L’obbligo di indicare i provvedimenti già ottenuti

Nella presentazione di istanze o richieste riguardanti lo stesso fatto, l’avvocato deve indicare i provvedimenti già ottenuti, compresi quelli di rigetto (art. 50 co. 6 cdf), ma limitatamente a quelli di cui sia a conoscenza, con relativo onere a carico di chi sostenga l’accusa disciplinare. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Stefanì), sentenza n. […]

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La causa finita male non è perciostesso un’azione “inutilmente gravosa” che l’avvocato non doveva consigliare al cliente

Il professionista forense ha l’obbligo di utilizzare tutti i mezzi che la legge gli offre per assistere al meglio il suo cliente, nell’adempimento del proprio mandato (art. 26 cdf). Tuttavia, l’obbligazione professionale dell’avvocato non è di risultato, sicché il mancato raggiungimento dello scopo prefissato non comporta l’automatico insorgere di responsabilità deontologica, dovendo piuttosto valutarsi caso […]

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Le mere e non suffragate accuse dell’esponente non bastano ad accertare la responsabilità disciplinare dell’avvocato

In ottemperanza ai più elementari principi che governano la ricerca della prova dei fatti dedotti nel procedimento disciplinare, la sola accusa formulata dall’esponente, non suffragata, poi, da congrua documentazione e/o da dichiarazioni testimoniali rese da terzi disinteressati, è da ritenersi insufficiente al fine di comprovare la responsabilità dell’incolpato, anche se quest’ultimo nulla ha fatto per […]

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In dubio pro reo: il principio di presunzione di non colpevolezza vale anche in sede disciplinare

Il procedimento disciplinare è di natura accusatoria, sicché va accolto il ricorso avverso la decisione del Consiglio territoriale allorquando la prova della violazione deontologica non si possa ritenere sufficientemente raggiunta, per mancanza di prove certe o per contraddittorietà delle stesse, giacché l’insufficienza di prova su un fatto induce a ritenere fondato un ragionevole dubbio sulla […]

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La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte

In tema di procedimento disciplinare a carico di avvocati, il giudice della deontologia ha il potere di valutare la convenienza a procedere all’esame di tutti o di parte dei testimoni ammessi, e, quindi, di revocare l’ordinanza ammissiva e di dichiarare chiusa la prova, quando ritenga superflua la loro ulteriore assunzione perché in possesso, attraverso la […]

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Procedimento disciplinare: la rilevanza probatoria delle dichiarazioni dell’esponente

Le dichiarazioni dell’esponente possono assumere da sole valore di prova quando trovano riscontro in altri elementi obiettivi e documentali, e siano altresì esenti da lacune e vizi logici. Pertanto, l’attività istruttoria espletata dal consiglio territoriale deve ritenersi correttamente motivata allorquando la valutazione disciplinare sia avvenuta non già solo esclusivamente sulla base delle dichiarazioni dell’esponente o […]

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La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il […]

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Irrilevante in sede disciplinare la sentenza penale che abbia dichiarato estinto il reato sulla scorta dell’esito positivo della messa alla prova

A differenza della sentenza penale di condanna (che ha efficacia di giudicato in sede disciplinare quanto all’accertamento del fatto, alla sua eventuale illiceità penale ed all’affermazione che l’imputato lo ha commesso) e dell’assoluzione pronunciata perché il fatto non sussiste o perché l’imputato non lo ha commesso (che vincola in conformità il giudice della deontologia), è […]

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Rinvio dell’udienza disciplinare per concomitante impegno professionale: escluso il legittimo impedimento se l’incolpato è un codifensore

Perché possa ritenersi sussistente l’impedimento dell’avvocato difensore a comparire in udienza, e quindi possa concedersi il dovuto rinvio, è necessario che l’impegno professionale concomitante sia non soltanto comunicato tempestivamente, ma documentato ed esplicitato anche in riferimento alla essenzialità e non sostituibilità della presenza del difensore in altro processo. Infatti, non è la mera concomitanza di […]

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Elezioni CDD: sulla rappresentanza di genere

Alla luce del combinato disposto degli artt. 4 e 8 del Reg. CNF n. 1/2014, deve ritenersi che, quanto al numero delle preferenze da esprimere, il limite dei 2/3 degli eligendi costituisca la regola, che è tuttavia derogabile ove sussista la necessità di destinare le preferenze ai due generi, nel qual caso le stesse non […]

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