Elezioni forensi: l’annullamento per incandidabilità o ineleggibilità non dà luogo a elezioni suppletive

Ogni conseguenza derivante dalla dichiarazione di ineleggibilità/incandidabilità spetta al COA che, ai sensi dell’art. 16 L. 113/17, dovrà provvedervi nei trenta giorni successivi. Infatti, l’ineleggibilità di alcuni soltanto dei consiglieri eletti non comporta la nullità dell’intero procedimento elettorale, giacché il reclamo previsto dall’art. 28, comma dodicesimo, della legge n. 247 del 2012 non deve avere […]

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Elezioni forensi e ineleggibilità degli ex commissari d’esame

Gli avvocati componenti delle Commissioni di esame per l’abilitazione all’esercizio della professione forense non possono essere eletti quali componenti del Consiglio dell’Ordine nelle lezioni immediatamente successive alla data di cessazione dell’incarico ricoperto, giacchè il citato divieto (art. 47, comma 6 della legge 247/2012) copre sempre l’intera tornata elettorale successiva alla cessazione dell’incarico, anche se svolta […]

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Elezioni forensi e ineleggibilità degli ex commissari d’esame

Ai sensi dell’art. 47 L.247/2012 (già art. 22, co. 6, RDL n. 1578/1933) l’avvocato che abbia svolto la funzione di commissario per gli esami di abilitazione all’esercizio della professione di avvocato è incandidabile/ineleggibile come Consigliere dell’Ordine alle prime elezioni immediatamente successive alla cessazione della predetta funzione (a pena di decadenza dalla carica elettiva eventualmente acquisita […]

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Il Commissario d’esami da avvocato non può candidarsi alle elezioni forensi immediatamente successive

In tema di elezioni degli avvocati nei Consigli dell’ordine forense, l’art. 47, comma 6 della L. n. 247/2012 si interpreta nel senso che è sufficiente l’assunzione, dopo la nomina, della carica di componente della commissione d’esame per integrare la condizione preclusiva della partecipazione alla tornata elettorale che cronologicamente succeda ad essa, in aderenza al dato […]

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Non è incostituzionale, ma anzi ragionevole, il divieto di candidarsi alle elezioni immediatamente successive allo svolgimento dell’incarico di componenti delle commissioni e sottocommissioni per gli esami di avvocato

È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 47, comma 6, della legge n. 247/2012 in riferimento agli artt. 2,3 e 51 commi primo e terzo, Cost. ed agli artt. 52 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, nella parte in cui rimuove l’impedimento all’elezione passiva […]

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Elezioni forensi: ammissibile (e comunque non indispensabile) l’autonoma impugnazione del verbale di ammissione delle candidature

In tema di elezioni forensi, all’avvocato escluso in sede di ammissione delle candidature è consentito il reclamo, anche assistito da misure cautelari urgenti; peraltro, la mancata impugnazione dell’ammissione della candidatura non osta alla facoltà di contestare l’elezione, atteso che per tutti gli iscritti, anche diversi dall’aspirante candidato, l’atto in parola è meramente prodromico e non […]

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Elezioni forensi: il reclamo elettorale può essere proposto da qualsiasi iscritto nell’albo

Il reclamo elettorale al CNF non presuppone un interesse specifico del legittimato attivo. Infatti, contro i risultati dell’elezione forense, ciascun professionista iscritto nell’Albo può proporre reclamo al Consiglio Nazionale Forense (art. 6 D.L. n. 382/1944), anche se non offre la prova di un suo diritto od interesse specifico (come nel caso in cui non fosse […]

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Ai fini del conflitto di interessi non è sufficiente la mera condivisione dei locali con il legale di controparte

L’avvocato deve astenersi dall’accettare il mandato qualora il legale avversario faccia parte della propria società o associazione professionale ovvero eserciti negli stessi locali e vi collabori professionalmente in maniera non occasionale (art. 24 co. 5 cdf). In particolare, a differenza del codice previgente (art. 37), ove tale ultimo inciso mancava, ai fini dell’obbligo di astensione […]

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Il principio della colpevolezza “al di là di ogni ragionevole dubbio” vale anche in sede disciplinare

Il procedimento disciplinare è di natura accusatoria, sicché va accolto il ricorso avverso la decisione del Consiglio territoriale allorquando la prova della violazione deontologica non si possa ritenere sufficientemente raggiunta, per mancanza di prove certe o per contraddittorietà delle stesse, giacché l’insufficienza di prova su un fatto induce a ritenere fondato un ragionevole dubbio sulla […]

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Il principio di presunzione di non colpevolezza vale anche in sede disciplinare

Il procedimento disciplinare è caratterizzato dal c.d. principio accusatorio, sicché per l’irrogazione della sanzione disciplinare non incombe all’incolpato l’onere di dimostrare la propria innocenza ma al Consiglio territoriale di verificare in modo approfondito la sussistenza e l’addebitabilità dell’illecito deontologico. Consiglio Nazionale Forense (pres. Masi, rel. Melogli), sentenza n. 22 del 22 marzo 2022

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