L’asserita buona fede non scrimina l’illecito

L’illecito disciplinare non è scriminato dall’asserita buona fede, giacché per l’imputabilità dell’infrazione è sufficiente la volontarietà con la quale è stato compiuto l’atto deontologicamente scorretto, a nulla rilevando la buona fede dell’incolpato ovvero le sue condizioni psico-fisiche, elementi dei quali si può tener conto solo nella determinazione concreta della sanzione. Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, […]

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L’esercizio di attività professionale in periodo di sospensione disciplinare

Vìola l’art. 36, 1 comma CDF, l’avvocato che, durante il periodo di sospensione disciplinare, svolga attività professionale (nella specie, l’incolpato aveva depositato telematicamente le memorie ex art. 183 6 comma c.p.c., in periodo di sospensione). Consiglio distrettuale di disciplina di Bologna (pres. Chierici, rel. di Francia), decisione n. 69 del 2 luglio 2018 Sanzione: CENSURA

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Illecito trattenere le somme spettanti al cliente, oltre il tempo strettamente necessario

Vìola il dovere di puntualità e diligenza nella gestione del denaro altrui, l’avvocato che trattiene oltre il tempo strettamente necessario, le somme spettanti al cliente (nella specie, trattavasi dell’importo ricevuto a titolo del risarcimento del danno). Consiglio distrettuale di disciplina di Bologna (pres. Vecchi, rel. Amaduzzi), decisione n. 70 del 24 settembre 2018 Sanzione: RADIAZIONE

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Estorsione a sfondo sessuale: radiazione per l’avvocato che minacci la cliente di diffondere sue foto osè

Merita la radiazione l’avvocato che nell’esplicazione -perlomeno iniziale- di un asserito incarico professionale costringe la propria assistita a versargli una ingente somma di denaro (nella specie, € 200.000,00) con la minaccia di diffondere fotografie che la ritraevano nuda. Consiglio distrettuale di disciplina di Bologna (pres. Chierici, rel. Donelli), decisione n. 76 del 9 novembre 2018 […]

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Lo jus superveniens non si applica alla prescrizione dell’azione disciplinare (anche alla luce della giurisprudenza costituzionale e comunitaria)

In materia di sanzioni disciplinari a carico degli avvocati, l’art. 65, comma 5, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, nel prevedere, con riferimento alla nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense, che le norme contenute nel nuovo codice deontologico si applicano anche ai procedimenti disciplinari in corso al momento della sua entrata in vigore, se […]

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Ricorso in Cassazione: i (nuovi) limiti del sindacato di legittimità sulla motivazione delle sentenze del CNF

La riformulazione dell’art. 360, n. 5), cod. proc. civ., disposta con l’art. 54, d.L 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modifìcazioni, dalla L. 7 agosto 2012, n. 134, secondo cui è deducibile esclusivamente l’«omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti», deve essere interpretata, […]

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Impugnazione al CNF e richiamo verbale: gli atti vanno trasmessi al Presidente del CDD per i relativi adempimenti

In tema di procedimento disciplinare, qualora il CNF ritenga congruo comminare all’incolpato il richiamo verbale, all’esito di tale determinazione gli atti vanno trasmessi al Consiglio territoriale a quo, funzionalmente competente a provvedere alle formalità di cui all’art. 28 co. 2 (e art. 14, co. 4-bis) del Regolamento CNF n. 2/2014, emanato ai sensi dell’art. 50, […]

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Il richiamo verbale presuppone l’accertamento di un illecito deontologico e ha carattere afflittivo

L’applicazione del richiamo verbale, sebbene non abbia carattere di sanzione disciplinare (art. 22 cdf), presuppone per la sua irrogazione l’accertamento di un illecito deontologico (anche se lieve e scusabile) e costituisce comunque provvedimento afflittivo. Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Secchieri), sentenza n. 43 del 25 febbraio 2020

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L’avvocato non può ricevere né mettersi in contatto diretto con la controparte che sappia assistita da altro legale

Vìola i doveri di lealtà, e correttezza (art. 6 CDF) e di colleganza (art. 22 CDF) l’avvocato che invita controparte presso il proprio studio per sottoscrivere, all’insaputa del difensore, un accordo di conciliazione sindacale a definizione della controversia, omettendo di informare il collega avversario, che ne viene a conoscenza solo successivamente (nella specie, all’udienza successiva). […]

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