Procedimento avanti al CNF, la Sezione disciplinare presuppone una Legge costituzionale

Il Consiglio nazionale forense è un giudice speciale precostituzionale (art. 21 D.Lgs.Lgt. n. 382/1944 e VI disp. trans. Cost.), sicché la riforma della sua struttura e delle relative attribuzioni giurisdizionali (se ritenuta ammissibile, atteso che si tratterebbe di “introduzione” di giudice speciale post-Costituzione, operazione non consentita ex art. 102 Cost.) non potrebbe avvenire se non […]

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Il CNF esercita legittimamente la propria funzione giurisdizionale anche in assenza di una sezione disciplinare

La mancata costituzione di un’apposita sezione disciplinare all’interno del Consiglio nazionale forense ex art. 61, comma 1, L. n. 247/2012 non incide sulla natura giurisdizionale dei suoi poteri, né sull’imparzialità e sull’autonomia dell’organo giudicante, le quali sono comunque assicurate dalla sua composizione collegiale e dalla natura elettiva dei suoi componenti. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. […]

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La riunione e la separazione dei procedimenti disciplinari

Rientra nella discrezionalità del Giudice della deontologia disporre la riunione e la separazione dei procedimenti disciplinari a carico di uno stesso incolpato, il quale in proposito non può pertanto lamentare alcuna violazione del proprio diritto di difesa. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Napoli, rel. Galletti), sentenza n. 109 del 27 marzo 2024

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Procedimento disciplinare: la richiesta di rinvio dell’udienza per legittimo impedimento dev’essere anche tempestiva

L’assenza del professionista all’udienza disciplinare comporta il necessario rinvio dell’udienza stessa solo qualora sia comprovata l’assoluta impossibilità a comparire per caso fortuito, forza maggiore o altro legittimo impedimento, specifico e documentato. Inoltre, è comunque onere dell’interessato comunicare tempestivamente l’impedimento a comparire, a pena di inaccoglibilità della domanda (Nel caso di specie, l’incolpato aveva richiesto, peraltro […]

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La violazione dell’obbligo formativo è scriminata dallo stato di necessità

Lo stato di necessità conseguente a grave malattia, propria o di un proprio familiare, esclude rilevanza disciplinare alla violazione dell’obbligo di formazione continua, di cui pertanto costituisce scriminante pur in mancanza di una previa richiesta o concessione di esonero ex art. 15 Reg. CNF n. 6/2014. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Napoli, rel. D’Agostino), sentenza […]

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L’intensa attività lavorativa non scrimina l’inadempimento al dovere di formazione e aggiornamento professionale

L’obbligo di formazione continua sussiste per il solo fatto dell’iscrizione nell’albo e non subisce deroga né attenuazioni nel caso di impegni professionali ritenuti tanto assorbenti da precludere -in thesi- la stessa possibilità materiale di acquisire i “crediti formativi” richiesti giacché, diversamente ragionando, detto obbligo finirebbe per dover essere adempiuto con le modalità regolamentari previste solo […]

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Sospensione per l’avvocato che falsifichi una relata di notifica

Il professionista che falsifichi documenti e addirittura provvedimenti giurisdizionali, ovvero se ne avvalga consapevolmente, pone in essere un comportamento contrario ai principi di correttezza, dignità e decoro professionale deontologicamente rilevante, idoneo a vulnerare gravemente l’ordinamento, la società e il prestigio dell’intera classe forense (Nel caso di specie, l’avvocato era stato condannato in via definitiva in […]

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Procedimento disciplinare e principio di acquisizione della prova

Anche in sede disciplinare opera il principio di “acquisizione della prova” in forza del quale un elemento probatorio, legittimamente acquisito, una volta introdotto nel processo, è acquisito agli atti e, quindi, è ben utilizzabile da parte del giudice al fine della formazione del convincimento. Conseguentemente, le risultanze probatorie acquisite, pur se formate in procedimento diverso […]

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Lo jus superveniens non si applica alla prescrizione dell’azione disciplinare (anche alla luce della giurisprudenza costituzionale e comunitaria)

In tema di prescrizione dell’azione disciplinare, il regime più favorevole introdotto dall’art. 56 della l. n. 247 del 2012, il quale prevede un termine massimo di prescrizione dell’azione disciplinare di sette anni e sei mesi, non trova applicazione con riguardo agli illeciti commessi prima della sua entrata in vigore. In particolare, le sanzioni disciplinari contenute […]

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