La tipizzazione delle norme deontologiche è solo “tendenziale”

Il principio di stretta tipicità dell’illecito, proprio del diritto penale, non trova applicazione nella materia disciplinare forense, nell’ambito della quale non è prevista una tassativa elencazione dei comportamenti vietati, giacché il nuovo sistema deontologico forense -governato dall’insieme delle norme, primarie (artt. 3 c.3 – 17 c.1, e 51 c.1 della L. 247/2012) e secondarie (artt. […]

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La (potenziale) rilevanza deontologica della vita privata del professionista

Deve ritenersi disciplinarmente responsabile l’avvocato per le condotte che, pur non riguardando strictu sensu l’esercizio della professione, ledano comunque gli elementari doveri di probità, dignità e decoro (art. 9 ncdf, già art. 5 cod. prev.) e, riflettendosi negativamente sull’attività professionale, compromettono l’immagine dell’avvocatura quale entità astratta con contestuale perdita di credibilità della categoria. Consiglio Nazionale […]

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Partecipazione a trasmissioni televisive: sospensione per l’avvocato che assecondi istanze populiste di stampo colpevolista

Presenziare ad una trasmissione televisiva in qualità di avvocato deve essere occasione per porsi come presidio di equilibrio e misura, senza cioè avallare istanze populiste di stampo colpevolista e quindi esprimendo un giudizio anticipato di responsabilità nei confronti di semplici indagati, violando così i principi fondamentali della professione forense, il cui cardine si sostanzia nell’essere […]

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Per la funzione sociale che svolge, all’avvocato è richiesto un codice di condotta più severo di quello del comune cittadino

L’avvocato ha il dovere di comportarsi in ogni situazione con la dignità ed il decoro imposti dalla funzione che svolge, la quale comporta doveri additivi rispetto al comune cittadino. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. Giraudo), sentenza n. 156 del 30 settembre 2022 NOTA:In senso conforme Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Salazar, rel. Losurdo), sentenza […]

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Esclusa la riduzione della sanzione disciplinare nel caso di resipiscenza solo “formale”

L’ammissione della propria responsabilità da parte dell’incolpato può essere valorizzata nell’ambito del complessivo giudizio relativo alla sua personalità ai fini della determinazione della giusta sanzione in senso più mite; attenuazione che invece deve escludersi ove, per converso, l’incolpato non mostri alcuna resipiscenza sostanziale ed effettiva, ma solo meramente formale. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. […]

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Non può essere sanzionato deontologicamente dal CDD un comportamento commesso prima o dopo l’iscrizione all’albo (ma solo valutato dal COA ai fini della condotta irreprensibile necessaria per l’iscrizione e la permanenza nell’albo)

L’esercizio dell’azione disciplinare presuppone che le condotte deontologicamente rilevanti siano commesse da appartenenti all’Ordine Forense. Conseguentemente non può procedersi disciplinarmente nei confronti di un Avvocato, condannato per reati commessi quando era studente universitario, rientrando nelle competenze del COA la verifica della sussistenza dei requisiti, previsti dagli artt. 37 comma 1, 17 e 42 RDL n. […]

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ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO PENALE PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO – EFFICACIA NEL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE

L’archiviazione del procedimento penale ex artt. 408 c.p.p. e 125 disp. att. c.p.p. non esplica i suoi effetti nell’ambito del procedimento disciplinare avente ad oggetto i medesimi fatti, stante la sua inidoneità ad escludere in radice la configurabilità delle violazioni contestate. Consiglio distrettuale di disciplina di Napoli (pres. Fimiani, rel. Cuomo), decisione n. 85 del […]

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OMESSO ESPLETAMENTO DELL’INCARICO – RICHIESTA COMPENSI

L’Avvocato che non dà esecuzione all’incarico conferitogli e non aderisce alla richiesta di restituzione dell’anticipo ricevuto, provvedendo solo successivamente alla segnalazione dell’illecito disciplinare, si rende responsabile della violazione degli artt. 26 comma 3 e 29 comma 3 CDF. Consiglio distrettuale di disciplina di Napoli (pres. Barone, rel. Fabrizio), decisione n. 83 del 5 luglio 2022

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VIOLAZIONE DELL’ART. 9 CDF

L’avvocato che accetta l’incarico nella consapevolezza, celata al cliente, della carenza delle condizioni minime per il suo utile espletamento si rende responsabile della violazione dei doveri sanciti dall’art. 9 CDF.(Nel caso di specie l’incolpato aveva accettato incarico, teso all’ottenimento da parte dell’assistito del permesso di soggiorno temporaneo, nonostante avesse contezza della non titolarità, da parte […]

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Avvocati stabiliti: l’esercizio della professione avanti alle Giurisdizioni superiori impedisce la dispensa dalla prova attitudinale

La sottoscrizione da parte dell’avvocato stabilito di ricorsi per Cassazione, ovvero in difetto di abilitazione avanti alle giurisdizioni superiori, costituisce impedimento alla dispensa dalla prova attitudinale, per difetto del requisito di esercizio della professione forense in modo regolare e nel rispetto della legge forense e del codice deontologico (art. 12, co. 1, D.Lgs. n. 96/2001). […]

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