La rilevanza (anche) deontologica del coinvolgimento dell’avvocato in reati di bancarotta

Costituisce grave (ancorché atipico) illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato condannato per bancarotta (nella specie 6 anni di reclusione), in violazione dei principi di lealtà, correttezza, probità e dignità (art. 9 cdf) e conseguente lesione della immagine della avvocatura quale inevitabile ricaduta del comportamento stesso. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Napoli, rel. Gagliano), sentenza n. 443 […]

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Avvocato integrato: l’abilitazione estera al patrocinio dinanzi alle Giurisdizioni Superiori non vale in Italia

In difetto di iscrizione dell’apposito albo speciale, l’avvocato c.d. integrato, cioè già stabilito e quindi iscritto all’albo ordinario a seguito di dispensa della prova attitudinale (art. 12 D.Lgs. n. 96/2001), non può patrocinare dinanzi alle Giurisdizioni Superiori sol perché abilitato a tale patrocinio nel Paese UE di origine, giacché il possesso del titolo italiano e […]

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L’avvocato non Cassazionista può adire in proprio il CNF solo in sede disciplinare

L’avvocato può adire personalmente il Consiglio Nazionale Forense anche se non Cassazionista solo nell’ambito del (proprio) procedimento disciplinare (purché non sia stato privatoo dell’esercizio della professione in quanto cancellato o sospeso con provvedimento già esecutivo), valendo infatti negli altri casi la regola generale secondo cui le funzioni di rappresentanza e difesa avanti qualsiasi giurisdizione speciale […]

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Conflitto di interessi: l’illecito (di pericolo) garantisce l’assoluta terzietà dell’avvocato al di sopra di ogni dubbio

Affinché possa dirsi rispettato il canone deontologico posto dall’art. 24 cdf, non solo deve essere chiara la terzietà dell’avvocato, ma è altresì necessario che in alcun modo possano esservi situazioni o atteggiamenti tali da far intendere diversamente. La suddetta norma, invero, tutela la condizione astratta di imparzialità e di indipendenza dell’avvocato – e quindi anche […]

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La carica sociale con poteri di gestione o rappresentanza è incompatibile con l’esercizio della professione forense (anche se poi, di fatto, l’avvocato non esercita quei poteri)

L’avvocato che ricopre il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione o di amministratore delegato o unico di una società commerciale si trova in una situazione di incompatibilità con l’esercizio della professione forense laddove tale carica comporti effettivi poteri di gestione o di rappresentanza e non si limiti esclusivamente all’amministrazione di beni personali o familiari […]

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L’estinzione del giudizio d’impugnazione al CNF per rinuncia al ricorso

La rinuncia all’impugnazione proposta da parte del ricorrente determina la immediata estinzione del relativo procedimento per cessazione della materia del contendere, non essendo a tal fine necessaria la sua accettazione da parte dell’appellato, con conseguente stabilizzazione della decisione gravata. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. De Benedittis), sentenza n. 442 del 2 dicembre 2024

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La richiesta o percezione di compensi sproporzionati costituisce illecito deontologico istantaneo

La richiesta o percezione di compensi sproporzionati rispetto all’attività difensiva effettivamente espletata (art. 29 cdf) costituisce un illecito disciplinare di carattere istantaneo, per il quale il dies a quo del termine prescrizionale dell’azione disciplinare va individuato nel momento della richiesta o dell’avvenuto pagamento dei compensi spropositati. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Talerico), sentenza […]

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