Conflitto di interessi anche solo potenziale: l’illecito di pericolo non presuppone la produzione di un danno

L’art. 24 cdf mira ad evitare situazioni che possano far dubitare della correttezza dell’operato dell’avvocato e, quindi, perché si verifichi l’illecito, è sufficiente che potenzialmente l’opera del professionista possa essere condizionata da rapporti di interesse con la controparte. Facendo riferimento alle categorie del diritto penale, l’illecito contestato all’avvocato è un illecito di pericolo e non […]

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Conflitto di interessi: l’illecito (c.d. di pericolo) tutela l’affidamento della collettività sulla capacità degli avvocati di fare fronte ai doveri che l’alta funzione esercitata impone

Il divieto di prestare attività professionale in conflitto di interessi anche solo potenziale (art. 24 cdf, già art. 37 codice previgente) risponde all’esigenza di conferire protezione e garanzia non solo al bene giuridico dell’indipendenza effettiva e dell’autonomia dell’avvocato ma, altresì, alla loro apparenza (in quanto l’apparire indipendenti è tanto importante quanto esserlo effettivamente), dovendosi in […]

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Illecito chiedere la nomina di un AdS per un proprio assistito utilizzando informazioni apprese durante la difesa dello stesso

Costituisce violazione dell’art. 24 cdf (Conflitto di interessi) il comportamento dell’avvocato che, per conto di un terzo, depositi un ricorso per l’amministrazione di sostegno di un proprio assistito, utilizzando informazioni apprese durante la difesa, seppur stragiudiziale, di quest’ultimo. Infatti, il conflitto di interessi ben può sussistere anche in ambito di volontaria giurisdizione(*), come appunto il […]

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La cancellazione dell’incolpato dall’albo o registro nelle more del giudizio di impugnazione della sanzione disciplinare avanti al CNF

Qualora, nelle more del giudizio di impugnazione della sanzione disciplinare irrogata dal CDD, l’incolpato sia cancellato dall’albo o registro forense, deve dichiararsi l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, giacché la potestas disciplinare è strettamente ed indissolubilmente collegata alla iscrizione negli albi o nei suoi Registri allegati dell’incolpato, con conseguente stabilizzazione del provvedimento […]

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L’esposto al CSM non deve valicare i limiti deontologici

La violazione dell’art. 53 cdf, che impone al professionista di mantenere con il giudice un rapporto improntato alla dignità ed al rispetto della persona del giudicante e del suo operato, si configura anche nell’utilizzo di espressioni sconvenienti in quanto dirette consapevolmente ad insinuare nei confronti del magistrato il sospetto di illiceità ovvero la violazione del […]

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[importante] Omessa o tardiva fatturazione di compensi percepiti: il punto sull’individuazione del dies a quo prescrizionale

L’avvocato ha l’obbligo, sanzionato (anche) in sede disciplinare dagli artt. 16 e 29 cdf, di emettere fattura fiscale entro dodici giorni dal pagamento della prestazione (art. 6 co. 3 e art. 21 co. 4 del DPR n. 633/1972) e, quindi, di registrare il documento stesso entro il quindicesimo giorno del mese successivo a quello della […]

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Il preventivo del collaboratore di studio vincola deontologicamente il titolare dello studio nei confronti del cliente

Il preventivo consegnato al Cliente dal collaboratore di studio è opponibile al titolare dello studio, in virtù di un generale principio di affidamento nei confronti del Cliente, che è di fondamentale rilievo per ogni iscritto alla professione forense. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Gagliano), sentenza n. 114 del 18 aprile 2025

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Il CNF può integrare, in sede di appello, la motivazione della decisione del Consiglio territoriale

La mancanza di adeguata motivazione non costituisce motivo di nullità della decisione del Consiglio territoriale, in quanto, alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie. Il C.N.F. è infatti competente quale giudice di legittimità e di merito, per cui l’eventuale inadeguatezza, incompletezza e addirittura assenza della […]

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La discrezionalità del Giudice disciplinare nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare, sicché il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare ammissibilità, rilevanza e conferenza delle prove dedotte. Non è pertanto censurabile, né può determinare la nullità della decisione, la mancata audizione dei testi indicati ovvero la mancata acquisizione di documenti, quando risulti che il […]

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