La (potenziale) rilevanza deontologica della vita privata del professionista

Deve ritenersi disciplinarmente responsabile l’avvocato per le condotte che, pur non riguardando strictu sensu l’esercizio della professione, ledano comunque gli elementari doveri di probità, dignità e decoro (art. 9 cdf, già art. 5 cod. prev.) e, riflettendosi negativamente sull’attività professionale, compromettono l’immagine dell’avvocatura quale entità astratta con contestuale perdita di credibilità della categoria. Corte di […]

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Norme del codice deontologico forense – Natura – Fonti normative integrative del precetto legislativo – Configurabilità – Fondamento – Conseguenze in tema di contestazione dell’illecito disciplinare – Enunciazione del comportamento integrante la violazione deontologica – Necessità – Rilevanza del “nomen juris” dell’incolpazione – Esclusione – Conseguente attività valutativa del giudice disciplinare – Individuazione

Le previsioni del codice deontologico forense hanno natura di fonte integrativa dei precetti normativi e possono ispirarsi legittimamente a concetti diffusi e generalmente compresi dalla collettività. Ne consegue che, al fine di garantire l’esercizio del diritto di difesa all’interno del procedimento disciplinare che venga intrapreso a carico di un iscritto al relativo albo forense è […]

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Procedimento disciplinare e rinvio dell’udienza per legittimo impedimento: il diritto di partecipare dignitosamente all’udienza va bilanciato con il principio di ragionevole durata del processo

La partecipazione all’udienza costituisce una libera scelta dell’incolpato, mentre la mancata partecipazione comporta una lesione del suo diritto di difesa solo se determinata da un impedimento a comparire dalle caratteristiche tali da non risolversi in una mera difficoltà di presenziare all’udienza nella data stabilita, bensì in una situazione impeditiva di natura cogente che determini la […]

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Azione disciplinare – Prescrizione – Ius superveniens più favorevole all’incolpato – Inapplicabilità – Momento rilevante per l’individuazione della legge applicabile – Commissione del fatto o cessazione della sua permanenza.

Le sanzioni disciplinari contenute nel codice deontologico forense hanno natura amministrativa sicché, con riferimento al regime giuridico della prescrizione, non è applicabile lo “jus superveniens”, ove più favorevole all’incolpato. Ne consegue che il punto di riferimento per l’individuazione del regime della prescrizione dell’azione disciplinare è e resta la commissione del fatto o la cessazione della […]

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Lo jus superveniens non si applica alla prescrizione dell’azione disciplinare (anche alla luce della giurisprudenza costituzionale e comunitaria)

In materia di sanzioni disciplinari a carico degli avvocati, l’art. 65, comma 5, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, nel prevedere, con riferimento alla nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense, che le norme contenute nel nuovo codice deontologico si applicano anche ai procedimenti disciplinari in corso al momento della sua entrata in vigore, se […]

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Il COA di Vercelli formula quesiti relativi all’iscrizione degli avvocati stabiliti. Si chiede di sapere, in particolare: 1) se la dichiarazione di “agire d’intesa” con un avvocato del libero Foro debba essere depositata presso il COA e allegata in via preventiva alla domanda di iscrizione nella Sezione Speciale dell’Albo; 2) ove tale dichiarazione non fosse necessaria, quale recapito professionale italiano dell’Avvocato Stabilito debba essere indicato nell’Elenco tenuto dall’Ordine; 3) qualora invece detta dichiarazione vada depositata all’atto dell’iscrizione, se l’Avvocato Stabilito possa “agire d’intesa” con un Avvocato iscritto in un Foro diverso da quello in cui viene richiesta l’iscrizione.

Come chiarito, da ultimo, dal parere n. 10/2017, cui si rinvia, la dichiarazione di intesa deve essere presentata dall’avvocato stabilito in relazione a ciascuna controversia trattata dall’avvocato stabilito in sede giudiziale. Essa, pertanto, non deve essere depositata in via preventiva, né tantomeno in sede di iscrizione. Di conseguenza, quanto al domicilio professionale, sarà necessario rispettare […]

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Il COA di Palmi formula quesito in merito alla possibilità di svolgere simultaneamente il tirocinio per l’accesso alla professione forense e la pratica notarile.

Al quesito deve essere data risposta positiva. Infatti, né la legge n. 247/12 né la legge n. 89/1913 prevedono tale incompatibilità. Resta ovviamente fermo, per quel che riguarda l’ordinamento della professione forense, il necessario rispetto dell’articolo 41 della legge n. 247/12 e del d.m. n. 70/2016 in merito al proficuo svolgimento del tirocinio per l’accesso […]

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La suitas, quale elemento soggettivo (sufficiente) dell’illecito disciplinare

Ai fini della sussistenza dell’illecito disciplinare, è sufficiente la volontarietà del comportamento dell’incolpato e, quindi, sotto il profilo soggettivo, è sufficiente la “suitas” della condotta intesa come volontà consapevole dell’atto che si compie, dovendo la coscienza e volontà essere interpretata in rapporto alla possibilità di esercitare sul proprio comportamento un controllo finalistico e, quindi, dominarlo. […]

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Il COA di Monza formula quesito relativo alla permanenza dell’iscrizione nel Registro dei praticanti di soggetto in possesso di certificato di compiuta pratica, in presenza delle condizioni temporali di cui all’articolo 17, comma 10, lett. b) della legge n. 247/12. Si chiede di sapere, in particolare: 1) se l’avvocato indicato come dominus debba, pure in tale eventualità, essere in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge per l’assunzione di tale qualifica (anzianità quinquennale e possesso dell’attestato di formazione continua); 2) se i praticanti che abbiano già conseguito il certificato di compiuta pratica debbano essere conteggiati al fine del calcolo di cui all’articolo 41, comma 10 (non più di tre praticanti per ciascun dominus); 3) se il fatto che il tirocinante sia abilitato al patrocinio sostitutivo possa determinare una diversa risposta ai due quesiti precedenti.

La risposta è resa nei termini seguenti. Ai sensi dell’articolo 17, comma 10, lett. b) della legge n. 247/12, la cancellazione dal registro dei praticanti deve essere disposta “dopo il rilascio del certificato di compiuta pratica, che non può essere richiesto trascorsi sei anni dall’inizio, per la prima volta, della pratica”. Tuttavia, prosegue la medesima […]

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