La mancata audizione dei testi indicati dall’incolpato

Il Giudice della Deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare la conferenza e la rilevanza delle prove dedotte in virtù del principio del libero convincimento, sicché non determina nullità della decisione l’omessa audizione dei testi indicati dall’incolpato, quando risulti che il Consiglio abbia ritenuto le testimonianze insufficienti ai fini del giudizio, per essere il Collegio […]

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Il procedimento amministrativo avanti al COA non ha un termine massimo di durata (a pena di nullità)

Il procedimento disciplinare di primo grado ha sì natura amministrativa, ma speciale, in quanto disciplinato specificamente dalle norme di cui agli artt. 38, 45 – 50 del RDL n. 1578/1933 e dagli artt. 47-51 del R.D. n. 37/1934, che non contengono termini perentori per l’inizio, lo svolgimento e la definizione del procedimento stesso davanti al […]

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Procedimento disciplinare: l’errata indicazione della data dell’udienza

L’errata indicazione della data dell’udienza di comparizione (perché, ad esempio, anticipata rispetto a quella della notifica) non integra un’ipotesi di nullità della citazione ogni qual volta l’errore sia riconoscibile con l’uso dell’ordinaria diligenza, di modo che l’incolpato possa facilmente rendersi conto dell’esatta data dell’udienza predetta. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Allorio), sentenza del […]

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Per il termine d’impugnazione al CNF è irrilevante la data di notifica al difensore

Ai sensi dell’art. 50, comma 1° R.D.L. n. 1578/1933 (ratione temporis applicabile), la notificazione della decisione del C.O.A. è necessaria soltanto nei confronti dell’incolpato, e non anche nei confronti del suo eventuale difensore, la quale ultima, qualora fosse comunque eseguita, non rileva ai fini del computo del termine per l’impugnazione tempestiva (Nel caso di specie, […]

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I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare

La determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti, della gravità dei comportamenti contestati, violativi dei doveri di probità, dignità e decoro sia nell’espletamento della attività professionale che nella dimensione privata, con compromissione della immagine della classe forense. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. […]

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Istruzione probatoria: il principio del libero convincimento del giudice vale anche in sede disciplinare

Il Consiglio territoriale gode della più ampia discrezionalità in ordine alla introduzione nel procedimento dei mezzi istruttori, sicché non è censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati, quando risulti che il Consiglio abbia ritenuto le testimonianze del tutto inutili o irrilevanti ai fini del giudizio, per essere il […]

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La richiesta di un compenso sproporzionato

L’avvocato che richieda un compenso manifestamente sproporzionato e comunque eccessivo rispetto all’attività documentata, pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante perché lesivo del dovere di correttezza e probità, a nulla rilevando ai fini della responsabilità disciplinare, l’eventuale assenza di dolo o la circostanza per cui il cliente abbia corrisposto la somma richiestagli. Consiglio Nazionale Forense […]

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Illecito spacciare per propri clienti dei figuranti appositamente ingaggiati a fini autopromozionali

L’avvocato non deve abbracciare qualunque causa ma solo quelle lecite: non può pertanto assurgere alla dignità di causa da difendere quella dell’autopromozione, perché il nesso funzionale che unisce l’attività professionale con l’esercizio di difesa non deve essere strumentalmente utilizzato a fini egoistici per organizzare, “sub specie” di informazione circa un servizio reso a tutela dei […]

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L’uso (illecito) di telefonino da parte di un cliente detenuto

L’avvocato non ha l’obbligo di denunciare all’autorità giudiziaria la circostanza che un proprio cliente detenuto utilizzi illecitamente un proprio apparecchio di telefonia mobile in violazione dell’art. 39 del D.M. 230 del 30/6/2000, giacché un tale onere non è previsto a suo carico né dagli artt. 331 e 333 c.p. né dal vigente codice deontologico, il […]

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La spendita della falsa qualità di magistrato onorario

Costituisce illecito deontologico il comportamento dell’avvocato che si affermi falsamente magistrato onorario (Nel caso di specie, il professionista aveva affisso nel proprio studio una targa in cui si attribuiva, falsamente, la qualità di GOT). Consiglio Nazionale Forense (pres. Alpa, rel. Picchioni), sentenza del 13 dicembre 2014, n. 188 NOTA: In arg. cfr. pure Consiglio Nazionale […]

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