La provocazione non elide la rilevanza deontologica del comportamento deontologicamente rilevante

Nel procedimento disciplinare (che ha cause, svolgimento e fini ben diversi da quelli del procedimento penale), la provocazione non vale come esimente, ma può solo essere considerata come possibile attenuante ai fini della riduzione della sanzione. Consiglio Nazionale Forense (pres. Alpa, rel. Pisano), sentenza del 16 aprile 2014, n. 64 NOTA: In senso conforme, tra […]

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Illecito tentare di screditare, con argomenti extra giuridici, il collega avversario

L’art. 29 cdf (ora, art. 42 ncdf) prevede il divieto di utilizzare in giudizio notizie relative alla persona del collega avversario se l’uso di tali notizie non sia necessario alla tutela di un diritto; “necessità” che peraltro non può consistere nel fine dell’accoglimento della domanda giudiziale del proprio assistito, che all’uopo è circostanza totalmente estranea […]

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Vietato assistere un coniuge contro l’altro dopo averli assistiti entrambi

L’art. 51, 1° c., cdf (ora art. 68 ncdf) costituisce una forma di tutela anticipata al mero pericolo derivante anche dalla sola teorica possibilità di conflitto di interessi (cd conflitto anche solo potenziale e non necessariamente effettivo e reale), di tal ché per il perfezionamento dell’illecito deontologico, non richiedendosi necessariamente l’utilizzo delle conoscenze acquisite attraverso […]

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Prescrizione disciplinare nel caso di trasmissione degli atti al COA da parte del giudice

Ove il comportamento disciplinarmente rilevante sia commesso nel corso di un processo, per l’individuazione del momento di consumazione dello stesso e quindi ai fini del dies a quo del relativo termine prescrizionale, non può aversi riguardo alla data di deposito della sentenza che, concludendo il processo medesimo, disponga la trasmissione degli atti al C.O.A. di […]

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L’interruzione della prescrizione dell’azione disciplinare

L’art. 51 del Rdl 1578/33 (ratione temporis applicabile) fissa in cinque anni il termine della prescrizione dell’azione disciplinare con decorrenza dal fatto disciplinarmente rilevante, derivando effetti interruttivi esclusivamente dall’apertura del procedimento disciplinare e dal compimento di specifici atti di impulso quale, ad esempio, la citazione a giudizio. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Picchioni), […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Piacenza pone il seguente quesito: se, in un giudizio di separazione, il difensore di uno dei coniugi possa produrre documentazione bancaria intestata all’altro coniuge, pervenuta all’indirizzo coniugale dopo l’inizio della causa, facendo così prevalere il diritto di difesa del proprio assistito sul diritto alla privacy di controparte e così presupponendo la sussistenza di una causa esimente, sotto il profilo deontologico della condotta dell’avvocato che tale documentazione abbia prodotto.

Il quesito, quindi, pare esclusivamente richiamare quelle norme contenute nel cosiddetto Codice della Privacy (D.Lvo n. 196/2003), sostanzialmente contemplate dal comma 5, lett. b) dell’art. 13 e dal comma 1, lett. f) dell’art. 24. L’orientamento della dottrina e dell’Autorità garante è ispirato, nella materia de qua, a principi di sicuro rigore. In particolare, l’Autorità Garante […]

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Il COA di Palermo chiede: “ se la professione di avvocato e, quindi, il mantenimento dell’iscrizione al relativo Albo ordinario, è incompatibile con la sottoscrizione di un contratto di lavoro a progetto caratterizzato dall’autonomia operativa senza vincoli di orario e di presenza che si concluderà con il conseguimento del progetto (individuato con la scadenza di una legislatura) ed avente ad oggetto l’attività di coadiutore nello studio, sviluppo di soluzioni ed analisi di questioni politiche, nell’ambito del programma di legislatura del gruppo politico di appartenenza.” 

Con il quesito, così come sottoposto all’esame della Commissione, si chiede un giudizio di merito sottratto al potere di questa Commissione essendo potere esclusivo del Consiglio dell’Ordine. Questa Commissione può rilasciare soltanto pareri di carattere generale che non implichino una valutazione di merito ma siano limitati all’indicazione della corretta applicazione-interpretazione della norma. Orbene, nella specie, […]

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Il COA di Lagonegro formula i seguenti quesiti: 1) se possa considerarsi disciplinarmente rilevante il comportamento dell’avvocato che contestualmente all’esercizio della professione forense, svolga la docenza di materie giuridiche presso istituto scolastico pubblico (eventualmente a tempo pieno) omettendone la preventiva comunicazione al proprio Ordine di appartenenza; 2) se possa considerarsi destituito di jus postulandi l’avvocato esercente anche la docenza, che difenda una parte privata in controversie che coinvolgono come altra parte in causa una Pubblica Amministrazione, anche nell’ipotesi in cui non sia la sua stessa Scuola di appartenenza, ciò in riferimento a quanto previsto dall’articolo 1, comma 56 bis, L. n. 662/1996 come modificato dalla L. n. 140 del 28.5.1997

La risposta è nei seguenti termini: Quesito n. 1: L’art. 19,c. 1 della legge professionale dispone, in deroga a quanto stabilito dall’art. 18, che “l’esercizio della professione di avvocato è compatibile con l’insegnamento o la ricerca in materie giuridiche nell’università, nelle scuole secondarie pubbliche o private parificate e nelle istituzioni ed enti di ricerca e […]

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Il COA di Trieste, alla luce della nuova Legge Professionale chiede: a) se resti sempre valido il principio secondo il quale l’opinamento della parcella possa essere richiesto esclusivamente dal professionista interessato e non anche dal cliente; b) se pure in presenza di contratto con il cliente in tema di compensi l’Avvocato possa presentare al COA richiesta di visto di congruità su nota redatta sulla base dei parametri che preveda un compenso diverso da quello contrattuale al solo fine di far ottenere al proprio cliente e in quei limiti il rimborso delle spese di difesa da parte della P.A., rimborso condizionato al previo parere di congruità.

In relazione al quesito sottoposto alla Commissione, in materia di opinamento di parcella nulla è cambiato tra quanto stabilito dal R.D. n.1578/33 e quanto disposto dalla L. n.247/12. Infatti, l’opinamento della parcella a norma degli artt. 13, comma 9, seconda parte, e 29, comma 1, Lett. l) L. cit. può essere richiesto esclusivamente dall’iscritto, a […]

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Il COA di Monza chiede parere in ordine alla possibilità: a) per il praticante o il praticante abilitato di mantenere l’iscrizione presso un foro e, contemporaneamente iscriversi come avvocato stabilito presso altro foro; b) per il praticante o il praticante abilitato di mantenere l’iscrizione presso un foro e, contemporaneamente iscriversi come praticante, praticante avvocato abilitato, ovvero avvocato presso altro foro. Chiede, inoltre, di sapere se la condotta abbia rilevanza disciplinare e a chi competa e, con quale procedura, effettuare la cancellazione.

A norma dell’art. 2, comma 3, L. n. 247/12 l’iscrizione ad un albo circondariale è condizione per l’esercizio della professione. La norma vale oltre che per l’Avvocato anche per il praticante avvocato abilitato al patrocinio. Dunque, qualunque sia la qualifica (praticante; praticante abilitato; Avvocato; Avvocato stabilito) questi non può essere iscritto in due albi tenuti […]

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