La modifica, nel corso del procedimento disciplinare, della qualificazione giuridica dell’incolpazione

La modifica della qualificazione giuridica dell’incolpazione non determina alcuna lesione del diritto di difesa ove siano rimasti immutati gli elementi essenziali della materialità del fatto addebitato. Deve infatti escludersi la violazione della regola della corrispondenza tra la contestazione e la pronuncia disciplinare allorquando il fatto posto a base della sentenza non abbia il carattere dell’eterogeneità […]

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L’accertamento definitivo dei fatti in sede penale

La sentenza penale di condanna ha efficacia di giudicato nel giudizio disciplinare, quanto all’accertamento del fatto, della sua illiceità penale e della circostanza che l’imputato lo ha commesso, essendo comunque riservata al giudice della deontologia la valutazione della rilevanza disciplinare nello specifico ambito professionale alla luce dell’autonomia dei rispettivi ordinamenti, penale e disciplinare Consiglio Nazionale […]

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Radiazione per l’avvocato che si appropri indebitamente di somme della Procedura

L’appropriazione di somme mediante abuso della disponibilità ottenuta per ragioni di ufficio in veste di delegato dal Giudice, quindi con approfittamento della funzione pubblica, costituisce comportamento gravissimo che lede enormemente l’immagine della professione forense ed in quanto tale giustifica la massima sanzione disciplinare (Nel caso di specie, il professionista delegato era stato condannato in via […]

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La sanzione disciplinare della radiazione

La radiazione costituisce trattamento sanzionatorio che va adeguato alla gravità della condotta in reiterata violazione dei fondamentali e più cogenti doveri professionali, della totale mancanza di resipiscenza, della pervicacia con la quale l’incolpato ha posto in essere la sua condotta. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Logrieco, rel. Savi), sentenza del 12 settembre 2018, n. 109

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L’inadempimento al mandato professionale (e le false rassicurazioni al cliente)

Integra inadempimento deontologicamente rilevante al mandato (art. 26 ncdf già art. 38 cdf) e violazione doveri di probità, dignità e decoro (art. 9 ncdf, già artt. 5 e 8 cdf) la condotta dell’avvocato che, dopo aver accettato incarichi difensivi, abbia omesso di dare esecuzione al mandato professionale ed abbia fornito all’assistito, a seguito delle sue […]

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Termine per il deposito della motivazione e impugnazione immediata della decisione

Qualora il CDD si conceda un termine per il deposito della motivazione, l’incolpato può proporre impugnazione immediata avverso il dispositivo della decisione disciplinare, senza necessità di riservarsi espressamente motivi aggiunti per l’ipotesi di ampliamento della motivazione da parte dell’organo decidente. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, rel. Salazar), sentenza del 12 settembre 2018, n. 105

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L’errore materiale non è causa di nullità della decisione disciplinare

L’erronea indicazione del numero della legge professionale (nella specie, “243” in luogo di “247”) non inficia la validità della decisione disciplinare, non comportando di per sé incertezza quanto al termine per la relativa impugnazione né con riguardo all’autorità a cui proporre il ricorso (nella specie, tempestivamente e ritualmente proposto). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Picchioni, […]

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I criteri per la determinazione in concreto della sanzione disciplinare: aggravanti e attenuanti

La determinazione della sanzione disciplinare non è frutto di un mero calcolo matematico, ma è conseguenza della complessiva valutazione dei fatti (art. 21 ncdf), avuto riguardo alla gravità dei comportamenti contestati, al grado della colpa o all’eventuale sussistenza del dolo ed alla sua intensità, al comportamento dell’incolpato precedente e successivo al fatto, alle circostanze -soggettive […]

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Corrispondenza tra addebito contestato e pronuncia disciplinare: il divieto di decisioni a sorpresa

La difformità tra contestato e pronunziato si verifica nelle ipotesi di c.d. “decisione a sorpresa” (nella specie, esclusa), ovvero allorché la sussistenza della violazione deontologica venga riconosciuta per fatto diverso da quello di cui alla contestazione e, dunque, la modificazione vada al di là della semplice diversa qualificazione giuridica di un medesimo fatto, di talché […]

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