Il principio della colpevolezza “al di là di ogni ragionevole dubbio” vale anche in sede disciplinare

Il procedimento disciplinare è di natura accusatoria, sicché va accolto il ricorso avverso la decisione del Consiglio territoriale allorquando la prova della violazione deontologica non si possa ritenere sufficientemente raggiunta, per mancanza di prove certe o per contraddittorietà delle stesse, giacché l’insufficienza di prova su un fatto induce a ritenere fondato un ragionevole dubbio sulla […]

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L’abuso dell’istituto della ricusazione costituisce autonomo illecito disciplinare

L’incolpato ha diritto di svolgere, in fatto ed in diritto, con la massima ampiezza, tutte le proprie tesi difensive, senza tuttavia abusare del processo, sicché la reiterata proposizione di eccezioni e di istanze di ricusazione, tutte infondate, può costituire autonomo illecito disciplinare. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Melogli, rel. Brienza), sentenza n. 219 del 6 […]

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Determinazione della sanzione e comportamento processuale dell’incolpato

Il “comportamento complessivo dell’incolpato” può assumere una valenza autonoma ai fini della determinazione in concreto della sanzione disciplinare, ex art. 21, comma 2, codice deontologico forense (Nel caso di specie, l’incolpato aveva ricusato a più riprese l’intero collegio giudicante e poi proposto, in sede di gravame, quattordici motivi di impugnazione, articolati in plurimi sottomotivi, spesso […]

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Procedimento disciplinare: il giudice della deontologia può discrezionalmente ridurre le liste testimoniali sovrabbondanti

Anche nell’ambito del procedimento disciplinare forense, la scelta di sentire o no i testimoni, ed ancor più reputarli attendibili, è rimessa al prudente apprezzamento del giudice del merito: la riduzione delle liste testimoniali sovrabbondanti costituendo, invero, un potere tipicamente discrezionale del medesimo, esercitabile anche nel corso dell’espletamento della prova, potendo il giudice non esaurire l’esame […]

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La responsabilità per fatto di associati, collaboratori e sostituti

L’avvocato è personalmente responsabile per condotte, determinate da suo incarico, ascrivibili a suoi associati, collaboratori e sostituti, salvo che il fatto integri una loro esclusiva e autonoma responsabilità ex art. 7 cdf (Nel caso di specie, il sostituto aveva dichiarato il falso in udienza su istruzioni del dominus). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Melogli, rel. […]

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Il procedimento disciplinare non presuppone un esposto ma è attivabile d’ufficio (anche su esposto anonimo)

Ai sensi degli artt. 50 e 51 L. n. 247/2012 (già art. 38 R.D.L. n. 1578/33), il Consiglio territoriale ha il potere-dovere di promuovere d’ufficio l’azione disciplinare e l’esercizio di tale potere non è condizionato dalla tipologia della fonte della notizia dell’illecito disciplinare rilevante, che può essere costituita anche dalla denuncia di persona non direttamente […]

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La translatio iudicii per legittima suspicione non si applica ai procedimenti disciplinari avanti al CDD

Ai sensi dell’art. 59, lett. n), L. n. 247 del 2012, al procedimento disciplinare avanti al consiglio territoriale è applicabile il rito penale nei limiti della compatibilità, sicché in sede deontologia non opera l’art. 45 cpp, che è infatti istituto di carattere eccezionale in quanto deroga al giudice naturale. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Melogli, […]

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Il CNF è giudice di merito e di legittimità

Il CNF è sia giudice di merito che di legittimità, con ampia facoltà di rivisitare i fatti, di dare anche ingresso ad attività istruttoria omesse o di disporne d’ufficio o su istanza di parte (art. 63 c. 5 R.D. 37/34 richiamato dall’art. 36 della L. n. 247/2012). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Melogli, rel. Brienza), […]

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Principio accusatorio e distribuzione dell’onere probatorio tra organo inquirente e incolpato

In base al principio accusatorio (che informa il procedimento disciplinare), il Consiglio territoriale ha l’onere di provare l’addebito contestato, ma non pure di dimostrare la volontà dell’incolpato di eludere la norma deontologica, essendo a tal fine necessario e sufficiente che l’illecito sia derivato da un comportamento consapevole volontario (c.d. suitas): ciò basta infatti a far […]

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