Il cumulo tra sanzioni penali e deontologiche non contrasta con il principio del ne bis in idem

La doppia affermazione di responsabilità, in sede penale ed amministrativa per l’identico fatto, è conforme ai principi della convenzione CEDU e non vìola il divieto di bis in idem, stante la diversa natura ed i diversi fini del processo penale e del procedimento disciplinare, nel quale ultimo il bene tutelato è l’immagine della categoria, quale […]

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Incompatibile con la professione forense l’avvocato condannato per corruzione in atti giudiziari

Il comportamento dell’avvocato, condannato con sentenza penale definitiva per un episodio corruttivo tanto grave da entrare nella storia della Repubblica quale esempio paradigmatico di corruttela a varii livelli, lede l’immagine e la dignità dell’intero ceto forense ed è totalmente incompatibile con il giuramento e l’impegno solenne di cui all’art. 8 L. n. 247/2012, sicché non […]

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Reiscrizione all’albo a seguito di radiazione: l’oggetto di valutazione della condotta “irreprensibile”

La valutazione della condotta “irreprensibile” (già “specchiatissima ed illibata”), che la legge richiede per la re-iscrizione nell’albo a seguito di cancellazione disciplinare o radiazione non può limitarsi all’esame dei comportamenti dell’avvocato precedenti alla condanna disciplinare, poiché altrimenti di nessun professionista già ritenuto meritevole di radiazione o di cancellazione disciplinare potrebbe mai essere disposta la reiscrizione […]

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Cancellazione disciplinare dall’albo e domanda di reiscrizione: sufficiente il periodo di due anni

In presenza di una domanda di reiscrizione nell’albo degli avvocati di colui che abbia in precedenza subito la sanzione disciplinare della cancellazione, non trova applicazione, in via d’interpretazione analogica, l’art. 47 del r.d.l. 27 novembre 1933, n. 1578 – secondo cui l’avvocato radiato dall’albo non può esservi nuovamente iscritto prima che siano trascorsi cinque anni […]

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L’avvocato non ha l’obbligo deontologico di riscontrare o ricevere comunicazioni di cancelleria eseguite con modalità irrituali

L’avvocato non ha l’obbligo deontologico di riscontrare o ricevere comunicazioni di cancelleria eseguite con modalità irrituali (Nel caso di specie, il professionista era stato sanzionato disciplinarmente in primo grado per non aver assecondato la “preghiera” dell’ufficio di ritrasmettere un messaggio a conferma della ricezione del fax di avviso della conclusione delle indagini ex art. 415 […]

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Le accuse del P.M. non hanno fede privilegiata rispetto alle difese dell’incolpato

Nell’ambito del procedimento disciplinare, l’esponente -chiunque esso sia- non ha dignità maggiore rispetto all’incolpato, il quale gode della presunzione di “innocenza” al pari di qualsiasi “convenuto” e deve, in ogni caso, essere giudicato per quanto commesso ed accertato e non per la “qualità” di chi ha formulato la doglianza o la segnalazione (Nel caso di […]

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La sentenza di prescrizione del reato non ha efficacia di giudicato nel procedimento disciplinare

La sentenza penale di condanna divenuta definitiva, ex art. 653 c.p.p., ha efficacia di giudicato nel giudizio disciplinare quanto all’accertamento della sussistenza del fatto, della sua illiceità penale e all’affermazione che l’imputato lo ha commesso (pur restando di competenza del giudice disciplinare verificare se il comportamento accertato sia deontologicamente sanzionabile). Priva di tali effetti è, […]

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La riserva di maggiorare l’importo della parcella in caso di mancato spontaneo pagamento

Vìola l’art. 29 ncdf (già art. 43 cdf), l’avvocato che richieda compensi eccessivi (nella specie, di oltre la metà) o per attività professionali non eseguite (nella specie, per la redazione di una transazione alla quale non aveva partecipato), o comunque maggiori di quelli già indicati in precedenza senza averne fatto espressa riserva. Consiglio Nazionale Forense […]

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