In sede di appello, il CNF può integrare la motivazione carente del provvedimento del COA

Va esclusa la nullità del provvedimento disciplinare per carente motivazione, in presenza degli elementi strutturali e di contenuto richiesti dall’art. 51, comma 3 del R.D. n. 37/34 (ratione temporis applicabile), posto che il C.N.F., quale giudice del merito, può in via di principio sopperire ai vizi che inficino la motivazione sotto il profilo dell’adeguatezza e […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Pistoia formula un quesito relativo alla possibilità di proseguire procedimenti disciplinari in corso nei confronti di un soggetto radiato dall’Albo con provvedimento definitivo, a conclusione di separato procedimento.

Al quesito deve essere data risposta negativa. La radiazione determina il venir meno della potestà disciplinare dell’Ordine professionale sul soggetto, che non è più iscritto all’albo. Consiglio Nazionale Forense (rel. Salazar), parere del 10 aprile 2013, n. 49 Quesito n. 251 del COA di Pistoia

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Il COA di Alba ha formulato il seguente quesito: “Se nell’ipotesi in cui un iscritto sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per il reato previsto dall’art. 372 c.p. e sia pendente nei suoi confronti un procedimento disciplinare per i medesimi fatti, nell’interpretazione del combinato disposto dagli artt. 17, c. 9 – 57, L. 247/2012 e 37, c. 7 R.D.L. 27.11.1933, n. 1578 debba prevalere l’obbligo per il Consiglio dell’Ordine di cancellazione ai sensi dell’art. 17, c. 9, L. n. 247/2012 o il divieto di cancellazione ex art. 57, L. n. 247/2012 e 37, c. 7 R.D.L. 27.11.1933”.

La risposta è nei seguenti termini: La pendenza del ricorso al CNF avverso la deliberazione del COA territoriale impedisce fino alla conclusione del procedimento qualsiasi iniziativa da parte dello stesso COA sui medesimi fatti oggetto della pronunzia. Consiglio Nazionale Forense (rel. Salazar), parere del 10 aprile 2013, n. 46 Quesito n. 244 del COA di […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Barcellona Pozzo di Gotto formula un quesito relativo alla possibilità, per l’Avvocato già iscritto nella sezione speciale “Avvocati stabiliti” di iscriversi – a seguito del superamento dell’esame abilitante – nella sezione ordinaria dell’Albo, mantenendo l’anzianità di iscrizione maturata dal momento dell’iscrizione alla sezione speciale. Il Consiglio chiede altresì se l’iscrizione alla sezione ordinaria comporti il pagamento di una autonoma tassa di iscrizione.

Ritiene la Commissione che l’iscrizione nell’Albo ordinario a seguito del superamento dell’esame di abilitazione di un avvocato precedentemente iscritto alla sezione speciale “Avvocati stabiliti” non possa comportare cumulo della relativa anzianità di iscrizione. L’iscrizione alla sezione speciale – infatti – è propedeutica ad una forma peculiare e limitata di esercizio della professione forense, caratterizzata dalla […]

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La mancata preventiva audizione dell’interessato nel procedimento di cancellazione amministrativa dall’albo per incompatibilità

In tema di cancellazione dall’albo degli avvocati di natura amministrativa e non disciplinare (nella specie, in quanto dipendente pubblico part-time), deve ritenersi che la chiarissima, per quanto risalente, norma prevista dall’art. 37, comma 2, L.P., unitamente al successivo art. 45 (che pur si riferisce al procedimento disciplinare e non a quello della cancellazione dall’albo), debba […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli pone il quesito se l’art. 18 della legge n. 247 del 2012 (legge di riforma dell’ordinamento professionale forense) impedisca all’avvocato di esercitare l’attività di amministratore di condominio.

La commissione reputa che al quesito debba darsi risposta negativa per i motivi che seguono. Premesso che nel vigore della precedente normativa l’art. 3 del RdL n. 1578/1933 era interpretato – data l’eccezionalità dei divieti – nel senso della compatibilità delle due attività (da ultimo sent. CNF 16 marzo 2010, n. 13), il nuovo art. […]

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L’irrilevanza in sede deontologica della formula assolutoria “perché il fatto non costituisce reato”

La sentenza penale che assolve l’imputato con la formula “perché il fatto non costituisce reato”, non esclude di per sè la sussistenza del fatto storico contestato e, dunque, dell’illecito disciplinare (Nel caso di specie, l’incolpato era stato assolto in sede penale dove gli era stata contestata la contraffazione di contrassegno assicurativo). Consiglio Nazionale Forense (pres. […]

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