La produzione in giudizio di corrispondenza riservata è un illecito istantaneo

Ai fini della prescrizione dell’azione disciplinare, la violazione del divieto di cui all’art. 48 cdf è un illecito deontologico di carattere istantaneo, che si consuma ed esaurisce al momento stesso della produzione in giudizio della corrispondenza riservata tra colleghi. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Carello), sentenza n. 187 del 13 maggio 2024 NOTAIn […]

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La prescrizione disciplinare non può essere interrotta per più di 7 anni e mezzo

Ai sensi dell’art. 56 L. n. 247/2012, l’azione disciplinare si prescrive nel termine di sei anni (comma 1), che decorre dalla commissione del fatto o dalla cessazione della sua permanenza; l’interruzione della prescrizione fa decorrere un nuovo termine di cinque anni (comma 3), ma in nessun caso il termine prescrizionale complessivo può essere superiore a […]

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La prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio

La prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, anche in sede di legittimità, a causa della natura pubblicistica della materia e dell’interesse superindividuale dello Stato e della comunità intermedia, quale l’ordine professionale. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Carello), sentenza n. 187 del 13 maggio 2024

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L’estinzione del giudizio d’impugnazione al CNF per rinuncia al ricorso

La rinuncia all’impugnazione proposta da parte del ricorrente determina la immediata estinzione del relativo procedimento per cessazione della materia del contendere, non essendo a tal fine necessaria la sua accettazione da parte dell’appellato, con conseguente stabilizzazione della decisione gravata. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Talerico), sentenza n. 184 del 13 maggio 2024

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È temeraria la tesi che neghi la (potenziale) rilevanza deontologica della vita privata dell’avvocato

È temeraria la tesi difensiva dell’incolpato che neghi la rilevanza deontologica delle condotte in quanto estranee all’esercizio della professione in senso stretto (nella specie, anche penalmente rilevanti), allorché ledano comunque gli elementari doveri di probità, dignità e decoro, compromettendo così l’immagine dell’avvocatura. Corte di Cassazione (pres. Travaglino, rel. Rossetti), sentenza n. 26368 del 10 ottobre […]

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Sospensione dell’esecutività della sentenza del CNF – Istanza contenuta nel ricorso alle Sezioni unite – Ammissibilità – Fondamento.

L’istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza del Consiglio nazionale forense può essere contenuta nel ricorso proposto, avverso la stessa, alle Sezioni unite della Corte di cassazione, purché abbia una propria autonoma motivazione e sia riconoscibile quale istanza cautelare, atteso che l’art. 36, comma 6, della l. n. 247 del 2012, limitandosi a prevedere che le […]

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Dovere di astensione ex art. 24, comma 5, del codice deontologico – Applicabilità alle ipotesi di cui all’art. 68, comma 4, del codice – Sussistenza – Fondamento – Fattispecie.

In tema di responsabilità disciplinare dell’avvocato, il dovere di astensione previsto dall’art. 24, comma 5, del codice deontologico – qualora le parti aventi interessi confliggenti si rivolgano ad avvocati che siano partecipi di una stessa società di avvocati o associazione professionale o che esercitino negli stessi locali e collaborino professionalmente in maniera non occasionale – […]

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ISCRIZIONE ALL’ALBO – Requisito ex art. 17, comma 1, lett. h), l. n. 247 del 2012 – Nozione – Valutazione di gravità – Necessità – Qualità di imputato del richiedente – Rilevanza – Limiti – Fondamento – Presunzione di innocenza – Fattispecie.

Il requisito della “condotta irreprensibile” – previsto dall’art. 17, comma 1, lett. h), della l. n. 247 del 2012 tra quelli necessari per l’iscrizione all’albo degli avvocati – impone una considerazione delle condotte (anche afferenti alla vita privata) del richiedente improntata a un canone di necessaria gravità, funzionale alla valutazione dell’idoneità dell’interessato, sotto il profilo […]

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Procedimento disciplinare: l’impugnazione del COA presuppone una delibera consiliare

Avverso ogni decisione del Consiglio distrettuale di disciplina, il Consiglio dell’Ordine di appartenenza dell’incolpato può proporre impugnazione, stando in giudizio per mezzo del proprio Presidente, previa delibera collegiale con cui gli si dia mandato di rappresentare processualmente il COA e autorizzandolo a conferire procura alle liti ad un avvocato (o ad esso stesso se abilitato […]

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