Il COA di Siracusa formula quesito in merito agli effetti del mancato invio del modello 5. Chiede di sapere, in particolare, quale sia la natura – e cioè amministrativa ovvero disciplinare – della sospensione di cui all’articolo 17, comma 5, della legge n. 576/1980 (come modificato dall’articolo 9, comma 2, della legge n. 141/1992) e, nel caso in cui se ne ritenga la natura disciplinare, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati abbia il potere di deliberare la sospensione dell’iscritto a tempo indeterminato dall’esercizio della professione, o debba limitarsi all’avvio del procedimento disciplinare ai sensi dell’art. 50 c. 4 della sopraggiunta L. 247/2012.

L’articolo 17, comma 5, della legge n. 576/1980 prevede che “l’omissione della comunicazione, il ritardo oltre i 90 giorni o la non conformità al vero non seguita da rettifica entro 90 giorni dalla scadenza del termine, vengono segnalati dalla Cassa al competente Consiglio dell’ordine per la valutazione del comportamento dell’iscritto sul piano disciplinare. In ogni […]

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Il COA di Santa Maria Capua Vetere chiede di sapere se la disposizione di cui all’articolo 17, comma 10, lett. b) a mente della quale la cancellazione d’ufficio del praticante può essere disposta “dopo il rilascio del certificato di compiuta pratica, che non può essere richiesto trascorsi sei anni dall’inizio, per la prima volta, della pratica. L’iscrizione può tuttavia permanere per tutto il tempo per cui è stata chiesta o poteva essere chiesta l’abilitazione al patrocinio sostitutivo” si applichi anche ai tirocini iniziati prima dell’entrata in vigore della predetta disposizione.

A quesito analogo aveva dato risposta il parere n. 42/2021, in risposta a quesito del COA di Palermo relativo alla possibilità di rilasciare il certificato di compiuta pratica ai tirocinanti già iscritti alla data di entrata in vigore della legge n. 247/12, anche una volta decorso il termine di sei anni di cui all’articolo 17, […]

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Il COA di Chieti chiede di sapere se possa essere retroattivamente rettificata la data di decorrenza di un provvedimento di cancellazione, per renderla conforme alle richieste dell’istante.

Rileva, nella specie, il contenuto del parere n. 53/2001, nel quale si legge: “Gli effetti del provvedimento di cancellazione operano normalmente a partire dal momento dell’assunzione della delibera di cancellazione da parte del Consiglio dell’ordine, in base al principio generale del diritto amministrativo per cui, salva in ogni caso diversa previsione di legge, gli effetti […]

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Il COA di Chieti chiede di sapere se l’avvocato sospesosi volontariamente dall’esercizio della professione possa continuare ad assumere incarichi di gestione e vigilanza in qualità di Curatore Fallimentare, Commissario Giudiziale, Commissario Liquidatore, Custode giudiziario e delegato alla vendita nelle procedure esecutive immobiliari.

La sospensione volontaria dall’esercizio della professione impedisce l’esercizio di tutte le attività tipiche della professione forense. Tra queste, rientra anche lo svolgimento degli incarichi giudiziari richiamati nel quesito. Consiglio nazionale forense, parere n. 40 del 17 ottobre 2022

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Il COA di Torino chiede di sapere se sia possibile sospendere in via amministrativa gli iscritti che non ottemperino all’obbligo di presentazione del “Modello 5”, fermo restando il rilievo disciplinare di tale mancato adempimento.

La fattispecie è disciplinata dall’articolo 17, comma 5, della legge n. 576/1980, a mente del quale: “L’omissione della comunicazione, il ritardo oltre i 90 giorni o la non conformità al vero non seguita da rettifica entro 90 giorni dalla scadenza del termine, vengono segnalati dalla Cassa al competente Consiglio dell’ordine per la valutazione del comportamento […]

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Il COA di Trapani formula quesito in merito alle conseguenze sul piano deontologico, ordinamentale e professionale della sospensione dall’Albo, disposta per effetto dell’assunzione alle dipendenze dell’Ufficio del Processo, secondo quanto previsto dall’articolo 33, comma 2, del d.l. n. 17/22.

