Reclamo elettorale: inammissibile l’autonoma impugnazione del verbale di ammissione delle candidature

L’art. 28, co. 12, L. n. 247/12, che regola l’impugnazione delle elezioni, prevede espressamente che sono reclamabili avanti al Consiglio Nazionale Forense esclusivamente “i risultati delle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine”, nel termine di dieci giorni dalla proclamazione, sicché i provvedimenti della Commissione elettorale, da considerarsi atti meramente interni al procedimento elettorale e […]

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I limiti all’impugnabilità degli atti avanti al CNF

Avanti al Consiglio Nazionale Forense, per il principio di tipicità e decisorietà degli atti, possono essere impugnati i soli atti capaci di incidere in via definitiva sulla sfera giuridica dello iscritto e/o dell’incolpato, e più precisamente quelli relativi alla tenuta degli albi, ai certificati di compiuta pratica forense, ai procedimenti disciplinari, alle elezioni dei COA […]

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La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare la rilevanza delle prove

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il […]

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro, esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie, ivi compresa una diversa qualificazione alla violazione contestata. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità […]

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Procedimento disciplinare nei confronti di Consiglieri COA o CDD: lo spostamento della competenza territoriale è prevista a garanzia di una maggiore imparzialità e serenità del giudicante

La competenza a procedere disciplinarmente è attribuita al CDD del distretto ove il professionista è iscritto o a quello del distretto nel quale è avvenuto il fatto per cui si procede (art. 4, co. 2, Reg. CNF 2/2014), fermo in ogni caso il principio della prevenzione con riguardo al momento dell’iscrizione della notizia nel registro […]

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Procedimento disciplinare nei confronti di Consiglieri COA: spostamento della competenza territoriale solo per iscrizioni nel Registro riservato successive al 7/5/2017

La competenza a procedere disciplinarmente nei confronti dei Consiglieri COA è funzionalmente attribuita al Consiglio distrettuale di disciplina individuato secondo la tabella allegata in calce al Reg. CNF n. 2/2014, purché l’iscrizione della notizia nel Registro riservato sia stata successiva al 7/5/2017 (data di entrata in vigore della relativa modifica all’art. 4, co. 5, Reg. […]

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L’azione (esecutiva) per un credito già estinto

Costituisce grave illecito deontologico il comportamento dell’avvocato che notifichi un atto di precetto e quindi proceda esecutivamente per una somma già percepita, oltre interessi e spese, imputando il primo pagamento ad un credito inesistente (Nel caso di specie, il professionista aveva notificato ad una Compagnia assicurativa un secondo atto di precetto, cui faceva seguire la […]

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Lo jus superveniens non si applica alla prescrizione dell’azione disciplinare (anche alla luce della giurisprudenza costituzionale e comunitaria)

In materia di sanzioni disciplinari a carico degli avvocati, l’art. 65, comma 5, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, nel prevedere, con riferimento alla nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense, che le norme contenute nel nuovo codice deontologico si applicano anche ai procedimenti disciplinari in corso al momento della sua entrata in vigore, se […]

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La suitas, quale elemento soggettivo (sufficiente) dell’illecito disciplinare

Al fine di integrare l’illecito disciplinare sotto il profilo soggettivo è sufficiente l’elemento psicologico della suità della condotta inteso come volontà consapevole dell’atto che si compie, giacché ai fini dell’imputabilità dell’infrazione disciplinare non è necessaria la consapevolezza dell’illegittimità dell’azione, dolo generico e specifico, essendo sufficiente la volontarietà con la quale l’atto deontologicamente scorretto è stato […]

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