Il CNF può integrare, in sede di gravame, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie, ivi compresa una diversa qualificazione alla violazione contestata. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità […]

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Il richiamo verbale presuppone l’accertamento di un illecito deontologico e ha carattere afflittivo

L’applicazione del richiamo verbale, sebbene non abbia carattere di sanzione disciplinare (art. 22 cdf), presuppone per la sua irrogazione l’accertamento di un illecito deontologico (anche se lieve e scusabile) e costituisce comunque provvedimento afflittivo. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. Stoppani), sentenza n. 154 del 30 settembre 2022

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GIUDIZI DISCIPLINARI – AZIONE DISCIPLINARE – PRESCRIZIONE Regime più favorevole introdotto dall’art. 56 l. n. 247 del 2012 – Illeciti disciplinari commessi prima della sua entrata in vigore – Applicabilità – Esclusione – Fondamento.

In tema di illecito disciplinare degli avvocati, il regime più favorevole di prescrizione introdotto dall’art. 56 della l. n. 247 del 2012, il quale prevede un termine massimo di prescrizione dell’azione disciplinare di sette anni e sei mesi, non trova applicazione con riguardo agli illeciti commessi prima della sua entrata in vigore; ciò in quanto […]

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La prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio

La prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, anche in sede di legittimità, a causa della natura pubblicistica della materia e dell’interesse superindividuale dello Stato e della comunità intermedia, quale l’ordine professionale. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Patelli), sentenza n. 152 del 26 settembre 2022

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Radiazione per l’avvocato che falsifichi provvedimenti giudiziari

Il professionista che falsifichi documenti e addirittura provvedimenti giurisdizionali, ovvero se ne avvalga consapevolmente, pone in essere un comportamento contrario ai principi di correttezza, dignità e decoro professionale deontologicamente rilevante, idoneo a vulnerare gravemente l’ordinamento, la società e il prestigio dell’intera classe forense, tale da meritare la massima sanzione disciplinare. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. […]

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Sanzione deontologica e precedenti disciplinari

In ossequio al principio enunciato dall’art. 21 cdf (già art. 3 codice previgente), nei procedimenti disciplinari l’oggetto di valutazione è il comportamento complessivo dell’incolpato e tanto al fine di valutare la sua condotta in generale, quanto a quello di infliggere la sanzione più adegeffettuare un bilanciamento tra la considerazione di gravità dei fatti addebitati ed […]

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Esclusa la riduzione della sanzione disciplinare per l’incolpato che non mostri alcuna consapevolezza del proprio errore

L’ammissione della propria responsabilità da parte dell’incolpato può essere valorizzata nell’ambito del complessivo giudizio relativo alla sua personalità ai fini della determinazione della giusta sanzione in senso più mite; attenuazione che invece deve escludersi ove, per converso, l’incolpato non mostri alcuna resipiscenza. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Greco, rel. Greco), sentenza n. 151 del 26 […]

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Procedimento disciplinare dinanzi al Consiglio territoriale – Prova – Assunzione dei testimoni – Formalità – Esclusione

In sede di procedimento disciplinare non è prevista alcuna formalità nell’assunzione dei testi, né alcuna incompatibilità con tale veste, spettando al C.D.D. la valutazione sulla attendibilità dei testimoni. Va pertanto disattesa l’eccezione di nullità di tutte le deposizioni testimoniali succedutesi nel procedimento innanzi al Consiglio territoriale in quanto non precedute dalla domanda al teste se […]

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Procedimento disciplinare dinanzi al Consiglio territoriale – Istruttoria – Prova testimoniale – Valutazione – Attendibilità intrinseca – Riscontro con le ragioni dell’incolpato – Sufficienza

Deve ritenersi immune da qualsivoglia vizio di illogicità e/o apparente motivazione la decisione del C.D.D. che abbia operato una accurata valutazione della prova in raffronto con le ragioni esposte dall’incolpato, tanto più quando la logica interna del racconto del teste sia tale da consentire di concludere, in modo tranquillizzante, nel senso dell’assoluta attendibilità intrinseca delle […]

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