Non vi sono ragioni per discostarsi dal consolidato orientamento del CNF, riassunto da ultimo – in relazione alla sospensione necessaria ex art. 20 comma 1, ma con formula applicabile ad ogni ipotesi di sospensione – dal parere n. 56/2019, a mente del quale: “Gli obblighi deontologici sorgono in capo all’avvocato in virtù della sola iscrizione […]

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Il COA di Savona chiede di sapere “se sia possibile sospendersi temporaneamente, in modo volontario, durante il periodo in cui è in itinere una procedura di concorso per assunzione a posto pubblico, di cui sono già stati superati gli scritti e per cui è previsto un periodo di tirocinio ed in particolare se, nel momento in cui il concorso venga superato ed il posto assegnato, sia possibile riprendere temporaneamente l’esercizio dell’attività in attesa dell’assegnazione del posto di lavoro in base alla graduatoria”.

Ai sensi dell’art. 20, comma 2 della legge professionale un avvocato iscritto all’albo può “sempre” chiedere la sospensione dall’esercizio professionale, senza necessità di riferirne le ragioni ed in assenza di una previsione circa il limite temporale minimo o massimo di durata della sospensione stessa (cfr. ex multis CNF, parere n. 65/2015). Resta tuttavia ferma, anche […]

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Il COA di Bologna chiede, in sintesi, se la disposizione normativa di cui all’art. 76, comma 4-ter, del DPR 115/2002, che esonera dalla allegazione delle condizioni reddituali, nell’ambito del processo penale, le persone offese di talune tipologie di reato espressamente previste dalla legge, sia da ritenersi applicabile anche nelle sedi civilistiche ove l’interessato agisca per portare ad esecuzione la pretesa attivata nella sede penale attraverso la costituzione di parte civile.

Al quesito deve essere data risposta negativa. La disposizione di cui all’art. 76 comma 4 ter del richiamato testo normativo ha infatti carattere eccezionale rispetto al principio generale che riconosce al richiedente la possibilità di essere ammesso al Patrocinio a Spese dello Stato solo in presenza di determinate condizioni di reddito.È tuttavia evidente la contraddittorietà […]

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Il COA di Ancona, nel premettere che l’art. 34 del Codice deontologico Forense stabilisce il divieto, per l’avvocato, di agire nei confronti del proprio cliente, o comunque, della propria parte assistita, per il pagamento dell’attività professionale svolta, senza aver prima rinunciato a tutti gli incarichi ricevuti, chiede “se la presentazione dell’istanza di parere di congruità della parcella da parte di un avvocato che sia ancora difensore di ufficio del debitore (segnatamente nelle more tra il decreto che dispone il giudizio e la prima udienza dibattimentale) essendo prodromica all’azione giudiziaria per recuperare il credito, non violi indirettamente l’art. 34”. Chiede, altresì, se “oltre alla violazione dell’art. 34 possa configurarsi anche quella dell’articolo 24 poiché in tal modo l’avvocato si pone volontariamente in una situazione di conflitto di interesse con la parte assistita officiosamente”.

Come noto, l’art. 34 (Azione contro il cliente e la parte assistita per il pagamento del compenso) del vigente Codice deontologico forense (breviter, CDF) stabilisce al comma 1 che “L’avvocato, per agire giudizialmente nei confronti del cliente o della parte assistita per il pagamento delle proprie prestazioni professionali, deve rinunciare a tutti gli incarichi ricevuti.”. […]

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Radiazione per l’amministratore di sostegno che si appropri indebitamente di somme del beneficiario

Costituisce gravissima violazione deontologica (oltre che di precise norme penali) il comportamento dell’avvocato che, nella sua qualità di amministratore di sostegno, prelevi dal conto del beneficiario somme ingiustificate e comunque non autorizzate dal Giudice tutelare (Nel caso di specie, il professionista era stato condannato in sede penale a sei anni di reclusione per essersi indebitamente […]

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