La versione «difensiva» dei fatti, ancorché di comodo, inveritiera e meramente delatoria, non può assurgere a motivo autonomo di condanna dell’incolpato, rientrando nelle sue facoltà inerenti l’esercizio del diritto di difesa. (Accoglie ricorso avverso decisione C.d.O. di Roma). Consiglio Nazionale Forense (pres. Ricciardi, rel. Diego), sentenza del 12 novembre 1994, n. 108