Non sussiste rapporto di specialità tra fra gli artt. 20 e 53 del codice deontologico (ora 52 e 53 nuovo codice)

Non sussiste rapporto di specialità fra gli artt. 20 e 53 del codice deontologico, giacché il secondo delimita l’ambito etico nel quale devono estrinsecarsi i rapporti fra avvocati e magistrati, richiamando, al riguardo, i principi generali della pari dignità e del reciproco rispetto, mentre il primo individua una specifica violazione dei canoni comportamentali anzidetti, che […]

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Il mancato rispetto della dignità della persona costituisce lesione del prestigio dell’avvocatura

Il rispetto della dignità della persona impone ad ogni cittadino, ma in particolare agli avvocati e ai giovani che aspirano a diventarlo, una precisa responsabilità e un dovere specifico, la cui violazione compromette il prestigio e la dignità dell’avvocatura e, in particolare, del suo ruolo di rilievo sociale, quale partecipe e concorrente allo svolgimento della […]

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Le espressioni sconvenienti od offensive non sono scriminate dalla provocazione altrui né dalla reciprocità delle offese

L’avvocato ha il dovere di comportarsi, in ogni situazione (quindi anche nella dimensione privata e non propriamente nell’espletamento dell’attività forense), con la dignità e con il decoro imposti dalla funzione che l’avvocatura svolge nella giurisdizione (art. 5 c.d.f., ora 9 ncdf) e deve in ogni caso astenersi dal pronunciare espressioni sconvenienti od offensive (art. 20 […]

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La valutazione deontologica delle frasi sconvenienti o offensive

In tema di frasi sconvenienti o offensive, il giudice della disciplina ha completa libertà di effettuare pieno riesame delle espressioni utilizzate sotto il profilo deontologico, tenendo conto anche della condotta dell’incolpato nel suo complesso, di quella di chi lo accusa, nonché della potenzialità offensiva del comportamento del professionista in relazione alla sua ricaduta sul prestigio […]

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Le espressioni sconvenienti od offensive non sono scriminate dalla provocazione altrui né dalla reciprocità delle offese

L’avvocato ha il dovere di comportarsi, in ogni situazione (quindi anche nella dimensione privata e non propriamente nell’espletamento dell’attività forense), con la dignità e con il decoro imposti dalla funzione che l’avvocatura svolge nella giurisdizione (art. 5 c.d.f., ora 9 ncdf) e deve in ogni caso astenersi dal pronunciare espressioni sconvenienti od offensive (art. 20 […]

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Le espressioni sconvenienti od offensive nei confronti del giudice

Nell’ambito della propria attività difensiva, l’avvocato non deve mai giungere ad atteggiamenti o comportamenti sconvenienti e violativi del Codice deontologico, che impone al professionista di mantenere con il giudice un rapporto improntato alla dignità e al rispetto sia della persona del giudicante, sia del suo operato. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Salazar), sentenza […]

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La pretesa “letterarietà” dell’espressione sconveniente o offensiva non ne scrimina la rilevanza deontologica

La circostanza che l’espressione offensiva o sconveniente sia stata ricavata da un testo letterario è del tutto irrilevante e non vale ad escludere la rilevanza deontologica della stessa (Nel caso di specie, l’incolpato aveva inviato una lettera personale al giudice della causa, definendolo “pinche tiranito”). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Salazar), sentenza del […]

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Espressioni sconvenienti od offensive: deontologicamente irrilevante l’eventuale liceità penale delle stesse

L’art. 20 Codice Deontologico Forense vieta l’uso di “espressioni sconvenienti od offensive”, e ciò a prescindere dalla rilevanza penalistica delle stesse (Nel caso di specie, l’incolpato aveva eccepito l’irrilevanza penale delle espressioni contestategli in sede disciplinare. In applicazione del principio di cui in massima, il CNF ha rigettato l’eccezione). Consiglio Nazionale Forense (pres. Alpa, rel. […]

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Le espressioni offensive o sconvenienti valicano i limiti imposti dai doveri di correttezza e decoro

La libertà che viene riconosciuta alla difesa della parte non può mai tradursi in una licenza ad utilizzare forme espressive sconvenienti e offensive nella dialettica processuale, con le altre parti, il giudice o i terzi, ma deve invece rispettare i vincoli imposti dai doveri di correttezza e decoro. Consiglio Nazionale Forense (pres. Alpa, rel. Allorio), […]

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