La cd “liberalizzazione” della “pubblicità” professionale non preclude un suo controllo deontologico

La pubblicità informativa che lede il decoro e la dignità professionale costituisce illecito, ai sensi dell’art. 38 del r.d.l. 27 novembre 1933, n. 1578, poiché l’abrogazione del divieto di svolgere pubblicità informativa per le attività libero-professionali, stabilita dall’art. 2 legge 248/2006 (c.d. Decreto Bersani), non preclude all’organo professionale di sanzionare le modalità ed il contenuto […]

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L’impugnazione tardiva è inammissibile

E’ inammissibile in quanto tardivo l’appello proposto oltre il termine di legge (nella specie, 20 giorni dalla notifica della decisione ex art. 50 RDL 1578/1933, applicabile ratione temporis), giacché i termini per la impugnazione delle decisioni sono perentori e non possono pertanto essere prorogati, sospesi o interrotti, se non nei casi eccezionali espressamente previsti dalla […]

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I limiti alla “pubblicità” professionale dopo il c.d. Decreto Bersani

I principi in tema di pubblicità di cui alla legge 248/2006 (c.d. Decreto Bersani), pur consentendo al professionista di fornire specifiche informazioni sull’attività e i servizi professionali offerti, non legittimano tuttavia una pubblicità indiscriminata avulsa dai dettami deontologici, giacché la peculiarità e la specificità della professione forense, in virtù della sua funzione sociale, impongono, conformemente […]

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L’omessa audizione dei testi indicati dall’incolpato

Non determina nullità della decisione l’omessa audizione dei testi indicati quando risulti che il COA abbia ritenuto superflue o ininfluenti le deposizioni stesse per essere già pervenuto all’accertamento completo dei fatti attraverso la valutazione delle risultanze acquisite in sede di istruttoria. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Perfetti, rel. Pisano), sentenza del 10 marzo 2015, n. […]

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Il principio della corrispondenza tra chiesto e pronunciato in ambito disciplinare

In riferimento al principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato ex art. 112 c.p.c., applicabile anche ai procedimenti disciplinari, la violazione della necessaria correlazione tra addebito contestato e sentenza non sussiste quando l’incolpato, attraverso l’iter processuale, abbia avuto comunque conoscenza dell’addebito e sia stato messo in condizione di difendersi e discolparsi. Consiglio Nazionale […]

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Procedimento disciplinare: il mutamento della composizione del coa non provoca nullità della decisione

Considerata la natura amministrativa del procedimento dinanzi al Consigli territoriali, le eccezioni relative alla composizione dei collegi giudicanti debbono essere sollevate, a pena di inammissibilità, nel corso del giudizio di primo grado e prima che la decisione sia stata assunta; tali eccezioni non possono essere proposte come motivo di gravame né di fronte al Consiglio […]

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Il diritto-dovere di difesa non giustifica l’uso di espressioni sconvenienti ed offensive

L’avvocato è tenuto a contemperare le esigenze di dialettica processuale e adempimento del mandato difensivo con il divieto di usare espressioni sconvenienti ed offensive e ciò non solo nei confronti del collega avversario ma anche delle parti e più in generale dei terzi (Nel caso di specie, in un proprio atto giudiziario l’avvocato si riferiva […]

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La mancanza, nella sola copia della decisione disciplinare, della sottoscrizione del presidente o del segretario

La mancanza, nella decisione disciplinare, della sottoscrizione del presidente e del segretario non è motivo di nullità quando riguarda la copia e non l’originale del provvedimento, tenuto anche conto che chi ha ricevuto notizia del deposito dell’originale della decisione e sia stato, quindi, messo in condizione di prendere visione dell’originale dell’atto, non è legittimato a […]

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