Il COA di Reggio Emilia chiede di sapere “se il praticante avvocato, già abilitatosi alla professione forense in uno stato extra UE dove ha completato anche il tirocinio professionale, possa ottenere – ai fini del rilascio del certificato di compiuta pratica per sostenere l’esame di avvocato in Italia – un riconoscimento anche parziale e comunque pari a mesi sei (art. 41 comma 6, lettera c) della Legge Professionale), del periodo di tirocinio svolto all’estero, in uno stato extra UE, i cui principi non contrastano con l’ordinamento giuridico italiano. Ciò nel caso in cui sussista continuità tra il momento del conseguimento dell’abilitazione alla professione forense all’estero e l’iscrizione nel Registro Speciale dei Praticanti Avvocati in Italia, con interpretazione estensiva di quanto previsto dall’art 41, comma 5, della Legge Professionale”.

La risposta è resa nei termini seguenti.L’articolo 41, comma 6, lett. c) della legge n. 247/12, richiamato nel quesito, prevede che il tirocinio possa essere svolto, tra l’altro, “per non più di sei mesi, in altro Paese dell’Unione europea presso professionisti legali, con titolo equivalente a quello di avvocato, abilitati all’esercizio della professione”. Tale possibilità […]

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Il COA di Milano chiede di sapere “se, coloro che hanno conseguito il titolo di avvocato specialista sulla base di un dottorato di ricerca o in quanto professori universitari ordinari, anche collocati a riposo, possano ritenersi esclusi dalla richiamata disciplina in materia di mantenimento del titolo di avvocato specialista”.

Il decreto ministeriale in materia di specializzazioni forensi (d.m. 144 del 2015 e ss. ii. e mm.) disciplina il mantenimento del titolo di avvocato specialista agli artt. 9, 10 ed 11. L’ambito di applicazione soggettivo è contenuto nell’art. 9, comma 1, il quale si riferisce genericamente all’avvocato specialista inserito nell’elenco di cui all’art. 5 del […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze chiede: 1) “una definizione chiara e univoca delle Scuole e dei Corsi di alta formazione la cui frequenza consente il mantenimento del titolo di specialista in modo da consentirne l’attivazione o, comunque, in modo da fornire agli avvocati che ne stanno facendo richiesta indicazioni corrette sul mantenimento del titolo”; 2) “se si possa considerare ai fini del mantenimento del titolo di specialista, nel corso del triennio, come alternativa – anno per anno – la partecipazione ai corsi di alta formazione (secondo le modalità che saranno definite) e la trattazione di incarichi professionali nella misura minima prevista.”; 3) “se possa considerarsi effettivamente necessario … richiedere l’espressa precisazione all’interno della autodichiarazione “di aver provveduto all’informativa scritta ai Clienti” in quanto tale dichiarazione parrebbe in contrasto con l’anonimizzazione dei dati richiesta e comporterebbe per l’avvocato dichiarante, una ulteriore complessa attività”.

Con riguardo al primo quesito, si ritiene che la definizione di scuole e corsi di alta formazione debba mutuare la medesima definizione accolta dalle Linee Guida per la Formazione specialistica degli avvocati emanate dalla commissione permanente di cui all’art. 7, comma 2, del decreto del Ministro della giustizia 12 agosto 2015, n. 144, modificato dal […]

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Il COA di Piacenza formula quesito in merito alla durata temporale dell’annotazione della sospensione dell’iscritto, chiedendo in particolare se la stessa possa permanere anche una volta decorso il periodo di sospensione pur potendo sussistere, in astratto, un “interesse del pubblico” a conoscere la storia professionale dell’iscritto.

L’annotazione della sospensione è dovuta, per il periodo della sospensione medesima, al fine di portare a conoscenza della collettività il fatto che l’iscritto non può – in quel periodo – svolgere attività professionale (parere n. 86/2016); e ciò anche a tutela dell’amministrazione della giustizia e dell’affidamento della collettività nel corretto esercizio della professione forense, funzionale […]

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Il COA di Perugia chiede di sapere se il praticante che abbia anticipato un semestre di tirocinio in costanza degli studi universitari e che abbia successivamente conseguito il diploma di laurea possa immediatamente richiedere l’ammissione al patrocinio sostitutivo o se invece debba attendersi un ulteriore semestre di tirocinio.

