la […]

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L’appropriazione indebita costituisce illecito deontologico permanente o continuato

L’appropriazione sine titulo ovvero la mancata restituzione di somme di competenza delle parti assistite sono comportamenti suscettibili di produrre effetti illecitamente pregiudizievoli che si protraggono nel tempo fintantoché non venga a cessazione la stessa condotta indebitamente appropriativa, ed è solo da tale (eventuale) cessazione che inizia a decorrere la prescrizione dell’azione disciplinare. Consiglio Nazionale Forense […]

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Vietato intrattenere rapporti economici con il proprio assistito (diversi da quelli derivanti dal mandato)

Dopo il conferimento del mandato, l’avvocato non deve intrattenere con il cliente e con la parte assistita rapporti economici, patrimoniali, commerciali o di qualsiasi altra natura, che in qualunque modo possano influire sul rapporto professionale (art. 23 ncdf, già art. 35 cod. prev.), fatti salvi gli accordi sulla definizione del compenso ex art. 25 cdf […]

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L’inadempimento delle obbligazioni nei confronti dei terzi

Commette e consuma illecito deontologico l’avvocato che non provveda al puntuale adempimento delle proprie obbligazioni nei confronti dei terzi e ciò indipendentemente dalla natura privata o meno del debito, atteso che tale onere di natura deontologica, oltre che di natura giuridica, è finalizzato a tutelare l’affidamento dei terzi nella capacità dell’avvocato al rispetto dei propri […]

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Il diritto-dovere di eccepire l’inammissibilità della prova testimoniale e l’inattendibilità del teste

L’avvocato ha il diritto-dovere di eccepire l’inammissibilità della testimonianza e di addurre l’inattendibilità del teste, anche mediante la produzione in giudizio di copia della querela proposta contro il teste stesso, a meno che questa non fosse strumentalmente proposta al solo scopo di escluderne la deposizione ed avesse ad oggetto fatti palesemente inesistenti e comunque giuridicamente […]

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Il COA di Avellino chiede se all’avvocato (assessore di un ente pubblico locale) che si difende da sé davanti alla Corte dei Conti quale convenuto in un giudizio di responsabilità conclusosi con il proscioglimento spetti il rimborso dell’onorario da parte dell’ente pubblico di cui era stato amministratore. (Quesito n. 183, COA di Avellino)

La risposta è nei seguenti termini. All’avvocato che si difende da sé spetta, in linea di principio, l’onorario liquidato dal giudice a carico della controparte soccombente. Per quanto riguarda i giudizi di responsabilità davanti alla Corte dei Conti deve segnalarsi che la Corte di Cassazione Sez. Lavoro (sentenza n. 19195 del 19.08.2013), nell’esaminare funditus la […]

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Il COA di Viterbo chiede di sapere se, in caso di cancellazione e successiva reiscrizione del praticante, ai fini della decorrenza del termine per l’abilitazione al patrocinio sostitutivo possa computarsi anche il primo periodo di iscrizione. (Quesito n. 310, COA di Viterbo)

La risposta è negativa. Il praticante potrà essere ammesso al patrocinio sostitutivo decorsi sei mesi dalla nuova iscrizione nel Registro. Diversamente da quanto espressamente previsto per l’interruzione del tirocinio – che conserva gli effetti già prodotti dall’iscrizione – la cancellazione, peraltro in assenza di effettivo svolgimento del tirocinio (come si desume dal quesito), pone infatti […]

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