La revocazione è ammessa per i soli motivi tassativamente indicati dalla Legge

Il carattere di impugnazione eccezionale della revocazione, consentita per i soli motivi tassativamente indicati nell’art. 395 c.p.c., comporta l’inammissibilità di ogni censura non compresa in detta tassativa elencazione (Nella specie trattavasi di “ricorso per revocazione ex art. 395 n. 3 c.p.c.”, originato dalla decisione del COA sull’istanza di ricusazione proposta dall’incolpato). Consiglio Nazionale Forense (Pres. […]

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L’emissione di assegno scoperto o senza l’autorizzazione del trattario

Il professionista, che consapevolmente emetta un assegno senza l’autorizzazione del trattario e/o in difetto di provvista, pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante perché lesivo dei doveri di probità, dignità e decoro ex art. 5 cdf (che debbono essere rispettati dall’avvocato sempre, nell’esercizio ma anche al di fuori dell’attività professionale), nonché di lealtà e correttezza […]

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Patrocinio a spese dello Stato e richiesta del compenso direttamente al cliente

La sopravvenuta conoscenza, da parte del difensore, dell’insussistenza ab origine delle condizioni che avevano a suo tempo determinato l’ammissione al beneficio del patrocinio a spese dello Stato comportano non solo la potenziale revoca del beneficio stesso nel momento in cui il difetto delle condizioni fosse conosciuto anche dall’Amministrazione concedente, ma altresì l’impossibilità per il difensore […]

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Il principio del libero convincimento del giudice opera anche in ambito deontologico

Al procedimento disciplinare davanti al C.d.O. è applicabile il principio del libero convincimento e, pertanto, il giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare la rilevanza e la conferenza delle prove dedotte. In applicazione di tale principio deve pertanto ritenersi legittimo il comportamento del Consiglio locale che abbia basato la propria decisione sui riferimenti […]

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I limiti alla “pubblicità” professionale dopo il c.d. Decreto Bersani

La c.d. legge Bersani non consente una pubblicità indiscriminata, ma la diffusione di specifiche informazioni sull’attività, al fine di orientare razionalmente le scelte di colui che ricerchi assistenza, nella libertà di fissazione di compenso e della modalità del suo calcolo. Consiglio Nazionale Forense (Pres. f.f. Vermiglio, Rel. Damascelli), sentenza del 15 marzo 2013, n. 40 […]

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Responsabilità deontologica: irrilevante la consapevolezza dell’illegittimità disciplinare dell’azione od omissione

La natura dell’illecito disciplinare prescinde dall’elemento soggettivo e, a fondare la responsabilità deontologica, è sufficiente l’elemento psicologico della suitas della condotta, inteso come volontà consapevole dell’atto da compiere. Consiglio Nazionale Forense (Pres. f.f. Vermiglio, Rel. Broccardo), sentenza del 15 marzo 2013, n. 39 NOTA: In senso conforme, tra le altre, CNF 21.4.2011, n. 66, CNF […]

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Atto d’appello: i limiti deontologici alla critica dell’operato del giudice di prime cure

Il potere-dovere di critica dell’avvocato, soprattutto nella fase dell’impugnazione che rappresenta di per sé il momento di censura dell’operato del giudice, incontra il limite del divieto di assumere atteggiamenti e comportamenti sconvenienti e del dovere di mantenere con il giudice un rapporto improntato a dignità e decoro, sia con riferimento alla persona del giudicante sia […]

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L’avvocato non può esporre i propri clienti in vetrina

Lo studio professionale deve garantire la riservatezza del cliente, quale esplicazione del decoro e della dignità che la funzione sociale della professione impone, sicché, qualora l’ufficio si trovi a pian terreno sul fronte strada, porte e finestre devono essere schermati o riparati dalla vista dei passanti. Consiglio Nazionale Forense (Pres. f.f. Salazar, Rel. Sica), sentenza […]

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I limiti deontologici alla pubblicità professionale (dopo il c.d. Decreto Bersani)

I principi in tema di pubblicità di cui alla legge 248/2006 (c.d. Decreto Bersani), pur consentendo al professionista di fornire specifiche informazioni sull’attività e i servizi professionali offerti, non legittimano tuttavia una pubblicità indiscriminata avulsa dai dettami deontologici, giacché la peculiarità e la specificità della professione forense, in virtù della sua funzione sociale, impongono, conformemente […]

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