Avvocato anche magistrato onorario: la potestà disciplinare del CSM non esclude quella forense

La potestà disciplinare dell’Ordine Forense non è esclusa dall’eventuale sussistenza di analoga potestas iudicandi in capo ad una ulteriore istituzione cui l’incolpato pure appartenga, risultando tra loro compatibili sia i rispettivi interessi a censurare deontologicamente i comportamenti non consoni e non decorosi tenuti dai propri appartenenti, sia le rispettive sanzioni disciplinari volte ad incidere su […]

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Investigazioni difensive: l’illecito deontologico non presuppone la dichiarazione di inutilizzabilità della prova

La normativa in tema di indagini difensive prevede particolari cautele nel contatto del difensore dell’imputato con persone diverse dalle persone informate sui fatti. In particolare, l’invito rivolto alla persona offesa da reato deve essere scritto ed occorre sia dato avviso al difensore della persona offesa (se conosciuta), indicando espressamente la opportunità che la persona provveda […]

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Il procedimento disciplinare non presuppone un esposto ma è attivabile d’ufficio

Il Consiglio territoriale ha il potere dovere di promuovere d’ufficio l’azione disciplinare e l’esercizio di tale potere non è condizionato dalla tipologia della fonte della notizia dell’illecito disciplinare rilevante, che può essere costituita anche dalla denuncia di persona non direttamente coinvolta nella situazione nel cui ambito l’illecito è stato posto in essere (Nel caso di […]

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Inammissibile l’impugnazione depositata al CNF anziché presso la segreteria del Consiglio locale

E’ inammissibile il ricorso presentato direttamente al Consiglio Nazionale Forense anziché presso la segreteria del Consiglio territoriale che ha emesso il provvedimento impugnato (Nel caso di specie, l’impugnazione riguardava la delibera con cui il COA aveva dispensato l’abogado dalla prova attitudinale). Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. De Michele), sentenza del 22 dicembre 2017, n. […]

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione (nella specie, peraltro, esclusa) non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie, ivi compresa una diversa qualificazione alla violazione contestata. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità […]

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Iscrizione all’albo: la valutazione della condotta irreprensibile (anche in caso di condanna penale)

In tema di iscrizione all’albo, le condotte che rilevano, ai fini della verifica del requisito di onorabilità, sono soltanto quelle, non attinenti alla dimensione privata, anche diverse da quelle aventi rilievo penale ed accertate in sede penale, aventi rilievo e incidenza rispetto all’affidabilità del soggetto per il corretto espletamento della professione. Conseguentemente, non dovranno essere […]

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Avvocati stabiliti: quando è possibile (e doverosa) la verifica del requisito della condotta irreprensibile

L’iscrizione nella sezione speciale dell’albo degli avvocati stabiliti non è subordinata alla verifica del requisito della condotta irreprensibile, già specchiatissima e illibata (art. 17 della legge n. 247 del 2012, già art. 17 r.d.l. n. 1578 del 1933), che è tuttavia imprescindibile al momento della richiesta di iscrizione all’albo degli avvocati, dopo un triennio di […]

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Iscrizione all’albo e al registro: (ora) inammissibile l’impugnazione del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello

A differenza della previgente disciplina (art. 31 RDL n. 1578/1933), il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello non è più legittimato ad impugnare la delibera di iscrizione all’albo o al registro (arg. ex art. 17 L. n. 247/2012) ma esclusivamente quella di iscrizione alla sezione speciale dell’Albo degli avvocati stabiliti (art. 6 del D. Lgs. […]

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La translatio iudicii non sana eventuali vizi o decadenze maturati

La cd. translatio iudicii non può consentire l’elusione dei termini temporali posti, a pena di decadenza, a tutela delle posizioni giuridicamente protette dinanzi al giudice dotato di giurisdizione, rimanendo ferme le eventuali preclusioni e le decadenze medio tempore intervenute (art. 11, comma 2, c.p.c.), in quanto, affinché l’effetto conservativo della translatio possa operare, la domanda […]

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