La valutazione della condotta irreprensibile in rapporto a procedimenti penali, pendenti e conclusi

La valutazione del requisito della condotta irreprensibile, necessario ai fini della iscrizione all’albo avvocati e al registro dei praticanti, va compiuta dal C.O.A. in modo autonomo ed indipendente anche dall’esito dell’eventuale procedimento penale che possa aver coinvolto l’interessato, la cui condanna penale non comporta pertanto un’automatica inibizione dell’iscrizione; ne consegue che la condotta irreprensibile deve […]

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Iscrizione all’albo: la valutazione della condotta irreprensibile (anche in caso di condanna penale)

In tema di iscrizione all’albo, le condotte che rilevano, ai fini della verifica del requisito di onorabilità, sono soltanto quelle, non attinenti alla dimensione privata, anche diverse da quelle aventi rilievo penale ed accertate in sede penale, aventi rilievo e incidenza rispetto all’affidabilità del soggetto per il corretto espletamento della professione. Consiglio Nazionale Forense (pres. […]

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Impugnazione avanti al CNF e divieto di reformatio in pejus

Anche nel nuovo ordinamento professionale deve ritenersi operante il divieto di reformatio in pejus, allorché ad impugnare dinanzi al CNF sia soltanto il sanzionato e non pure o solo la pubblica accusa o il Consiglio dell’ordine presso il quale l’incolpato stesso è iscritto. Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Del Paggio), sentenza n. 60 del 16 […]

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Inammissibile l’impugnazione al CNF carente della specificità dei motivi del gravame

I motivi dell’impugnazione possono intendersi specifici quando, a prescindere da formule sacramentali, dall’impugnazione proposta emergano in maniera chiara, inequivoca e congiunta: a) l’individuazione delle statuizioni concretamente impugnate e b) l’esposizione delle ragioni volte a confutare le argomentazioni, logico giuridiche, che sono poste a base della decisione impugnata da parte del giudice di prime cure ovvero […]

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Sospensione per l’avvocato che faccia da tramite tra il capoclan, ristretto in carcere, ed i suoi sodali all’esterno

Costituisce gravissima violazione dei più elementari princìpi deontologici il comportamento dell’avvocato che si presti a far da tramite tra il suo assistito e soggetti terzi durante il periodo di detenzione dello stesso così assicurando il mantenimento di rapporti illeciti e la divulgazione di notizie ed informazioni assunte durante i colloqui al carcere, tenendo, in tal […]

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I presupposti del segreto e riserbo professionale

Il professionista è tenuto a mantenere il segreto ed il massimo riserbo sull’attività prestata e su tutte le informazioni che gli siano fornite dal cliente e dalla parte assistita, nonché su quelle delle quali sia venuto a conoscenza in dipendenza del mandato. Elementi del relativo illecito disciplinare sono quindi, da un lato, l’esistenza di un […]

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I fondamentali princìpi della deontologia

I concetti di probità, dignità e decoro costituiscono doveri generali e concetti guida, a cui si ispira ogni regola deontologica, giacché essi rappresentano le necessarie premesse per l’agire degli avvocati, e mirano a tutelare l’affidamento che la collettività ripone nella figura dell’avvocato, quale professionista leale e corretto in ogni ambito della propria attività. Consiglio Nazionale […]

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