L’indicazione di voci non dovute e manifestamente abnormi in un atto di precetto relativo al pagamento di propri compensi professionali, costituisce comportamento lesivo della dignità e del decoro della classe forense, concretando violazione dei doveri di lealtà, diligenza e competenza, sanciti dal Codice Deontologico.
NOTA:
In senso conforme, Consiglio Nazionale Forense (Pres. Alpa, Rel. Allorio), sentenza del 27 febbraio 2013, n. 21
Classificazione
- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 6 del 09 Febbraio 2023 (respinge) (censura)- Consiglio territoriale: CDD Napoli, delibera del 21 Luglio 2021 (sospensione)
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