Il divieto del terzo mandato consecutivo opera anche nel caso di «elezioni in sostituzione» indette dal Commissario straordinario del COA

Il divieto di terzo mandato consecutivo (art. 3 L. n. 113/2017) opera anche in caso di «elezione in sostituzione» indetta dal Commissario straordinario entro 120 giorni dallo scioglimento del Consiglio dell’Ordine (art. 33, co. 3, L. n. 247/2012), la quale a tutti gli effetti configura un’ipotesi di nuova elezione, i cui presupposti per le candidature […]

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Elezioni forensi: la candidatura può inviarsi al COA anche a mezzo PEC, ai sensi del CAD

In tema di elezioni forensi, a pena di irricevibilità, le candidature devono essere presentate al Consiglio dell’ordine mediante dichiarazione cartacea sottoscritta dall’interessato (art. 8, co. 2, L. n. 113/2017), ovvero a mezzo posta elettronica certificata con allegata copia fotostatica del proprio documento di riconoscimento (art. 65 Codice dell’Amministrazione Digitale – D.Lgs. n. 82/2005). Consiglio Nazionale […]

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Radiazione per l’avvocato condannato in sede penale per detenzione di droga ai fini di spaccio

In considerazione della tendenziale tipicità dell’illecito disciplinare, alla violazione dei precetti deontologici generali di probità, dignità, decoro e indipendenza (art. 9 cdf), che appunto non sono assistiti da sanzioni disciplinari tassativamente stabilite, può legittimamente conseguire anche l’irrogazione della sospensione disciplinare, peraltro aggravabile nei casi più gravi fino alla radiazione ex art. 22, co. 2, lett. […]

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L’illecito deontologico non è affievolito sol perché commesso in altro circondario

Il disvalore disciplinare dell’illecito non è affievolito dal fatto che esso sia commesso in una località geografica diversa da quella nella quale l’incolpato risulti iscritto all’Albo, perché il perimetro di esercizio della professione non è limitato territorialmente, giacché il rispetto dei canoni deontologici costituisce un valore intrinseco e non negoziabile della categoria forense, per la […]

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La (potenziale) rilevanza deontologica della vita privata del professionista

Deve ritenersi disciplinarmente responsabile l’avvocato per le condotte che, pur non riguardando strictu sensu l’esercizio della professione, ledano comunque gli elementari doveri di probità, dignità e decoro (art. 9 ncdf, già art. 5 cod. prev.) e, riflettendosi negativamente sull’attività professionale, compromettono l’immagine dell’avvocatura quale entità astratta con contestuale perdita di credibilità della categoria. Consiglio Nazionale […]

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L’illecito disciplinare “atipico”

Il nuovo Codice Deontologico Forense è informato al principio della tipizzazione della condotta disciplinarmente rilevante, “per quanto possibile” (art. 3 c. 3 L. 247/2012), poiché la variegata e potenzialmente illimitata casistica di tutti i comportamenti (anche della vita privata) costituenti illecito disciplinare non ne consente una individuazione dettagliata, tassativa e non meramente esemplificativa. Conseguentemente, ove […]

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Procedimento disciplinare: l’accertamento definitivo dei fatti in sede penale

La sentenza penale di condanna ha efficacia di giudicato nel giudizio disciplinare, quanto all’accertamento del fatto, della sua illiceità penale e della circostanza che l’imputato lo ha commesso, essendo comunque riservata al giudice della deontologia la valutazione della rilevanza disciplinare nello specifico ambito professionale alla luce dell’autonomia dei rispettivi ordinamenti, penale e disciplinare. Consiglio Nazionale […]

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Il trasferimento dell’incolpato nel corso del procedimento disciplinare non incide sulla competenza del CDD

L’eventuale (e comunque non consentito(*)) trasferimento del segnalato o incolpato presso altro Distretto non incide sul procedimento disciplinare in corso, che rimane radicato ove originariamente instaurato, in base al principio della perpetuatio jurisdictionis, secondo cui eventuali modificazioni dello stato esistente al momento dell’avvio del procedimento non determinano spostamenti della giurisdizione o della competenza in capo […]

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Radiazione per l’avvocato che si appropri indebitamente di ingenti somme spettanti al cliente

Costituisce gravissimo illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato che, in violazione dei fondamentali principi della deontologia, incassi per conto del cliente una cospicua somma, omettendo di rendergliene immediatamente conto ed appropriandosene indebitamente. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Pardi, rel. Greco), sentenza n. 166 del 17 luglio 2021

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