L’esponente non è legittimato ad impugnare al CNF le decisioni del COA locale

L’art. 50 del R.D.L. n. 1578/1933 prevede espressamente che avverso le decisioni del C.d.O. locale possano proporre opposizione al CNF esclusivamente il Pubblico Ministero e l’interessato professionista. E’ pertanto inammissibile il ricorso proposto dalla parte che abbia presentato l’esposto. Consiglio Nazionale Forense (Pres. ALPA, Rel. DEL PAGGIO), sentenza del 20 luglio 2012, n. 97

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Il codice deontologico è fonte normativa

In materia di responsabilità disciplinare degli avvocati, le norme del codice disciplinare forense costituiscono fonti normative integrative del precetto legislativo che attribuisce al Consiglio nazionale forense il potere disciplinare, con funzione di giurisdizione speciale appartenente all’ordinamento generale dello Stato, e come tali sono interpretabili direttamente dalla Corte di legittimità. (Rigetta, Cons. Naz. Forense Roma, 15 […]

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Il divieto di plurime iniziative giudiziali riguarda anche gli atti di precetto

In materia di responsabilità disciplinare degli avvocati, posto che le norme del codice deontologico forense sono fonti normative, l’art. 49 del suddetto codice – secondo il quale l’avvocato non può aggravare con onerose o plurime iniziative giudiziali la situazione debitoria della controparte quando ciò non corrisponda ad effettive ragioni della parte assistita – deve essere […]

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Il divieto di assistere un coniuge contro l’altro dopo averli assistiti entrambi

L’art. 37, comma terzo, del codice deontologico professionale, il quale vieta all’avvocato che abbia assistito congiuntamente i coniugi in controversie familiari di prestare la propria assistenza in favore di uno di essi in successive controversie tra i medesimi, prevede un obbligo assoluto di astensione, che trova fondamento nell’esigenza di garantire la massima tutela possibile agli […]

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L’iscrizione in altro albo non fa venir meno i presupposti della sospensione cautelare

In tema di sospensione cautelare dall’albo, la valutazione della lesione dell’immagine della categoria (che è il bene protetto) va determinata sulla base della gravità dei reati e della loro esteriorizzazione nel Foro e nell’ambiente sociale coinvolti, e non in relazione alla residenza ed al domicilio dell’incolpato eventualmente mutati (Nel caso di specie, il professionista aveva […]

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Avvocato che sia anche Giudice di Pace: vietato specificarlo nella carta intestata dello studio legale

Il possesso del titolo di giudice onorario non è compreso tra i dati che l’art. 17, comma secondo, lettera a), del codice deontologico forense consente all’avvocato d’inserire nella carta intestata utilizzata per lo svolgimento dell’attività professionale, trattandosi di un’informazione che non attiene alla professione di avvocato, ma all’esercizio di un’attività profondamente diversa, tanto da risultare […]

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La necessaria esposizione dei fatti nel ricorso per Cassazione

Il requisito dell’esposizione sommaria dei fatti di causa, stabilito dall’art. 366 primo comma, n. 3 cod. proc. civ. a pena di inammissibilità del ricorso per Cassazione, si applica anche ai ricorsi proposti avverso le decisioni del Consiglio Nazionale Forense, con conseguente inammissibilità quando il ricorso non contiene alcuna esposizione in fatto e dal contesto non […]

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La discrezionalità del COA in tema di sospensione cautelare del professionista non è sindacabile dal CNF

Il potere cautelare esercitato dal C.O.A. nell’assumere il provvedimento di sospensione è discrezionale e non sindacabile dal CNF, essendo solo al Consiglio territoriale affidata dall’ordinamento la valutazione sia della lesione al decoro ed alla dignità della professione sia dell’opportunità dell’adozione della misura cautelare, mentre l’esame del C.N.F. è limitato al controllo di legittimità, restando precluso ogni […]

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