Procedimento disciplinare: l’addebito va circostanziato con l’atto di approvazione del capo di incolpazione

Nell’ambito del procedimento disciplinato dal Regolamento CNF n. 2 del 2014, con l’approvazione del capo di incolpazione l’organo di disciplina deve, per la prima volta, comunicare all’iscritto “l’enunciazione … dei fatti addebitati, con l’indicazione delle norme violate” (art. 17, comma 2, n. 1, lett. b del Regolamento). Con la successiva citazione a giudizio, poi, l’onere di specificazione della condotta contestata viene reso più stringente, prevedendosi che il CDD indichi “…in forma chiara e precisa degli addebiti, con le indicazioni delle norme violate” (art. 21, comma 2, lett. b, del Regolamento). Dopo la comunicazione dell’approvazione del capo di incolpazione, l’iscritto può esercitare il proprio diritto di difesa accedendo ai documenti contenuti nel fascicolo e avendo la facoltà di depositare memorie e documenti e di chiedere di comparire avanti al Consigliere istruttore, per essere sentito ed esporre le proprie difese (art. 17, comma 2, n. 2, lettere a, b e c, del Regolamento).

Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. Melani Graverini), sentenza n. 242 del 3 dicembre 2022

Classificazione

- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 242 del 03 Dicembre 2022 (respinge) (censura)
- Consiglio territoriale: CDD Ancona, delibera n. 3 del 01 Giugno 2018 (censura)
- Decisione correlata: Corte di Cassazione n. 21069 del 18 Luglio 2023 (respinge)
abc, Giurisprudenza CNF

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