Alla cancellazione dall’albo/registro/elenco per mancanza dei requisiti di iscrizione non si applicano le norme sul procedimento disciplinare

Al procedimento di cancellazione dall’albo per mancanza dei requisiti di iscrizione (art. 17 L. n. 247/2012) non si applicano le norme che regolano il procedimento disciplinare (secondo cui nessuna sanzione “può essere inflitta senza che l’incolpato sia stato citato a comparire davanti ad esso, con l’assegnazione di un termine non minore di dieci giorni, per […]

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Il COA di Imperia formula quesito in merito alla perdurante validità del contenuto del parere n. 9/2014 di questo Consiglio, con specifico riguardo alla possibilità per l’iscritto che sia membro di una associazione professionale di mantenere l’iscrizione nell’albo di appartenenza, seppur non coincidente con il domicilio dell’associazione.

In tale occasione, il CNF aveva ritenuto che “la sede dell’associazione attrae il domicilio professionale dell’avvocato e in questi termini è la risposta al quesito sub 8). Quando tuttavia l’associazione non abbia un centro principale degli affari, ma svolga una attività organizzata in più sedi, senza che lo statuto dell’associazione ne indichi una come principale, […]

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I Consigli dell’Ordine di Palermo e Potenza formulano analoghi quesiti, relativi alla possibilità – per il praticante che, a seguito del rilascio del certificato di compiuta pratica, sia stato cancellato su istanza dal Registro – di venire reiscritto al solo fine di ottenere la possibilità di esercitare il patrocinio in sostituzione del dominus.

A mente dell’art. 17, comma 10 lett. b) della legge professionale, il praticante deve essere cancellato dal Registro a seguito del rilascio del certificato di compiuta pratica, che non può essere richiesto trascorsi sei anni dall’inizio, per la prima volta, della pratica. L’iscrizione, prosegue la richiamata disposizione, può tuttavia permanere per tutto il tempo per […]

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Il COA di Patti formula quesito in relazione alla fattispecie di un praticante che, cancellato a richiesta dall’Albo prima del rilascio del certificato di compiuta pratica, si reiscriva al solo scopo di ottenere il rilascio del suddetto certificato. Nel quesito il COA precisa in particolare che il praticante, circa due mesi dopo aver concluso il terzo semestre di tirocinio (senza che lo stesso, a quanto sembra potersi dedurre dal quesito, fosse stato convalidato dal COA), depositava istanza di cancellazione dal Registro. Successivamente, formulava istanza di reiscrizione e contestuale rilascio del certificato di compiuta pratica. Precisa infine il COA che la durata del periodo intercorrente tra la data dell’istanza di cancellazione e quella della delibera della nuova iscrizione è inferiore a sei mesi.

Come affermato dal COA nel quesito, la previsione già contenuta all’art. 4, ultimo comma, del RD n. 37/1934 – la quale faceva venir meno gli effetti del periodo di tirocinio già compiuto in caso di cancellazione dal registro – non è oggi riprodotta, in quegli esatti termini, dall’art. 41 della legge n. 247/12. Tale ultima […]

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L’avvocato deve svolgere la professione con lealtà e correttezza, anche nei confronti dell’ordinamento e dei terzi

L’avvocato è tenuto a svolgere la propria attività con lealtà e correttezza, e tale obbligo è previsto non solo nei confronti della parte assistita, ma anche e soprattutto verso l’ordinamento generale dello Stato e particolare della professione, verso la società ed i terzi in genere. Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Sorbi), sentenza n. 20 […]

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L’impugnazione tardiva è inammissibile

E’ inammissibile in quanto tardivo l’appello proposto oltre il termine di legge (nella specie, 20 giorni dalla notifica della decisione ex art. 50 RDL 1578/1933, applicabile ratione temporis), giacché i termini per la impugnazione delle decisioni sono perentori e non possono pertanto essere prorogati, sospesi o interrotti, se non nei casi eccezionali espressamente previsti dalla […]

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L’avvocato non può ricevere né mettersi in contatto diretto con la controparte che sappia assistita da altro legale

Costituisce comportamento deontologicamente scorretto prendere accordi diretti con la controparte, quando sia noto che la stessa è assistita da altro collega (art. 27 cdf, ora art. 41 ncdf). Tale obbligo sussiste anche nell’ipotesi in cui la controparte si impegni ad avvertire il proprio difensore o, addirittura, affermi di averlo già avvertito. Tale precetto deontologico si […]

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La ratio del divieto di produrre la corrispondenza, “riservata” o contenente proposte transattive, scambiata con il collega

La norma deontologica di cui all’art. 48 ncdf (già 28 cdf) è stata dettata a salvaguardia del corretto svolgimento dell’attività professionale, con il fine di non consentire che leali rapporti tra colleghi potessero dar luogo a conseguenze negative nello svolgimento della funzione defensionale, specie allorché le comunicazioni ovvero le missive contengano ammissioni o consapevolezze di […]

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Il divieto di produrre la corrispondenza riservata prevale sul diritto-dovere di difesa (salvo eccezioni espresse)

L’art. 48 ncdf (già art. 28 codice previgente) vieta di produrre o riferire in giudizio la corrispondenza espressamente qualificata come riservata quale che ne sia il contenuto, nonché quella contenente proposte transattive scambiate con i colleghi a prescindere dalla suddetta clausola di riservatezza. Tale norma deontologica è dettata a salvaguardia del corretto svolgimento dell’attività professionale […]

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