L’avvocato ha il dovere di comportarsi, in ogni situazione (quindi anche nella dimensione privata e non propriamente nell’espletamento dell’attività forense), con la dignità e con il decoro imposti dalla funzione che l’avvocatura svolge nella giurisdizione (art. 5 c.d.f., ora 9 ncdf) e deve in ogni caso astenersi dal pronunciare espressioni sconvenienti od offensive (art. 20 c.d.f., ora 52 ncdf), la cui rilevanza deontologica non è peraltro esclusa dalla provocazione altrui, né dalla reciprocità delle offese, né dallo stato d’ira o d’agitazione che da questa dovesse derivare, non trovando applicazione in tale sede l’esimente prevista dall’art. 599 c.p.
Classificazione
- Decisione: Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 190 del 15 Ottobre 2020 (respinge) (sospensione)- Consiglio territoriale: CDD Milano, delibera del 03 Aprile 2017 (sospensione)
- Decisione correlata: Corte di Cassazione n. 17334 del 17 Giugno 2021 (respinge)
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