Il dovere di informazione

L’avvocato è tenuto a dare notizie al cliente sullo svolgimento del mandato affidatogli, altrimenti pone in essere un comportamento disciplinarmente rilevante perché lesivo del rapporto di fiducia che si deve instaurare tra il professionista ed il suo cliente e, nel complesso, lesivo del prestigio e del decoro dell’intera classe forense. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. […]

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La competenza disciplinare del COA

La competenza disciplinare spetta al COA, che ha la custodia dell’albo in cui il professionista è iscritto, e a quello nella cui giurisdizione è avvenuto il fatto deontologicamente rilevante (Nel caso di specie, un cittadino sloveno domiciliato in Italia ed iscritto all’albo tenuto da un COA nazionale, eccepiva il difetto di competenza e/o giurisdizione del […]

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L’immediatezza del provvedimento non è requisito della sospensione cautelare

Il potere del Consiglio dell’Ordine di sospendere cautelarmente l’avvocato prima della apertura del procedimento disciplinare ha natura esclusivamente discrezionale, cosicché il sindacato del CNF quale giudice di appello può riguardare soltanto la legittimità formale dell’atto, non anche il merito e quindi l’opportunità che ne ha determinato l’adozione. Da ciò deriva che la immediatezza della adozione […]

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La specificità dei motivi del gravame è requisito di ammissibilità del ricorso

La specificità dei motivi del gravame, necessaria ai fini dell’ammissibilità del ricorso al CNF, richiede l’indicazione chiara ed inequivoca, ancorché succinta, delle ragioni di fatto e di diritto della doglianza, tale da consentire l’identificazione esatta dei limiti del devolutum e, quindi, delle questioni che si intendono sottoporre al riesame, con la conseguenza che va ritenuta […]

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La cancellazione (amministrativa) dall’albo dell’avvocato sottoposto ad amministrazione di sostegno

La sottoposizione dell’avvocato alla procedura di amministrazione di sostegno costituisce una limitazione al personale esercizio dei diritti civili ed attesta uno stato tale da far ritenere carente il requisito di cui all’art. 17, comma 1 n. 2, del R.D.L. n. 1578/1933 necessario per l’iscrizione all’Albo e per la permanenza dell’iscrizione stessa ai sensi dell’art. 37 […]

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L’assunzione di incarichi contro ex-clienti

L’avvocato può assumere un incarico professionale contro una parte già assistita solo quando sia trascorso almeno un biennio dalla cessazione del rapporto professionale e, in ogni caso, non può utilizzare notizie acquisite in ragione del rapporto già esaurito (Nel caso di specie, in applicazione del principio di cui in massima, il CNF ha ritenuto congrua […]

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L’appello al CNF non può riguardare generiche censure alla decisione del COA

Il giudizio di appello non è un iudicium novum ma una revisio prioris instantiae, per cui la cognizione del giudice resta ivi circoscritta alle questioni dedotte dall’appellante attraverso l’enunciazione di specifici motivi. Ne consegue che il ricorrente non può limitarsi a muovere generiche censure all’impugnata decisione del COA locale, dovendo invece esporre le ragioni volte […]

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Illecito trattenere, senza il consenso del cliente, le spese legali liquidate in sentenza a carico della controparte

Integra illecito disciplinare la condotta dell’avvocato che trattenga, a titolo di compenso, le somme ricevute dalla controparte soccombente come liquidate a suo carico in sentenza, senza il consenso espresso della parte assistita (Nel caso di specie, in applicazione del principio di cui in massima, il CNF ha ritenuto congrua la sanzione disciplinare della censura). Consiglio […]

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La rinuncia all’esposto non estingue il procedimento disciplinare

L’azione disciplinare non rientra nella disponibilità delle parti, sicché la rinuncia all’esposto da parte dei soggetti esponenti così come l’eventuale dichiarazione delle parti di essere pervenute ad una risoluzione bonaria della controversia non condiziona né implica l’estinzione o l’interruzione del procedimento. Consiglio Nazionale Forense (pres. Alpa, rel. Florio), sentenza del 28 dicembre 2013, n. 214

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Il principio della consumazione dell’impugnazione trova applicazione anche in sede disciplinare

La proposizione del ricorso determina la consumazione del diritto di impugnazione, con la conseguenza che con la successiva memoria illustrativa, che ha solo la funzione di chiarire le ragioni esposte a sostegno dei motivi tempestivamente esposti nel ricorso, non possono proporsi, per la prima volta, motivi nuovi non dedotti nell’atto di impugnazione. Tale principio trova […]

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