Il principio del libero convincimento del giudice vale anche in sede disciplinare

Il C.d.O. nella sua funzione di Giudice della deontologia, ha ampio potere discrezionale nel valutare la conferenza e la rilevanza delle prove dedotte in virtù del principio del libero convincimento, con la conseguenza che la decisione assunta in base alle testimonianze ed agli atti acquisiti in conseguenza dell’esposto deve ritenersi legittima, allorquando risulti coerente con […]

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I limiti, anche deontologici, alla critica dell’operato del giudice

Nell’ambito della propria attività difensiva, l’avvocato non deve mai giungere ad atteggiamenti o comportamenti sconvenienti e violativi dell’art. 20 del Codice deontologico, che impone al professionista di mantenere con il Giudice un rapporto improntato alla dignità e al rispetto sia della persona del giudicante, sia del suo operato (Nel caso di specie, l’incolpato aveva urlato […]

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I limiti al diritto di critica nei confronti dei provvedimenti giudiziari

Il diritto di critica nei confronti di qualsiasi provvedimento giudiziario fa parte delle facoltà inalienabili del difensore, entro il limite, tuttavia, al di là del quale tale facoltà di legge lascia il posto all’obbligo del rispetto della dignità dell’interlocutore. L’individuazione di siffatta linea di discrimine costituisce il risultato di una valutazione di merito che va […]

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L’impugnazione degli atti endoprocedimentali non ha effetto sospensivo obbligatorio

Nel procedimento disciplinare a carico degli avvocati, l’impugnazione degli atti endoprocedimentali non ha effetto sospensivo obbligatorio, mancando una norma espressa in tal senso (Nel caso di specie, l’incolpato aveva eccepito che il COA avrebbe dovuto sospendere il procedimento nelle more della decisione del CNF sui ricorsi dallo stesso promossi avverso la delibera di apertura del […]

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Impugnazione al CNF: l’esposizione dei fatti oggetto del procedimento

In tema di ricorso al CNF, l’esposizione dei fatti oggetto del procedimento, pur costituendo elemento essenziale ai fini della validità dell’atto d’impugnazione che consente di valutare la rilevanza dei motivi di diritto, può essere desunta dall’esame degli atti e dai riferimenti ai fatti oggetto dell’incolpazione e posti a base della decisione, e diventa motivo d’inammissibilità […]

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Il ne bis in idem presuppone un giudicato

La violazione del principio del ne bis in idem può ritenersi concretizzata solo in presenza di un precedente giudicato, intendendosi per tale la presenza di una decisione irrevocabile, sicché non sussiste ove la decisione sia invece ancora sub iudice. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Morlino), sentenza del 3 settembre 2013, n. 156

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Rinuncia all’appello e cessazione della materia del contendere

La rinuncia formale al giudizio da parte del ricorrente determina la sopravvenuta carenza di interesse e conseguentemente la dichiarazione di estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Salazar), sentenza del 3 settembre 2013, n. 157 NOTA: In senso conforme, tra le altre, Consiglio Nazionale Forense (pres. […]

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Irrevocabilità della decisione del COA e consumazione del potere disciplinare

In materia disciplinare, l’irrevocabilità della decisione del COA non si traduce nell’impossibilità di un riesame dei fatti posti a fondamento degli addebiti e quindi in una consumazione del potere disciplinare. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Vermiglio, rel. Morlino), sentenza del 3 settembre 2013, n. 156 NOTA: In senso conforme, Cass.civ., SS.UU., 07.08.2012 n. 14172.

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