Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare

Il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare la conferenza e la rilevanza delle prove dedotte in virtù del principio del libero convincimento, con la conseguenza che la decisione assunta in base alle testimonianze ed agli atti acquisiti in conseguenza degli esposti deve ritenersi legittima, allorquando risulti coerente con le risultanze documentali acquisite […]

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La prescrizione disciplinare non può essere interrotta per più di 7 anni e mezzo

Ai sensi dell’art. 56 L. n. 247/2012, l’azione disciplinare si prescrive nel termine di sei anni (comma 1), che decorre dalla commissione del fatto o dalla cessazione della sua permanenza; l’interruzione della prescrizione fa decorrere un nuovo termine di cinque anni (comma 3), ma in nessun caso il termine prescrizionale complessivo può essere superiore a […]

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La nuova prescrizione dell’azione disciplinare segue criteri di matrice penalistica (e non più civilistici)

Nel nuovo ordinamento professionale forense (L. n. 247/2012), che sotto questo profilo segue criteri di matrice penalistica, l’azione disciplinare si prescrive nel termine di sei anni dal fatto (art. 56, co. 1) e in nessun caso, quindi al di là degli effetti della sospensione e dell’interruzione, il termine stesso può essere prolungato di oltre un […]

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Inadempimento al mandato: l’omessa partecipazione all’udienza costituisce illecito deontologico istantaneo

In difetto di un legittimo impedimento, ovvero di una comprovata strategia difensiva concordata con il cliente (con relativo onere probatorio a carico di chi intenda addurla), pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante il difensore che, per “non scusabile e rilevante trascuratezza” (art. 26 cdf), non partecipi all’udienza né nomini un proprio sostituto processuale o […]

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La prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio

La prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, anche in sede di legittimità, a causa della natura pubblicistica della materia e dell’interesse superindividuale dello Stato e della comunità intermedia, quale l’ordine professionale. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Arnau), sentenza n. 344 del 27 settembre 2024

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Nullità del procedimento per omessa convocazione dell’incolpato: gli atti tornano al CDD a tutela del diritto di difesa dell’incolpato

Nel caso di nullità del procedimento disciplinare per omessa convocazione dell’incolpato, gli atti vanno rimessi al CDD per la rinnovazione del giudizio, non potendo il CNF giudicare, in sede di gravame, sulla responsabilità dell’incolpato a cui non sia stato assicurato il pieno esercizio del diritto di difesa in sede territoriale. Consiglio Nazionale Forense (pres. Greco, […]

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Procedimento disciplinare: la mancata convocazione dell’incolpato determina la nullità della decisione disciplinare

Nella fase dell’istruttoria pre-procedimentale non sussiste l’obbligo del CDD di convocare l’iscritto attinto da notizia di illecito disciplinare, ma una volta instaurato il procedimento disciplinare, con l’approvazione e comunicazione del capo di incolpazione, la convocazione diviene obbligatoria in mancanza della quale il procedimento dovrà ritenersi affetto da nullità per violazione di fondamentali prescrizioni di legge […]

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Procedimento disciplinare: l’instaurazione del contraddittorio non impone l’audizione effettiva dell’incolpato

Il giudice della deontologia ha l’obbligo di convocare l’iscritto, ma è onere di quest’ultimo (che ha il diritto -non il dovere- di difendersi) presentarsi e/o svolgere le proprie deduzioni, giacché il predetto obbligo di audizione viene soddisfatto con la semplice convocazione, non essendo altresì necessario che l’audizione stessa debba essere effettuata in concreto anche ove […]

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L’omessa fatturazione di compensi percepiti costituisce illecito deontologico permanente

L’avvocato ha l’obbligo, sanzionato dagli artt. 16 e 29 codice deontologico (già art. 15 cod. prev.), di emettere fattura tempestivamente e contestualmente alla riscossione dei compensi, restando irrilevante l’eventuale ritardo nell’adempimento in parola, non preso in considerazione dal codice deontologico. In particolare, la violazione di tale obbligo costituisce illecito permanente, sicché la decorrenza del termine […]

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