Il CNF non può entrare nel merito della sospensione cautelare disposta dal COA

Il potere cautelare esercitato dal C.O.A. ai fini dell’adozione del provvedimento di sospensione è discrezionale e non sindacabile dal CNF, essendo solo al C.O.A. affidata dall’ordinamento la valutazione della lesione al decoro e alla dignità della professione e quella dell’opportunità dell’adozione della misura cautelare, mentre l’esame del C.N.F. è limitato al controllo di legittimità restando […]

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Sospensione cautelare: il presupposto dello strepitus fori

In tema di applicazione della misura cautelare, al fine di ritenere integrato il necessario presupposto del clamore suscitato dalle imputazioni penali, in uno con la astratta gravità delle stesse, nel concetto di “allarme” deve ritenersi insita, con riferimento alla vicenda penale che giustifica l’adozione della cautela, una dimensione oggettiva di rilevante esteriorizzazione, non solo nelle […]

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Il ricorso per revocazione non può riguardare asserite nullità processuali

Il ricorso per revocazione costituisce con mezzo di impugnazione eccezionale, consentito solo per i motivi indicati nell’art. 395 cpc, la cui elencazione deve ritenersi tassativa così da escludere anche il riferimento ad eventuali nullità afferenti le pregresse fasi processuali. Consiglio Nazionale Forense (Pres. f.f. De Giorgi, Rel. Tacchini), sentenza del 2 aprile 2012, n. 51

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Avvocati stabiliti: i COA devono vigilare sugli abusi della normativa comunitaria

In capo ai Consigli dell’Ordine sussiste una discrezionalità nella valutazione della domanda d’iscrizione nella Sezione Speciale dell’Albo riservata agli avvocati stabiliti, in ordine alla verifica di un eventuale abuso del diritto comunitario da parte degli interessati (Nel caso di specie, il COA aveva rifiutato l’iscrizione all’albo speciale di un cittadino italiano laureatosi “a distanza” in […]

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Avvocati stabiliti e c.d. abuso del diritto comunitario

L’esercizio permanente della professione d’avvocato in Italia da parte di un cittadino di uno Stato membro della CE in possesso di un titolo corrispondente a quello di avvocato, conseguito in altro Paese, è regolato dal Decreto Legislativo n. 96/2001, adottato in attuazione della direttiva 98/5/CE, la cui disciplina soggiace però al principio generale del divieto del c.d. […]

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La carica di presidenza dell’API non è incompatibile con la professione forense

L’API (Associazione Piccole Imprese) è un’associazione con finalità lato sensu sindacali e non può pertanto qualificarsi come società commerciale, sicché la partecipazione al Consiglio di amministrazione non comporta, per conseguenza, esercizio del commercio, neppure in via indiretta, occulta o per conto terzi. Consiglio Nazionale Forense (Pres. Alpa, Rel. Salazar), sentenza del 2 marzo 2012, n. 48

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Per l’iscrizione al registro dei praticanti è necessaria una laurea in giurisprudenza valida e riconosciuta in Italia

Per l’iscrizione al registro speciale dei praticanti avvocati, è necessario il possesso della laurea in Giurisprudenza riconosciuta nell’Ordinamento italiano, senza che, peraltro, le eventuali lungaggini della procedura di riconoscimento possano condurre all’attribuzione da parte del COA di validità nell’ordinamento italiano, neppure in via temporanea, al titolo di cui si discute (Nel caso di specie, trattavasi […]

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I vizi di notifica o comunicazione dei provvedimenti non ne inficiano l’esistenza

La notifica e la comunicazione sono atti autonomi dotati di effetti propri rispetto al provvedimento da notificare, sicchè le relative patologie possono incidere sulla sola efficacia ed operatività del provvedimento ma giammai sull’esistenza o validità dello stesso. Consiglio, Nazionale Forense (Pres. f.f. Vermiglio, Rel. Picchioni), sentenza del 2 marzo 2012, n. 46

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