L’omessa restituzione di documenti al cliente costituisce illecito permanente

La violazione dell’art. 33 cdf (Restituzione di documenti) costituisce illecito deontologico permanente. Conseguentemente, il relativo dies a quo prescrizionale va individuato nel momento cui: 1) il professionista ponga fine all’omissione ovvero effettui il comportamento positivo dovuto, oppure 2) sollecitato in tal senso, opponga il rifiuto affermando l’asserita legittimità del proprio contegno, con la precisazione che […]

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Principio del libero convincimento in sede disciplinare: il Giudice della deontologia valuta discrezionalmente la conferenza e la rilevanza delle prove dedotte

Il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare la conferenza e la rilevanza delle prove dedotte in virtù del principio del libero convincimento, con la conseguenza che la decisione assunta in base alle testimonianze ed agli atti acquisiti in conseguenza degli esposti deve ritenersi legittima, allorquando risulti coerente con le risultanze documentali acquisite […]

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L’avvocato deve agire con lealtà e correttezza nei confronti della parte assistita, dei terzi e della controparte

L’Avvocato deve svolgere la propria attività con lealtà e correttezza non solo nei confronti della parte assistita, ma anche verso i terzi in genere e verso la controparte, giacché il dovere di lealtà e correttezza nell’esercizio della professione è un canone generale dell’agire di ogni Avvocato, che mira a tutelare l’affidamento che la collettività ripone […]

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L’avvocato “comparsista” non deve eludere le norme sull’abilitazione al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori

Il professionista non abilitato al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori può collaborare con avvocati cassazionisti, anche nella redazione degli atti (c.d. “comparsista”), purché tale collaborazione professionale non dissimuli in realtà un’attività defensionale vera e propria, ovverosia attuata a diretto favore del cliente per il mero tramite formale dell’avvocato abilitato, così eludendo il limite per il […]

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Sospensione per l’avvocato che approfitti della debolezza psichica del Cliente per trarne indebiti vantaggi economici a suo danno

Costituisce grave illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato che, in violazione dei basilari doveri deontologici, approfitti della fiducia e delle evidenti condizioni di debolezza psichica di un soggetto, per indurlo a farsi cedere un immobile a condizioni palesemente penalizzanti e inique per lo stesso, sia in ragione del prezzo esiguo rispetto al valore del bene compravenduto, […]

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Sull’impugnazione del proscioglimento dell’incolpato

La decisione del CDD che definisce il procedimento disciplinare deliberando il proscioglimento dell’incolpato con la formula: «non esservi luogo a provvedimento disciplinare» (art. 52 L. n. 247/2012 e art. 27 Reg. CNF 2/2014) può essere impugnata dai soggetti legittimati (COA di appartenenza dell’incolpato, Procuratore della Repubblica e Procuratore Generale del Distretto della Corte di Appello […]

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Illecito disciplinare a forma libera o “atipico”: la violazione dei doveri di probità, dignità e decoro non è esclusa dalla sanzionabilità

Il principio di stretta tipicità dell’illecito, proprio del diritto penale, non trova applicazione nella materia disciplinare forense, nell’ambito della quale non è prevista una tassativa elencazione dei comportamenti vietati, giacché il nuovo sistema deontologico forense -governato dall’insieme delle norme, primarie (artt. 3 c.3 – 17 c.1, e 51 c.1 della L. 247/2012) e secondarie (artt. […]

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La rilevanza (anche) deontologica della violazione delle norme su tracciabilità dei pagamenti e limitazioni all’uso del contante

La violazione delle disposizioni normative in tema di tracciabilità dei pagamenti nonché in tema di limitazioni all’uso del contante costituisce illecito (anche) deontologico. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Cassi), sentenza n. 125 del 8 aprile 2024 NOTA:A quanto consta, non vi sono precedenti editi in termini.

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La prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio (ma nel rispetto del giudicato)

Il principio secondo cui la prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio vale anzitutto con riferimento alla prescrizione maturata medio tempore dinanzi al Giudice chiamato a valutarla, mentre se sia maturata nel grado di giudizio inferiore, per il Giudice del Gravame il rilievo officioso non è assoluto, in quanto […]

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