L’esercizio di attività professionale (anche non riservata) in periodo di sospensione

Pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante l’avvocato che, durante il periodo di sospensione, svolga attività professionale, quand’anche per questa non fosse richiesta l’assistenza tecnica dell’avvocato (Nella specie, trattavasi di un tentativo di conciliazione nell’ambito di una controversia di lavoro). Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. Baldassarre), sentenza n. 126 del 25 giugno 2021 NOTA: […]

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Esercizio di attività professionale in periodo di sospensione: la buona fede non scrimina l’illecito

Per la configurabilità dell’illecito disciplinare è sufficiente la volontarietà del comportamento dell’incolpato, senza che abbia rilievo la consapevolezza di violare un precetto disciplinare, ragion per cui l’asserita buona fede dell’incolpato non priva di rilevanza la condotta tenuta (Nel caso di specie trattavasi di esercizio di attività professionale in periodo di sospensione cautelare, la cui efficacia […]

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La sospensione cautelare ha la funzione di tutelare la dignità e il prestigio dell’Ordine forense

La sospensione cautelare (art. 60 L. n. 247/2012) non ha natura di sanzione disciplinare, costituendo piuttosto un provvedimento amministrativo a carattere provvisorio, svincolato dal procedimento disciplinare (di cui non presuppone la apertura), la cui ratio va individuata nell’esigenza di tutelare e salvaguardare la dignità e il prestigio dell’Ordine forense. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. […]

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L’impugnazione della sospensione cautelare non ne sospende l’immediata efficacia esecutiva

La sospensione cautelare -che non ha natura di sanzione disciplinare- è immediatamente esecutiva sin dalla data di sua notifica e l’eventuale impugnazione al CNF non ha effetti sospensivi dell’esecuzione, giacché sarebbe altrimenti vanificata la ratio stessa dell’istituto in parola. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. Baldassarre), sentenza n. 126 del 25 giugno 2021

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Sanzione deontologica e precedenti disciplinari

In ossequio al principio enunciato dall’art. 21 cdf (già art. 3 codice previgente), nei procedimenti disciplinari l’oggetto di valutazione è il comportamento complessivo dell’incolpato e tanto al fine di valutare la sua condotta in generale, quanto a quello di infliggere la sanzione più adeguata, per la quale occorre effettuare un bilanciamento tra la considerazione di […]

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I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare: aggravanti e attenuanti

La determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti (art. 21 cdf), avuto riguardo alla gravità dei comportamenti contestati, al grado della colpa o all’eventuale sussistenza del dolo ed alla sua intensità, al comportamento dell’incolpato precedente e successivo al fatto, alle circostanze -soggettive […]

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La suitas, quale elemento soggettivo (sufficiente) dell’illecito disciplinare

Ai fini della sussistenza dell’illecito disciplinare, è sufficiente la volontarietà del comportamento dell’incolpato e, quindi, sotto il profilo soggettivo, è sufficiente la “suitas” della condotta intesa come volontà consapevole dell’atto che si compie, dovendo la coscienza e volontà essere interpretata in rapporto alla possibilità di esercitare sul proprio comportamento un controllo finalistico e, quindi, dominarlo. […]

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L’atipico “avvertimento” contenuto nella delibera di archiviazione non costituisce sanzione disciplinare e quindi non rileva quale precedente

Data la tassatività del catalogo sanzionatorio, nessun rilievo può assumere l’atipica “diffida” che sia contenuta nella motivazione della decisione di archiviazione (con la quale confligge), sicché detta delibera non costituisce precedente disciplinare dotato di rilevanza autonoma neppure ai fini della determinazione in pejus della sanzione in successivi procedimenti disciplinari. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. […]

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La reiterazione non costituisce autonoma fonte di responsabilità disciplinare

La reiterazione dell’illecito disciplinare non costituisce autonomo requisito di responsabilità dovendosi autonomamente accertare la violazione contestata prima di procedersi alla disamina di eventuali comportamenti reiterativi, i quali possono essere esclusivamente considerati in relazione alla determinazione della sanzione o al più come elemento indiziario che da solo non può costituire prova. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, […]

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Procedimento disciplinare – Termine ex art. 61, comma 1, della l. n. 247 del 2012 – Applicabilità – Decorrenza – Ragioni

In tema di giudizi disciplinari nei confronti degli avvocati, il termine per proporre ricorso avanti al Consiglio nazionale forense, previsto dall’art. 61, comma 1, della l. n. 247 del 2012, trova applicazione soltanto per i provvedimenti notificati successivamente all’1 gennaio 2015, data di entrata in vigore del Regolamento CNF 21 febbraio 2014 n. 2, in […]

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