L’inadempimento delle obbligazioni nei confronti dei terzi non è scriminato da asserite difficoltà economiche dell’incolpato

L’asserito stato di bisogno non scrimina la rilevanza deontologica né attenua la sanzione disciplinare per l’inadempimento delle obbligazioni nei confronti dei terzi (art. 64 cdf), tantopiù in mancanza di resipiscenza. Tuttavia, l’esistenza dei gravi problemi economico-familiari dell’incolpato il quale abbia agito in stato di bisogno e di gravi difficoltà economiche non dipendenti da fatto volontario […]

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Sospeso disciplinarmente l’avvocato che detenga illegalmente armi e proiettili

Costituisce (anche) illecito disciplinare, per violazione dell’art. 9 cdf, il comportamento dell’avvocato che detenga illegalmente un’arma da fuoco, trattandosi di condotta che arreca disdoro alla classe forense per violazione dei principi di probità, lealtà e correttezza a cui il professionista deve sempre ispirarsi (Nel caso di specie, l’incolpato era stato condannato in sede penale, con […]

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La nullità dell’addebito disciplinare per difetto di specificità

L’addebito disciplinare può ritenersi nullo solo per difetto di specificità o nel caso di assoluta incertezza sui fatti oggetto di contestazione ovvero quando la contestazione sia tale per cui, con la lettera dell’incolpazione, l’interessato non sia in grado di affrontare in modo efficace le proprie difese (Nel caso di specie, l’incolpato aveva impugnato la decisione […]

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La rilevanza deontologica dell’evasione fiscale per infedele dichiarazione dei redditi

Costituisce illecito disciplinare, per violazione degli artt. 9, 16 e 64 cdf, il comportamento dell’avvocato che dichiari redditi inferiori a quelli effettivamente percepiti, in quanto arreca disdoro alla classe forense per violazione dei principi di probità, lealtà e correttezza propri del professionista, e ciò a prescindere dalla eventuale rilevanza penale della condotta (nella specie, esclusa […]

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Radiazione per l’avvocato che suggerisca al cliente comportamenti illeciti integranti il reato di bancarotta

Costituisce (anche) gravissima lesione dei principi deontologici generali (art. 9 cdf), ai quali la professione deve sempre ispirarsi, nonché violazione particolare degli artt. 23 e 50 cdf, il comportamento dell’avvocato che suggerisca al cliente il confezionamento di documenti falsi nonché comportamenti, atti o negozi nulli, illeciti o fraudolenti al fine di mascherarne gli illeciti e […]

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I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare: aggravanti e attenuanti

La determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti (art. 21 cdf), avuto riguardo alla gravità dei comportamenti contestati, al grado della colpa o all’eventuale sussistenza del dolo ed alla sua intensità, al comportamento dell’incolpato precedente e successivo al fatto, alle circostanze -soggettive […]

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Procedimento disciplinare: una difesa dilatoria, pretestuosa ed ostruzionistica dell’incolpato rileva ai fini della dosimetria della sanzione

Il comportamento ostruzionistico tenuto dall’incolpato nel corso del procedimento disciplinare a suo carico, seppur irrilevante ai fini dell’accertamento dell’an (responsabilità) può rilevare ai fini del quantum (sanzione), ai sensi degli artt. 21 co. 3 e 71 co. 3 cdf. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Galletti), sentenza n. 94 del 4 aprile 2025 NOTA:In […]

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Il procedimento disciplinare è autonomo rispetto al procedimento penale aperto per lo stesso fatto

Il procedimento disciplinare è autonomo rispetto al procedimento penale aperto per lo stesso fatto, e per quanto disposto dell’art. 653 cpp, la sentenza penale ha efficacia di giudicato nel giudizio per la responsabilità penale quanto all’accertamento del fatto, alla sua illiceità penale e alla affermazione che l’imputato lo abbia oppure no commesso, restando invece di […]

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La suitas, quale elemento soggettivo (sufficiente) dell’illecito disciplinare

Ai fini della sussistenza dell’illecito disciplinare, è sufficiente la volontarietà del comportamento dell’incolpato e, quindi, sotto il profilo soggettivo, è sufficiente la “suitas” della condotta intesa come volontà consapevole dell’atto che si compie, dovendo la coscienza e volontà essere interpretata in rapporto alla possibilità di esercitare sul proprio comportamento un controllo finalistico e, quindi, dominarlo. […]

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