Elezioni forensi: sull’autonoma impugnazione del verbale di ammissione delle candidature

Ai sensi dell’art. 28, co. 12, L. n. 247/12, sono reclamabili avanti al Consiglio Nazionale Forense esclusivamente “i risultati delle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine”, nel termine di dieci giorni dalla proclamazione, sicché i provvedimenti della Commissione elettorale, da considerarsi atti meramente interni al procedimento elettorale e ad esso strumentali (c.d. atti endoprocedimentali) […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Matera richiede: “Se, alla luce dell’art. 68 codice deontologico forense, ove si prescrive che «l’avvocato può assumere un incarico professionale contro una parte già assistita solo quando sia trascorso almeno un biennio dalla cessazione del rapporto professionale», sia o meno ammissibile che l’avvocato, già nominato dal legale rappresentante di un ente quale difensore del ridetto ente nell’ambito di un processo penale, assuma, in costanza del ridetto mandato professionale, l’incarico (ulteriore) di difensore dello stesso legale rappresentante p.t. del menzionato ente sottoposto (questa volta in qualità di persona fisica) ad un (altro) processo penale (non connesso né da un punto di vista soggettivo né oggettivo al primo), in cui l’ente risulta essere persona offesa/danneggiato, ove occorra anche in presenza di una liberatoria rilasciata dall’ente (preventivamente all’assunzione del nuovo incarico) attestante l’assenza, in concreto di un conflitto di interessi in capo all’avvocato anche a mente dell’art. 24 codice deontologico forense”.

Onde dare compiuto riscontro al suddetto quesito, si espone quanto segue.Innanzitutto, l’art. 24 del Nuovo Codice Deontologico Forense dispone, al comma 1, che “L’avvocato deve astenersi dal prestare attività professionale quando questa possa determinare un conflitto con gli interessi della parte assistita e del cliente o interferire con lo svolgimento di altro incarico anche non […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli richiede un parere circa la possibilità, per il cliente, di rinunciare al patrocinio a spese dello Stato onde evitare al difensore la lunga procedura finalizzata alla liquidazione delle somme spettanti e, dunque, il quesito riguarda il tema se il difensore possa – in questa eventualità – formulare al giudice (dell’esecuzione, in questo caso) richiesta di pagamento dei soli propri compensi mediante richiesta di distrazione ex art. 93 c.p.c. senza incorrere in infrazione disciplinare.

Ebbene, il quesito menziona il precedente della Cassazione civile, a Sez. Unite, n. 8561 del 26.03.2021. In particolare, in tale sentenza, il Supremo Collegio, dirimendo il precedente contrasto giurisprudenziale, ha avuto modo di enunciare il principio secondo cui la richiesta di distrazione ex art. 93 c.p.c. non costituisce rinuncia implicita al beneficio del patrocinio a […]

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Il CDD di Messina formula un quesito in merito alle modalità di tenuta del registro delle segnalazioni ex art. 12 del Regolamento n. 2/2014. Chiede di sapere, in particolare, se – atteso che detti dati vengono registrati nel gestionale, nella sezione “registro riservato”, sin dall’inserimento di ogni singola segnalazione – sia altresì necessaria la tenuta di un registro “riservato” cartaceo.

La risposta è resa nei termini seguenti.L’articolo 12 del Regolamento non prevede specifici requisiti di forma per la tenuta del registro delle segnalazioni, purché ne sia assicurato il carattere riservato. Posto che dal quesito si evince che – nell’ambito del gestionale – è prevista la presenza di una sezione dedicata al registro riservato delle segnalazioni, […]

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Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare

in tema di procedimento disciplinare a carico degli avvocati, il giudice non ha l’obbligo di confutare esplicitamente le tesi non accolte né di effettuare una particolareggiata disamina degli elementi di giudizio non ritenuti significativi, essendo sufficiente a soddisfare l’esigenza di adeguata motivazione che il raggiunto convincimento risulti da un esame logico e coerente , non […]

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Il procedimento disciplinare dinanzi al CDD ha natura amministrativa giustiziale, e non giurisdizionale

Il procedimento disciplinare che si svolge davanti al CDD, al pari di quello previsto dalla normativa previgente che si svolgeva avanti al COA, ha natura amministrativa giustiziale, e non giurisdizionale, caratterizzata da elementi di terzietà, per cui risultano inapplicabili i principi del giusto processo (artt. 111 e 112 della Costituzione), ma occorre piuttosto rispettare quelli […]

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L’istanza al giudice che allude ad un profonda sfiducia nella magistratura ha rilievo deontologico

La violazione dell’art. 53 cdf, che impone al professionista di mantenere con il giudice un rapporto improntato alla dignità ed al rispetto della persona del giudicante e del suo operato, si configura anche nell’utilizzo di espressioni sconvenienti in quanto dirette consapevolmente ad insinuare nei confronti del magistrato il sospetto di illiceità ovvero la violazione del […]

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Azione disciplinare – Prescrizione – Ius superveniens più favorevole all’incolpato – Inapplicabilità – Momento rilevante per l’individuazione della legge applicabile – Commissione del fatto o cessazione della sua permanenza.

Le sanzioni disciplinari contenute nel codice deontologico forense hanno natura amministrativa sicché, con riferimento al regime giuridico della prescrizione, non è applicabile lo “jus superveniens”, ove più favorevole all’incolpato. Ne consegue che il punto di riferimento per l’individuazione del regime della prescrizione dell’azione disciplinare è e resta la commissione del fatto o la cessazione della […]

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La prescrizione disciplinare non può essere interrotta per più di 7 anni e mezzo

Ai sensi dell’art. 56 L. n. 247/2012, l’azione disciplinare si prescrive nel termine di sei anni (comma 1), che decorre dalla commissione del fatto o dalla cessazione della sua permanenza; l’interruzione della prescrizione fa decorrere un nuovo termine di cinque anni (comma 3), ma in nessun caso il termine prescrizionale complessivo può essere superiore a […]

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Elezioni forensi: sul reclamo presentato direttamente al CNF anziché al COA

Il nuovo ordinamento professionale (artt. 28, 12° comma e 36, 1° comma della L. n. 247/2012) ha confermato la natura giurisdizionale della cognizione del CNF in materia elettorale ma, innovando rispetto al sistema precedente, ha prescritto il necessario deposito del relativo ricorso presso il Consiglio dell’Ordine, secondo quanto disposto dall’art. 59 del r.d. n. 37/1934. […]

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