E’ inammissibile in quanto tardivo l’appello proposto oltre il termine di legge (Nella specie, 20 giorni ex art. 50 co. 2 RDL 1578/1933). Consiglio Nazionale Forense (Pres. f.f. Vermiglio, Rel. Sica), sentenza del 20 febbraio 2012, n. 24
E’ inammissibile in quanto tardivo l’appello proposto oltre il termine di legge (Nella specie, 20 giorni ex art. 50 co. 2 RDL 1578/1933). Consiglio Nazionale Forense (Pres. f.f. Vermiglio, Rel. Sica), sentenza del 20 febbraio 2012, n. 24
Il comportamento dell’avvocato che subordini al pagamento di un acconto il deposito di un atto giudiziario già pronto, è condotta altamente deplorevole e certamente lesiva dei doveri di dignità e decoro, a maggior ragione allorquando il professionista abbia dal cliente già ricevuto somme di denaro seppure riferite ad altre attività svolte sempre nell’interesse del medesimo […]
Allorquando l’annullamento con rinvio della sentenza penale (avente ad oggetto gli stessi fatti contestati in sede disciplinare) venga disposto limitatamente alla necessità di rideterminare il trattamento sanzionatorio, non vi è dubbio che passi in giudicato il punto dell’affermazione di responsabilità e che, quindi, sussista un giudicato parziale che attribuisce la non più discutibile e rimuovibile […]
Nell’ipotesi di addebito disciplinare per gli stessi fatti contestati in sede penale, la sospensione del procedimento disciplinare si impone come necessaria ai sensi dell’art. 295 c.p.c. fino alla definizione del procedimento penale, in quanto dalla definizione del secondo può dipendere, conformemente alla lettura del riformato art. 653 c.p.p., quella del primo. Tale sospensione (che preclude […]
La deliberazione dei COA territoriali che dispone l’apertura del procedimento non è immediatamente impugnabile innanzi al CNF, attesa la sua natura di atto endoprocedimentale, inidoneo -in quanto tale- ad incidere su alcuna situazione giuridica soggettiva dell’iscritto e quindi non riconducibile all’elenco tassativo degli atti scrutinabili dal Consiglio Nazionale in materia disciplinare, ovverosia le sole decisioni […]
E’ facoltà e dovere dell’avvocato esporre con vigore le ragioni del proprio assistito, utilizzando tutti gli strumenti processuali di cui dispone, senza tuttavia superare il limite invalicabile costituito dal divieto di assumere comportamenti non improntati alla dignità e al rispetto sia della persona del giudicante che del suo operato o di insinuare nei confronti del […]
E’ inammissibile il ricorso al C.N.F. presentato oltre il termine perentorio fissato dalla Legge, a prescindere da qualsivoglia diversa indicazione da parte dell’organo che ha emesso il provvedimento, la quale -seppur teoricamente idonea ad ingenerare un erroneo affidamento nel ricorrente- non può escludere l’obiettiva circostanza della tardività, stante la perentorietà del termine processuale e l’assenza […]
Pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante l’avvocato che richieda compensi eccessivi per attività mai svolta, che utilizzi documenti ricevuti in ragione del mandato per ottenere decreti di pagamento verso i propri clienti, e relativi ai pagamenti delle proprie spettanze professionali, e svolga attività dopo la revoca del mandato anche in contrasto con l’interesse del […]
Pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante l’avvocato che assuma pratiche per il tramite di un’agenzia e svolga attività professionale senza ricevere il mandato diretto della parte assistita così ponendo in essere un’ipotesi di non consentito accaparramento della clientela. Consiglio Nazionale Forense (Pres. Alpa, Rel. Vermiglio), sentenza del 20 febbraio 2012, n. 18
In tema di illecito disciplinare, la consapevolezza della illegittimità della propria condotta non è necessaria, essendo infatti sufficiente la volontarietà dell’azione che ha portato al comportamento deontologicamente scorretto. Consiglio Nazionale Forense (Pres. Alpa, Rel. Tacchini), sentenza del 20 febbraio 2012, n. 17