Impugnazione e divieto di espressioni sconvenienti od offensive nei confronti del giudice

Nell’ambito della propria attività difensiva, l’avvocato deve e può esporre le ragioni del proprio assistito con ogni rigore utilizzando tutti gli strumenti processuali di cui dispone e ciò massimamente nella fase dell’impugnazione, atto diretto a criticare anche severamente una precedente decisione giudiziale e ciò rappresentando con la maggiore efficacia possibile la carenza di motivazione del […]

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La disciplina dei rapporti con la controparte assistita da collega

L’avvocato deve astenersi dall’indirizzare la propria corrispondenza direttamente alla controparte, che sappia assistita da un Collega, salvo per intimare messe in mora, evitare prescrizioni o decadenze, ovvero richiedere determinati comportamenti di natura sostanziale, ma in tali casi deve sempre inviare una copia della missiva stessa al Collega per conoscenza (art. 41 cdf, già art. 27 […]

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L’avvocato non può ricevere né mettersi in contatto diretto con la controparte che sappia assistita da altro legale

Costituisce comportamento deontologicamente scorretto prendere accordi diretti con la controparte, quando sia noto che la stessa è assistita da altro collega (art. 41 cdf, già art. 27 codice previgente). Tale obbligo sussiste anche nell’ipotesi in cui la controparte si impegni ad avvertire il proprio difensore o, addirittura, affermi di averlo già avvertito. Consiglio Nazionale Forense […]

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L’avvertimento non può essere mitigato in richiamo verbale (che non è una sanzione disciplinare)

Una volta affermata la responsabilità disciplinare dell’incolpato per infrazioni non lievi né scusabili, la sanzione dell’avvertimento non può essere ulteriormente mitigata al richiamo verbale, che peraltro non ha carattere di sanzione disciplinare (art. 52 L. n. 247/2012 e art. 22 cdf). Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Baldassarre), sentenza n. 133 del 17 luglio 2020

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La sanzione disciplinare dell’avvertimento non può essere ulteriormente ridotta nel caso di parziale accoglimento dell’impugnazione

Il parziale accoglimento dell’impugnazione non impone una corrispondente riduzione della sanzione comminata dal Consiglio territoriale, giacché questa è determinata non per effetto di un mero computo matematico né in base ai principi codicistici in tema di concorso di reati, ma in ragione dell’entità della lesione dei canoni deontologici e della immagine della avvocatura alla luce […]

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Procedimento disciplinare: l’assunzione dei testimoni è caratterizzata da semplicità delle forme

Nel procedimento disciplinare, la facoltà di assumere testimoni è caratterizzata da semplicità delle forme ed è disciplinata dall’art 48 del R.D.L. n. 1578/33, che si limita a richiamare soltanto gli artt. 358 e 359 del c.p.p. (vecchio testo), sicché deve ritenersi infondata l’eccezione di nullità della prova assunta dinanzi al Consiglio territoriale per mancata articolazione […]

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La decisione disciplinare a maggioranza non deve dettagliare i voti dei singoli componenti il Collegio

In tema di procedimento disciplinare, la mancata specificazione dei voti espressi in camera di consiglio non comporta alcuna nullità della decisione, giacché non vi è alcuna norma che prescrive, a pena di nullità, la trascrizione integrale delle opinioni espresse dai componenti il collegio né dei loro singoli voti al fine di permettere di verificare se […]

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Favor rei: il nuovo codice deontologico si applica retroattivamente, se più favorevole all’incolpato

La nuova disciplina codicistica si applica anche ai procedimenti disciplinari in corso al momento della sua entrata in vigore (15 dicembre 2014), se più favorevole per l’incolpato, ai sensi dell’art. 65 L. n. 247/2012 (che ha esteso alle sanzioni disciplinari il canone penalistico del favor rei, in luogo del tempus regit actum applicato in precedenza […]

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La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare la rilevanza delle prove

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il […]

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Procedimento disciplinare (di primo grado) e ragionevole durata del processo

Il procedimento disciplinare avanti al Consiglio territoriale ha natura amministrativa ma speciale, sicché non si applica l’art. 2 L. 241/1990 sulla durata del procedimento amministrativo (bensì la normativa specifica di cui alla Legge Professionale), né l’art. 111 Cost. (con i correlati enunciati principi del giusto processo e della sua ragionevole durata, pertinenti alle sole attività […]

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