La responsabilità per fatto di associati, collaboratori e sostituti

L’avvocato è personalmente responsabile per condotte, determinate da suo incarico, ascrivibili a suoi associati, collaboratori e sostituti, salvo che il fatto integri una loro esclusiva e autonoma responsabilità (art. 7 ncdf). (Nel caso di specie, trattavasi di compenso manifestamente sproporzionato indicato in una parcella predisposta dal collaboratore di studio ma consapevolmente sottoscritta dal dominus) Consiglio […]

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Compensi eccessivi: la parcella predisposta dal collaboratore di studio

Vìola l’art. 29 ncdf (già art. 43 cdf) l’avvocato che pretenda un compenso manifestamente sproporzionato ed ingiustificato in relazione alla qualità ed alla quantità dell’attività in concreto svolta, a nulla rilevando l’eventuale assenza di dolo, essendo sufficiente a fondare la responsabilità disciplinare la mera volontarietà e consapevolezza della condotta (Nel caso di specie, l’incolpato aveva […]

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Compenso eccessivo: l’attività non conteggiata in parcella non scrimina la condotta

La rilevanza deontologica della richiesta di compenso eccessivo (art. 29 ncdf, già art. 43 cdf), non viene meno qualora l’importo stesso appaia congruo ove si conteggi anche l’ulteriore attività professionale, successiva alla parcella stessa e da questa non contemplata. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Savi), sentenza del 7 marzo 2016, n. 44

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Parcelle in controversie ereditarie: il valore da considerare è quello della quota spettante al cliente

In tema di tariffe forensi (ratione temporis applicabili), per l’individuazione dello scaglione nel caso di controversia ereditaria, non deve aversi riguardo al valore dell’intero relictum ma esclusivamente a quello della quota rivendicabile dal proprio assistito (nella specie, pari al 20% dell’asse ereditario). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Savi), sentenza del 7 marzo 2016, […]

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Anche l’accordo sul compenso deve rispettare il criterio di proporzionalità

Il divieto di richiedere compensi manifestamente sproporzionati (art. 29 ncdf, già art. 43 cdf) è posto a tutela del cliente e prescinde dal consenso di questi. Conseguentemente, l’accordo sul compenso tra avvocato e cliente non può derogare al principio di proporzionalità, dovendo sempre essere correlato all’attività svolta. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Savi), […]

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Inammissibile l’impugnazione depositata al CNF anziché presso la segreteria del Consiglio locale

E’ inammissibile il ricorso presentato direttamente al Consiglio Nazionale Forense e non, come previsto dall’art. 59 r.d. 37/1934, presso la segreteria del Consiglio territoriale che ha emesso il provvedimento impugnato. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Orlando), sentenza del 7 marzo 2016, n. 42 NOTA: In arg. cfr. pure l’art. 33, co. 3, Reg. […]

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Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare

Il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare la conferenza e la rilevanza delle prove dedotte in virtù del principio del libero convincimento, con la conseguenza che la decisione assunta in base alle testimonianze ed agli atti acquisiti in conseguenza degli esposti deve ritenersi legittima, allorquando risulti coerente con le risultanze documentali acquisite […]

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità e di merito, per cui l’eventuale inadeguatezza, incompletezza […]

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L’impugnazione tardiva è inammissibile

E’ inammissibile in quanto tardivo l’appello proposto oltre il termine di legge (nella specie, 20 giorni dalla notifica della decisione ex art. 50 RDL 1578/1933, applicabile ratione temporis), giacché i termini per la impugnazione delle decisioni sono perentori e non possono pertanto essere prorogati, sospesi o interrotti, se non nei casi eccezionali espressamente previsti dalla […]

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Inammissibile l’impugnazione al CNF proposta a mezzo difensore non cassazionista o privo (ab origine) di procura speciale

Nel giudizio dinanzi al CNF, l’incolpato può difendersi personalmente, purché iscritto nell’albo professionale ed in possesso dello ius postulandi, ovvero farsi assistere da altro avvocato, purché iscritto all’albo dei patrocinanti davanti alle Giurisdizioni Superiori e munito di mandato speciale antecedente alla proposizione del ricorso, non operando nella fattispecie la sanatoria e/o ratifica ex art. 182, […]

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