Le attenuanti penali sono deontologicamente irrilevanti

Le eventuali attenuanti o diminuenti concesse in sede penale non possono influenzare l’organo disciplinare, al quale è rimessa la valutazione del disvalore della condotta esclusivamente dal punto di vista dell’ordinamento professionale. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Mariani Marini, rel. De Giorgi), sentenza del 19 dicembre 2014, n. 199

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L’efficacia, in sede disciplinare, della sentenza di patteggiamento

Ancorché il procedimento disciplinare sia autonomo rispetto al procedimento penale aperto per lo stesso fatto, a norma dell’art. 653 c.p.p. la sentenza penale di applicazione di pena su richiesta delle parti e` equiparata alla sentenza di condanna. Ne consegue che essa esplica funzione di giudicato nel procedimento disciplinare quanto all’accertamento del fatto, alla sua illiceita` […]

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La prescrizione nel caso di illecito omissivo NON permanente

L’illecito omissivo è imprescrittibile ove la condotta abbia carattere permanente, il che deve escludersi OVE l’omissione consista in un atto da compiersi necessariamente entro termini perentori oltre i quali non possa più essere compiuto (Nel caso di specie, trattavasi di mancata proposizione di un atto d’appello. In applicazione del principio di cui in massima, il […]

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In dubio pro reo: il principio di presunzione di non colpevolezza vale anche in sede disciplinare

Va accolto il ricorso avverso la decisione disciplinare del C.d.O. allorquando la prova della violazione deontologica non si possa ritenere sufficientemente raggiunta, per mancanza di prove certe o per contraddittorietà delle stesse, giacché l’insufficienza di prova su un fatto induce a ritenere fondato un ragionevole dubbio sulla sussistenza della responsabilità dell’incolpato, che pertanto va prosciolto […]

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La valutazione della condotta irreprensibile (già specchiatissima e illibata)

Il requisito della condotta specchiatissima ed illibata (ora, “irreprensibile”) del professionista che chiede l’iscrizione o la reiscrizione all’Albo o al Registro deve essere valutato singolarmente, caso per caso, con la necessaria prudenza valutando non solo l’integrità personale dell’aspirante, ma anche l’idoneità a svolgere sotto il profilo morale la professione (Nel caso di specie, la domanda […]

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L’esercizio arbitrario delle ragioni del cliente

Integra illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato che, al fine di ottenere dal conduttore moroso la restituzione dell’immobile locatogli dal proprio cliente, sostituisca le serrature dell’immobile stesso nonostante l’opposizione del conduttore ed in difetto di titolo esecutivo. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Perfetti, rel. Merli), sentenza del 19 dicembre 2014, n. 196

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Il dies a quo prescrizionale nel caso di condotta illecita omissiva

Nelle ipotesi in cui la violazione deontologica sia integrata da condotte protrattesi nel tempo, la decorrenza del termine di prescrizione ha inizio dalla cessazione della condotta medesima (Nel caso di specie, trattavasi di inadempimento di obbligazione cambiaria). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Salazar, rel. Sica), sentenza del 19 dicembre 2014, n. 195 NOTA: In senso […]

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La “pubblicità” professionale non deve essere comparativa né autocelebrativa

L’informazione sull’attività professionale, ai sensi degli artt. 17 e 17 bis cod. deont. (ora, 17 e 35 ncdf), deve essere rispettosa della dignità e del decoro professionale e quindi di tipo semplicemente conoscitivo, potendo il professionista provvedere alla sola indicazione delle attività prevalenti o del proprio curriculum, ma non deve essere mai né comparativa né […]

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Costituzione di associazione professionale e omessa comunicazione al COA di appartenenza

Si ritiene riprovevole sul piano disciplinare il contegno dell’avvocato che si sottragga ai doveri di collaborazione col proprio C.d.O., nell’ambito dei compiti di tenuta dell’Albo ad esso riservati, omettendo comunicazioni ritenute fondamentali per l’esercizio dell’attività forense (Nel caso di specie, trattavasi di costituzione di associazione professioanle non comunicata al COA di appartenenza). Consiglio Nazionale Forense […]

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Praticanti avvocati: la scadenza del sessennio di abilitazione al patrocinio

Il decorso del termine di sei anni previsto dall’art. 8 del r.d.l. n. 1578 del 1933 ed il venir meno dell’abilitazione provvisoria, non determinano il venir meno dello status di praticante e dell’interesse del praticante stesso a rimanere iscritto al Registro speciale per proseguire nello svolgimento della pratica, pur essendo privo dello ius postulandi. Consiglio […]

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