Il dovere di difesa non giustifica la commissione di illeciti deontologici a pretesa tutela del cliente

L’avvocato non può essere oggetto di denuncia per il solo fatto di aver rappresentato al collega di controparte la versione dei fatti riferitagli da parte assistita, giacché il dovere di difesa -per quanto ampio- non può sconfinare nell’illecito o nella minaccia di un “male ingiusto”, specie se commessi al fine di indurlo a violare il […]

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L’oggetto di valutazione nel procedimento disciplinare è il comportamento complessivo dell’incolpato

In ossequio al principio enunciato dall’art. 21 ncdf (già art. 3 codice previgente), nei procedimenti disciplinari l’oggetto di valutazione è il comportamento complessivo dell’incolpato e tanto al fine di valutare la sua condotta in generale, quanto a quello di infliggere la sanzione più adeguata, che non potrà se non essere l’unica nell’ambito dello stesso procedimento, […]

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La valutazione del CNF circa la rilevanza deontologica del fatto e la relativa sanzione disciplinare da applicare non è sindacabile in Cassazione

Le decisioni del Consiglio nazionale forense in materia disciplinare sono impugnabili dinanzi alle sezioni unite della Corte di Cassazione soltanto per incompetenza, eccesso di potere e violazione di legge, con la conseguenza che l’accertamento del fatto, l’apprezzamento della sua rilevanza rispetto alle imputazioni, la scelta della sanzione opportuna e, in generale, la valutazione delle risultanze […]

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L’illecito deontologico può essere “consumato” o “tentato”

In ambito disciplinare non è necessaria la consumazione dell’illecito, essendo infatti sufficiente anche il tentativo, giacché la potenzialità della condotta è idonea e sufficiente a configurare l’illecito deontologicamente rilevante (Nel caso di specie, in applicazione del principio di cui in massima, la Corte ha rigettato il ricorso proposto avverso Consiglio Nazionale Forense pres. f.f. e […]

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Illecito disciplinare a forma libera o “atipico”: la violazione dei doveri di probità, dignità e decoro non è esclusa dalla sanzionabilità

Il principio di stretta tipicità dell’illecito, proprio del diritto penale, non trova applicazione nella materia disciplinare forense, nell’ambito della quale non è prevista una tassativa elencazione dei comportamenti vietati, giacché il nuovo sistema deontologico forense -governato dall’insieme delle norme, primarie (artt. 3 c.3 – 17 c.1, e 51 c.1 della L. 247/2012) e secondarie (artt. […]

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Il COA di Milano chiede di sapere se un Avvocato sospeso volontariamente ex. art. 20 comma 2 L. 247/12 debba assolvere all’onere della stipula di polizza per la responsabilità professionale e contro gli infortuni.

La risposta è nei seguenti termini: a) quanto alla polizza per la responsabilità civile professionale: La questione è già stata esaminata da questa Commissione con il parere 90/2016, dal quale non si ritiene di doversi discostare che così ha ritenuto: L’art. 12 Legge n. 247/2012 sancisce in capo all’avvocato il dovere di stipulare una polizza […]

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Il COA di Torino chiede se, visto l’art 2, co. 1 D.M. 16 agosto 2016 n. 178 (Regolamento recante le disposizioni per la tenuta e l’aggiornamento di albi, elenchi e registri da parte dei Consigli dell’ordine degli avvocati, nonche’ in materia di modalita’ di iscrizione e trasferimento, casi di cancellazione, impugnazioni dei provvedimenti adottati in tema dai medesimi Consigli dell’ordine, ai sensi dell’articolo 15, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 247), l’avvocato “possa avere, nella medesima città, un domicilio professionale principale ed uno secondario e se entrambi i domicili debbano o possano essere resi pubblici con inserimento nell’elenco degli iscritti”.

La commissione, dopo ampia discussione ritiene che ad entrambe le domande si possa dare risposta affermativa in forza della interpretazione letterale della norma citata: i) la lett. c) del co. 1, del DM n. 178/16 – in attuazione degli artt. 7 e 17 della legge n. 247/12 – prevede espressamente l’indicazione del domicilio professionale principale […]

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Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona ha posto i seguenti quesiti: a) Se l’Abogado iscritto nell’Albo ordinario (tenuto da un Consiglio dell’Ordine italiano), possa cancellarsi dall’Ordine spagnolo di provenienza; b) Se il medesimo Abogado possa poi cancellarsi dall’Albo ordinario e successivamente reiscriversi presentando, al riguardo, la sola domanda di iscrizione, ovvero se, in considerazione dell’originario titolo straniero, debba seguire una diversa procedura.

Le risposte vengono fornite nei termini di seguito precisati. Va premesso che, ai sensi dell’art. 4, comma 2, D.Lvo n. 96/2001, l’avvocato integrato, ovverosia colui che, in qualità di avvocato stabilito, ha esercitato la professione in Italia per almeno tre anni senza interruzioni, ovvero ha superato la prova attitudinale prevista dal D.M. n. 191/2003, “ha […]

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Il COA di Cagliari chiede di conoscere se l’attività dei Componenti i Consigli Distrettuali di Disciplina rientri nell’attività formativa di cui all’art. 11 della L. 247/2012 sollecitando un “autorevole intervento” in ordine al riconoscimento di crediti per l’attività formativa svolta dai componenti il Consiglio Distrettuale di Disciplina.

Si segnala che il CNF è intervenuto in proposito sul testo del Reg. All’art. 13 co 1 lett. d) prevedendo che la partecipazione Consigli Distrettuali di Disciplina sia valutabile ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di formazione continua, così come la partecipazione a gruppi di studio, gruppi di lavoro o commissioni consiliari, ministeriali o aventi carattere nazionale, […]

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Il COA di Monza formula due quesiti con riferimento all’art. 25 del Reg. 6/2014 sulla formazione continua.

Col primo chiede se, in applicazione del combinato disposto dell’art. 12 co. 4 e 5 e dell’art. 25 del Regolamento CNF sulla Formazione Continua, ai fini del rilascio dell’attestato di formazione continua di cui al citato art. 25, sia sufficiente aver adempiuto da parte del richiedente il solo obbligo formativo triennale ovvero sia altresì necessario […]

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