La rinuncia al ricorso comporta la dichiarazione della cessazione della materia del contendere. (Dichiara cessata la materia del contendere). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Cagnani, rel. Diego), sentenza del 3 maggio 1995, n. 53
La rinuncia al ricorso comporta la dichiarazione della cessazione della materia del contendere. (Dichiara cessata la materia del contendere). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Cagnani, rel. Diego), sentenza del 3 maggio 1995, n. 53
Il ricorso al Consiglio nazionale forense in materia di operazioni elettorali, allorquando risulti direttamente rivolto ad infirmare l’elezione degli eletti, trova in questi ultimi i soggetti interessati a contraddire, e quindi i legittimati passivi all’impugnazione. Ne deriva l’inammissibilità del reclamo ogniqualvolta esso non sia stato notificato in termini ad almeno uno degli eletti stessi, facendo […]
È passibile di sanzione disciplinare l’avvocato che conferisca incarico ad un collega di eseguire una procedura e poi, con scarso senso di colleganza professionale e con violazione delle norme sul mandato, non provveda al pagamento della parcella, nonostante le reiterate richieste. (Rigetta ricorso avverso decisione del C.d.O. del 30 novembre 1992). Consiglio Nazionale Forense (pres. […]
Non vi può essere comportamento più confliggente con i doveri che incombono sul procuratore o sull’avvocato, di quello del professionista che si appropri di somme di pertinenza del cliente, versandole sul proprio conto corrente e negando ogni rapporto telefonico o epistolare con il collega dominus della pratica. (Rigetta ricorso avverso decisione del C.d.O. di Parma […]
Viene meno al decoro e alla dignità professionale e merita la sanzione della sospensione (nella fattispecie irrogata al minimo edittale) il professionista forense che abbia riferito al cliente fatti e circostanze non veritiere nella conduzione della controversia e nella conclusione transattiva della stessa, e che abbia trattenuto rilevanti somme di denaro di pertinenza del cliente, […]
L’avvocato deve comunicare al cliente la volontà di cessare ogni rapporto professionale con il medesimo. (Nella specie il Consiglio ha ritenuto equa l’inflizione della sanzione dell’avvertimento). (Accoglie in parte ricorso avverso decisione del C.d.O. di Roma del 9 febbraio 1993). Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Panuccio, rel. D’Errico), sentenza del 3 maggio 1995, n. 48
A norma dell’art. 50, r.d.l. 27 novembre 1933, n. 1578, il ricorso al Consiglio nazionale forense avverso le delibere dei consigli dell’ordine locali può essere presentato unicamente dal professionista interessato e dal pubblico ministero. (Dichiara inammissibile ricorso avverso decisione del C.d.O. di Como del 12 luglio 1993). Consiglio Nazionale Forense (pres. Ricciardi, rel. Cagnani), sentenza […]
L’accesso alla professione forense è condizionato al superamento dell’esame di procuratore, da sostenersi nel distretto ove si è ottenuto il certificato di compiuta pratica; nulla rilevi che in altri Paesi europei vi sia una diversa forma di accesso alla professione forense, né che, de iure condendo, possa auspicarsi una diversa regolamentazione dell’accesso alla professione. (Rigetta […]
L’art. 10 del r.d. n. 37/1934 non prevede la possibilità di reclamo avverso le deliberazioni relative al controllo sul regolare svolgimento della pratica nel corso del biennio. (Dichiara inammissibile ricorso avverso decisione del C.d.O. di Trento del 14 marzo 1994). Consiglio Nazionale Forense (pres. Ricciardi, rel. Ruggerini), sentenza del 7 aprile 1995, n. 45
L’avvenuta riabilitazione dell’avvocato in sede penale non comporta un’automatica possibilità di reiscrizione all’albo, per la quale deve essere compiuta una autonoma valutazione della gravità, della natura e del numero degli illeciti e della complessiva durata della condotta illecita, al fine di verificare se la reiscrizione non comporti comunque conseguenze negative per la stima e la […]