La possibilità di anticipare un semestre di tirocinio durante l’ultimo periodo degli studi universitari è esplicitamente riconosciuta dall’articolo 41 comma 6 lettera d della legge numero 247 del 2012. L’anticipazione del semestre presuppone l’iscrizione nel registro dei praticanti e lo svolgimento effettivo della pratica forense presso un avvocato, seppure nel contesto di un progetto formativo […]

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Il COA di Vicenza formula quesito in merito alla compatibilità dello svolgimento, da parte di un praticante Avvocato, del Tirocinio ex art. 73 D.L. 69/2013, con il contemporaneo svolgimento della pratica forense presso lo Studio di un Avvocato, che eserciti nel medesimo circondario ove ha sede il Tribunale presso il quale si svolge il Tirocinio ex art. 73 D.L. 69/2013.

La possibilità di svolgimento contestuale del tirocinio presso l’ufficio giudiziario e del tirocinio forense è espressamente ammessa dall’articolo 73, comma 10 del D.L. n. 69/2013 che ha cura di precisare, al secondo periodo, che “Il contestuale svolgimento del tirocinio per l’accesso alla professione forense non impedisce all’avvocato presso il quale il tirocinio si svolge di […]

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Il COA di Cagliari formula quesito in merito alla decorrenza della cancellazione d’ufficio dell’avvocato iscritto nell’elenco speciale degli avvocati dipendenti degli enti pubblici in caso di adozione – da parte dell’ente – di una determina di revoca dell’assegnazione dell’avvocato all’ufficio legale, anche nel caso in cui tale determina non sia stata comunicata agli uffici giudiziari e, quindi, l’avvocato abbia continuato per un certo periodo a ricevere notifiche e/o comunicazioni relative a procedimenti in cui patrocinava a favore dell’ente e se, in tale ultimo caso, la cancellazione debba decorrere dalla data della determina ovvero dalla data dell’ultima notifica ricevuta.

La risposta è resa nei termini seguenti.Elemento costitutivo per l’iscrizione nell’elenco speciale di cui all’articolo 23 della legge n. 247/12 è l’adibizione esclusiva del dipendente pubblico in possesso del titolo di avvocato alla trattazione degli affari legali dell’ente mediante suo inquadramento stabile e altrettanto esclusivo nell’ufficio legale dell’ente pubblico, alle condizioni e con le caratteristiche […]

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Il COA di Roma formula richiesta di parere “circa la compatibilità tra l’iscrizione nell’Albo degli Avvocati e il richiamo in servizio a domanda senza assegni, in qualità di Comandante e Coordinatore di un corpo militare speciale volontario, ausiliario delle Forze armate il cui stato giuridico è regolato dagli artt. 1626 e ss. del d.lgs. 66/2010″.

La risposta è resa nei termini seguenti.Premesso che in materia di tenuta degli Albi il COA gode di un margine di discrezionalità che si lega – anzitutto – alla valutazione delle concrete caratteristiche del caso, occorre dunque che il COA valuti, in tale prospettiva, se la tipologia dell’incarico possa comportare commistione di interessi con l’esercizio […]

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Il COA di Benevento chiede di sapere se possano trasmettersi le comunicazioni intercorse tra colleghi a seguito di una richiesta formale pervenuta dai Carabinieri, delegati all’attività di indagine, nell’ambito di un procedimento penale avviato per fatti oggetto della predetta corrispondenza.

Nel caso di cui al quesito, la presenza di una esplicita richiesta da parte dei Carabinieri, delegati alla attività di indagine su fatti oggetto della corrispondenza prevale sull’obbligo deontologico e l’avvocato – anche per sottrarsi a eventuali conseguenze penali della mancata collaborazione – è tenuto a consegnare la corrispondenza. Consiglio nazionale forense, parere n. 23 […]

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Il COA di Brindisi formula quesito in merito all’operatività del divieto di testimoniare, di cui all’articolo 51 del Codice deontologico, nel caso di un avvocato che – ancora difensore della società datrice di lavoro – sia chiamato a testimoniare nel procedimento giudiziario relativo al licenziamento di una dipendente, anche nel caso in cui non conosca i capitoli di prova.

Fermo restando che, trattandosi di materia deontologica, è dirimente la valutazione del caso concreto in via di principio si ritiene che al quesito debba essere data risposta nel senso dell’obbligo di astenersi dal testimoniare, considerato il chiaro disposto dell’articolo 51 del Codice deontologico. Consiglio nazionale forense, parere n. 22 del 12 maggio 2025

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