All’impugnazione al CNF non si applica l’art. 342 cpc

Al ricorso proposto innanzi al Consiglio nazionale forense avverso la decisione disciplinare emessa dal Consiglio distrettuale di disciplina non può ritenersi applicabile, in via immediata e diretta, il disposto dell’art. 342 cod. proc. civ. Ciò, peraltro, non toglie che, a norma dell’art. 59 del regio decreto n. 37 del 1934, richiamato dall’art. 36, comma 2, […]

Read More &#8594

L’impugnazione al CNF non è assimilabile all’appello disciplinato dal codice di procedura civile

Al giudizio di competenza del Consiglio nazionale forense a seguito di ricorso avverso provvedimenti disciplinari emessi dal Consiglio territoriale, pur avendo indubbi connotati impugnatori, non è assimilabile all’appello disciplinato dal codice di procedura civile, che si configura come un giudizio di secondo grado avente natura omogenea rispetto a quello di primo grado. Invero, stante la […]

Read More &#8594

Ricorso in Cassazione: i (nuovi) limiti del sindacato di legittimità sulla motivazione delle sentenze del CNF

La riformulazione dell’art. 360, n. 5), cod. proc. civ., disposta con l’art. 54, d.L 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modifìcazioni, dalla L. 7 agosto 2012, n. 134, secondo cui è deducibile esclusivamente l’«omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti», deve essere interpretata, […]

Read More &#8594

Il COA di Taranto formula quesito in merito alla possibilità di iscrivere nella sezione speciale Avvocati stabiliti del locale Albo degli Avvocati un soggetto che risulta già iscritto nel Registro dei praticanti tenuto dal medesimo Ordine.

Le due iscrizioni corrispondono a due diversi status e a diverse possibilità di accesso o esercizio della professione forense, i quali tuttavia non paiono necessariamente alternativi o incompatibili tra loro. Pertanto, il praticante può mantenere l’iscrizione nel registro e, ove ne abbia titolo, stabilirsi in Italia ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. […]

Read More &#8594

Il COA di Ascoli Piceno formula quesito in merito alla possibilità di conferire mandato congiunto – per il patrocinio dinanzi ad una giurisdizione superiore – ad un avvocato cassazionista e ad uno non cassazionista, chiedendo altresì se, in caso di risposta affermativa, l’avvocato non cassazionista possa partecipare alle udienze dinanzi alla giurisdizione superiore, in presenza del collega abilitato, discutendo la causa, argomentando i fatti e procedendo a osservazioni.

Tale eventualità è da escludersi, essendo in radice preclusa all’avvocato non abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori la possibilità di stare in giudizio dinanzi alle ridette giurisdizioni (sul punto si veda, di recente, Consiglio Nazionale Forense, sentenza del 28 dicembre 2018, n. 226). Consiglio nazionale forense, parere n. 50 del 20 ottobre 2019

Read More &#8594

Il COA di Forlì Cesena formula quesito in merito alla compatibilità tra l’obbligo di comunicazione delle sanzioni disciplinari a tutti gli iscritti ai sensi dell’art. 62, comma 5 della legge n. 247/12 e la normativa in tema di tutela della riservatezza.

Sul punto, il Consiglio si è espresso con i propri pareri n. 5/2016 e 86/2016, che non devono ritenersi superati dalla nuova normativa in tema di riservatezza. In questo caso, infatti, la comunicazione della sanzione interdittiva risponde all’esigenza di tutelare l’interesse pubblico al corretto esercizio della professione. Consiglio nazionale forense, parere n. 49 del 20 […]

Read More &#8594

I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare: aggravanti e attenuanti

La determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti, della gravità dei comportamenti contestati, violativi dei doveri di probità, dignità e decoro sia nell’espletamento dell’attività professionale che nella dimensione privata. A tal fine, può aversi riguardo, per un suo eventuale inasprimento, alla gravità […]

Read More &#8594

La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare la rilevanza delle prove

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il […]

Read More &#8594

Le sole (e mere) dichiarazioni dell’esponente non bastano a ritenere provato l’addebito

L’attività istruttoria espletata dal consiglio territoriale deve ritenersi correttamente motivata allorquando la valutazione disciplinare sia avvenuta non già solo esclusivamente sulla base delle dichiarazioni dell’esponente o di altro soggetto portatore di un interesse personale nella vicenda, ma altresì dall’analisi delle risultanze documentali acquisite agli atti, che rappresentano certamente il criterio logico-giuridico inequivocabilmente a favore della […]

Read More &#8594