Impugnazione al CNF: contenuto e forma della procura speciale

Nel giudizio dinanzi al CNF, l’incolpato può difendersi personalmente, purché iscritto nell’albo professionale ed in possesso dello ius postulandi, ovvero farsi assistere da altro avvocato, purché iscritto all’albo dei patrocinanti davanti alle Giurisdizioni Superiori e munito di procura speciale, la quale: 1) deve essere antecedente alla proposizione del ricorso (non operando nella fattispecie la sanatoria […]

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La valutazione del requisito della condotta irreprensibile

La sussistenza del requisito della condotta irreprensibile (già “specchiatissima e illibata”), necessaria al fine di ottenere l’iscrizione all’albo o registro, deve essere esclusa in tutte le ipotesi in cui il richiedente abbia tenuto condotte non conformi alla disciplina normativa o alle regole deontologiche della professione forense, tali da incidere sull’affidabilità del soggetto che aspira a […]

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La pendenza di un procedimento penale non preclude, di per sé, l’iscrizione all’albo o registro

La pendenza di uno o più procedimenti penali non è di per sé ostativa all’iscrizione all’albo o registro, in quanto non sussumibile ad una condanna che presuppone l’accertamento di responsabilità dell’agente, ove si consideri la vigenza del principio della presunzione di innocenza cui è informato il sistema processual penalistico del nostro Paese. Consiglio Nazionale Forense […]

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Delibera di iscrizione all’albo e al registro: (ora) inammissibile l’impugnazione del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello

A differenza della previgente disciplina (art. 31 RDL n. 1578/1933), il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello non è più legittimato ad impugnare la delibera di iscrizione all’albo o al registro, che, per questo, neppure gli deve essere notificata ex art. 17 L. n. 247/2012. Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Sorbi), sentenza del 23 […]

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità e di merito, per cui l’eventuale inadeguatezza, incompletezza […]

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Per l’impugnazione al CNF vale il principio di tipicità e decisorietà degli atti

Avanti al Consiglio Nazionale Forense, per il principio di tipicità e decisorietà degli atti, possono essere impugnati i soli atti capaci di incidere in via definitiva sulla sfera giuridica dello iscritto e/o dell’incolpato, sicché è inammissibile il ricorso avverso la delibera di convocazione, che ha natura meramente endoprocedimentale. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. […]

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L’omessa restituzione della documentazione al cliente

L’omessa restituzione al cliente della documentazione ricevuta per l’espletamento del mandato costituisce illecito deontologico (art. 33 ncdf, già 42 codice previgente), salve le ipotesi di caso fortuito o forza maggiore (Nel caso di specie, il professionista aveva ricevuto dalla cliente della documentazione al fine di consegnarla alla controparte dietro versamento di una somma di denaro, […]

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I presupposti del segreto e riserbo professionale

Il professionista è tenuto a mantenere il segreto ed il massimo riserbo sull’attività prestata e su tutte le informazioni che gli siano fornite dal cliente e dalla parte assistita, nonché su quelle delle quali sia venuto a conoscenza in dipendenza del mandato. Elementi del relativo illecito disciplinare sono quindi, da un lato, l’esistenza di un […]

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L’illecito disciplinare a forma libera o “atipico”

Il nuovo Codice Deontologico Forense è informato al principio della tipizzazione della condotta disciplinarmente rilevante, “per quanto possibile” (art. 3, co. 3, L. 247/2012), poiché la variegata e potenzialmente illimitata casistica di tutti i comportamenti (anche della vita privata) costituenti illecito disciplinare non ne consente una individuazione dettagliata, tassativa e non meramente esemplificativa. Conseguentemente, la […]

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L’impugnazione tardiva è inammissibile

E’ inammissibile in quanto tardivo l’appello proposto oltre il termine di legge (nella specie, 20 giorni dalla notifica della decisione ex art. 50 RDL 1578/1933, applicabile ratione temporis), giacché i termini per la impugnazione delle decisioni sono perentori e non possono pertanto essere prorogati, sospesi o interrotti, se non nei casi eccezionali espressamente previsti dalla […]

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