La richiesta dell’Avvocato, rivolta al Consiglio di Disciplina Forense, di essere sospeso cautelativamente dall’esercizio professionale, non è dimostrativa di un ravvedimento allorquando sia in realtà finalizzata ad evitare che in sede penale vengano adottati provvedimenti afflittivi. (Nel caso di specie, il Tribunale del Riesame aveva ritenuto di disporre la custodia cautelare in carcere dell’avvocato, al fine di evitare che lo stesso, che non era stato sospeso dall’esercizio professionale dagli organi ordinistici, potesse, una volta libero, continuare a difendere il cliente con il quale risultava colluso).
Consiglio distrettuale di disciplina di Napoli (pres. De Longis, rel. De Longis), decisione n. 2 del 14 luglio 2016
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